"I cittadini di Milano ritengono Amsa un’azienda affidabile": Eco dalle Città intervista il Direttore Generale dell'azienda milanese
Salvatore Cappello, Direttore Generale dell'Amsa, risponde alle domande di Eco dalle Città. Un'intervista a 360° sull'azienda, sulle scelte per una città più pulita, e sui risultati ottenuti. E nel futuro si punterà sull'innovazione tecnologica e sul completamento dell'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti
01 March, 2011
Incominciamo dalle linee generali. L’impressione è che Amsa, almeno nell’ultimo anno, abbia potenziato l’attività sul fronte della pulizia cittadina. Spazzino di quartiere, lavaggio di strade e marciapiedi, sostituzione dei cestini in città, spazzamento globale. Da dove nasce questo piano di potenziamento?
Amsa ha accolto le richieste di potenziamento dei servizi giunte dall’Amministrazione Comunale ed è intervenuta elaborando rapidamente un piano basato sul rafforzamento dei servizi legati alla pulizia e al decoro della Città già in essere e previsti dal Piano dei Servizi 2010, a cui abbiamo aggiunto alcune novità importanti come lo spazzino di zona. Grazie alla capillare presenza sul territorio, Amsa è infatti ben consapevole delle problematiche legate alle diverse zone di Milano, che richiedono maggiore attenzione e azioni mirate e specifiche: per questo insieme al Comune di Milano abbiamo potuto lavorare così rapidamente su un ‘pacchetto’ di interventi ad hoc sulle zone della Città che presentano maggiori criticità e che l’Azienda, già da tempo, tiene monitorate.
Tiriamo un bilancio di queste attività, positivo o negativo?
Un bilancio assolutamente positivo. Le più recenti indagini di customer satisfation e l’analisi statistica delle segnalazioni giunte al Contact Center interno rilevano che i cittadini di Milano ritengono Amsa un’azienda affidabile, rassicurante, capace di svolgere il proprio lavoro con competenza, ottenendo buoni risultati. Particolarmente apprezzato il potenziamento dei servizi di pulizia della città, secondo le indagini effettuate più di un terzo dei cittadini ha notato una maggiore pulizia della città dall’entrata in vigore del piano di potenziamento.
Inoltre è stata recepita la nostra richiesta di maggior collaborazione da parte dei cittadini. Ad Amsa viene richiesto un maggior controllo e più sanzioni per chi non rispetta le regole.
I milanesi hanno capito che il fattore principale che inficia la pulizia della città è la maleducazione e i comportamenti incivili come l’abbandono di rifiuti domestici nei cestini stradali o gli scarichi abusivi.
Soprattutto è interessante l’esperienza dello spazzino di quartiere. Sta funzionando?
Lo spazzino di zona è stato il nostro cavallo di battaglia nel 2010 e siamo certi che si confermerà tale anche nell’anno in corso.
Amsa ha lanciato il nuovo servizio nel settembre 2009, sperimentalmente in via Padova. Da allora l’azienda e il Comune di Milano continuano ad investire e a credere in questo progetto, che rappresenta un valore aggiunto per il decoro di Milano. Ad oggi sono in servizio 117 operatori di zona, dislocati principalmente nei quartieri periferici della città.
Affidare una determinata area della città ad una risorsa dedicata ha consentito un fondamentale salto di qualità nella pulizia della città, oltre ad avere avuto il merito di creare un forte legame con i cittadini, che ormai sempre più spesso si rivolgono a questi veri e propri “ambasciatori” dell’Azienda, non solo per risolvere criticità ma anche più semplicemente per chiedere chiarimenti riguardo ad alcuni servizi.
Abbiamo, inoltre, rilevato che il maggior punto di forza dell’iniziativa consiste nell’aver fortemente ridotto i tempi di intervento: gli spazzini di zona, essendo già presenti in pianta stabile sul territorio, possono trovare soluzioni in tempo reale alle problematiche poste dai cittadini.
E la città secondo lei come ha risposto a queste innovazioni (ad esempio sullo spazzino di quartiere)?
Milano, la città che si prepara ad ospitare l’Expo, ha salutato con entusiasmo un’iniziativa come lo spazzino di zona, che contribuisce a renderla più bella, vivibile e pulita.
I cittadini hanno mostrato il massimo apprezzamento per il lavoro svolto con grande professionalità, passione e impegno. Un servizio che valorizza la nostra città e che dà risalto all’immagine di Milano.
Ricordiamo anche il valore sociale dell’iniziativa: la maggior parte degli spazzini di zona sono stati assunti attingendo dalle liste dei lavoratori in mobilità.
Parliamo di rifiuti. Un recente sondaggio dell’Ipsos per il Comieco dice che il 78% dei milanesi accetterebbe volentieri la raccolta dell’umido. Cosa pensa l’Amsa di questo?
Nel corso del 2009 Amsa ha raccolto sperimentalmente la frazione organica dei rifiuti domestici in alcuni quartieri di Milano – San Siro, Bovisa e Accursio – coinvolgendo circa 45.000 cittadini.
Conclusi i 7 mesi previsti del progetto, abbiamo consegnato gli esiti all’Amministrazione Comunale che ci ha commissionato lo studio.
I risultati sono stati buoni dal punto di vista qualitativo, specialmente se commisurati con i dati della prima sperimentazione della raccolta dell’umido domestico, avvenuta nel 1999.
Un segnale della crescente attenzione dei milanesi nella differenziazione dei rifiuti. La principale criticità che abbiamo riscontrato riguarda le quantità raccolte, notevolmente inferiori alle nostre aspettative.
In ogni caso, se il Comune di Milano dovesse chiedere ad Amsa di effettuare questo ulteriore servizio noi saremmo pronti.
A che punto siamo a Milano con la raccolta differenziata e cosa dicono gli ultimi dati?
Nel 2010 abbiamo raccolto 711.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, il 36% in maniera differenziata. Una percentuale di tutto rispetto se confrontata con i risultati ottenuti dalle altre città italiane ed europee della stessa “taglia” di Milano e con simili criticità e problematiche. In ogni caso è necessario fare una premessa: il tema centrale rispetto alla raccolta dei rifiuti non è tanto quanta “differenziata” si può fare, ma quale parte di quello che si differenzia può essere mandato a riciclo. Da questo punto di vista il nuovo impianto “Terre di spazzamento”, con la sua produzione di materiali per l’edilizia ricavati dal recupero della strada spazzata per le strade di Milano, rappresenta un ottimo esempio della via da percorrere. Al nuovo impianto sono conferite, infatti, le terre derivanti dalle attività di spazzamento stradale e di spurgo pozzetti. L’impianto permette di intercettare la frazione recuperabile (sabbia e ghiaia), che viene ripulita dalle sostanze contaminanti, destinando a smaltimento esclusivamente la parte delle terre di spazzamento non recuperabile.
Sacchetti di plastica. Se n’è parlato molto negli ultimi mesi. Si inizia a intravedere qualcosa nella raccolta dei rifiuti
La normativa ministeriale che vieta l’utilizzo dei sacchetti di plastica è in vigore da meno di due mesi: un lasso di tempo troppo ristretto per poter intravedere qualche risultato nella raccolta, soprattutto tenendo conto che le grandi catene di distribuzione stanno smaltendo le scorte regalando i sacchetti di plastica ai cittadini. Nel medio-lungo periodo aspettiamo una drastica riduzione di questo tipo di rifiuto, un obiettivo che auspichiamo da tempo. Siamo fieri di essere stati dei pionieri in questo ambito. Amsa nel 2009 ha realizzato una linea di shopper in stoffa e in carta che sono state distribuite gratuitamente ai milanesi nei giorni dello shopping natalizio: un primo passo per avvicinare i milanesi ai sacchetti riutilizzabili.
Avete insistito molto nella collaborazione con associazioni, consorzi e istituzioni. Penso ad esempio alla collaborazione con il Tribunale di Milano e il Comieco sulla carta, oppure con il Circolo Magnolia sui bicchieri di carta. E’ una politica che sta dando i suoi frutti?
Sono entrambe iniziative che mirano allo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti e che testimoniano il grande impegno di Amsa nell’incrementare la qualità e la quantità del materiale raccolto e del successivo riciclo. La collaborazione con il Tribunale di Milano e Comieco ci ha permesso di raccogliere ben 283 tonnellate di carta in un anno, mentre il supporto all’Arci Magnolia nel progetto con oggetto i bicchieri in mater-bi ci ha dato la possibilità di partecipare a una piccola rivoluzione ambientale, e perché no, anche culturale. Tutto ciò dimostra che enti pubblici e realtà private, se uniti, possono lavorare insieme in favore di ambiente, salute e progresso.
L’Amsa si è impegnata anche nel sociale. Penso all’esperienza della raccolta rifiuti con il penitenziario di Bollate. Responsabilità sociale ed educazione ambientale viaggiano insieme per una grande azienda?
L’educazione ambientale passa attraverso la responsabilità sociale: nel momento in cui l’una aderisce completamente all’altra, i risultati non possono essere che positivi, anche se si tratta di una collettività apparentemente emarginata come un gruppo di detenuti. Attraverso l’esperienza di Bollate, Amsa è riuscita a sperimentare un’importante opportunità di reinserimento sociale per queste persone, che hanno così gettato le basi per un eventuale futuro professionale fuori dal carcere.
Quali sono i progetti futuri dell’azienda?
Innovazione tecnologica nella gestione dei servizi di igiene ambientale, completare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti e migliorare il rapporto con i cittadini ed i comportamenti positivi.