Il Punto sui Rifiuti – Progetto Diossina: Oltre 100 discariche nel napoletano. Comitati vesuviani: le proposte per uscire dalla crisi
Il Progetto Diossina 2010/2011: nuovo censimento Arpac delle discariche nella provincia di Napoli. All’appello mancano però quelle più discusse: Pianura, Chiaiano e Terzigno. La rete dei comitati di 18 paesi vesuviani lancia una serie di proposte alle istituzioni. Tarsu, è caos dopo il Milleproroghe
09 March, 2011
Progetto Diossina. Monitorate tutte le discariche, attive e dismesse, della provincia napoletana: 99 siti. Afragola 6 discariche; Arzano 2 discariche; Caivano 2 discariche; Casandrino 6 discariche; Casoria 4 discariche; Crispano 2 discariche; Frattamaggiore 3 discariche; Giugliano 45 discariche; Grumo Nevano 1 discarica; Marano 2 discariche; Melito 1 discarica; Mugnano 1 discarica; Nola 3 discariche; Pozzuoli 3 discariche; Quagliano 4 discariche; Quarto 13 discariche; Villaricca 1 discarica. Il progetto è terminato il 28 febbraio 2011, sotto la guida dell’Arpac.
All'appello mancano però le discariche che hanno acceso e continuano ad accendere gli animi di tutti i cittadini indignati da tanta indifferenza e prepotenza: Terzigno, con le sue 5 cave e Chiaiano, Pianura con i suo misteri, Bagnoli con i suoi veleni da smaltire, San Giuseppe Vesuviano, Tufino. Ignorate anche dal Progetto Diossina 2010/2011.
Proposte. I comitati dei paesi vesuviani chiedono alle istituzioni di «determinare una data certa entro la quale cesseranno i conferimenti nell'impianto di cava Sari a Terzigno; e la riduzione complessiva dei rifiuti, stimolando e promuovendo la raccolta differenziata sull'intero territorio». Queste sono alcune delle proposte avanzate dai sindaci dei 18 comuni della 'zona rossa', dal Parco nazionale del Vesuvio, dai rappresentanti della Rete dei Comitati vesuviani e dalle Mamme vulcaniche che ieri si sono riuniti a Boscoreale per esaminare la problematica legata alla funzionalità della discarica. All’unanimità è stato stabilito che le amministrazioni comunali formuleranno una proposta complessiva sull'impiantistica e sulle tecnologie da collocare sul territorio compreso tra i 18 comuni della 'zona rossa' impegnandosi ad associare tra di loro le forme di gestione. Una volta cessati i conferimenti nel sito, si chiede che si possa sversare in cava Sari solo Fos (frazione organica stabilizzata) proveniente dallo Stir di Tufino. E' stata, infine, avanzata una richiesta all'amministrazione provinciale di Napoli affinché provveda, con continuità e assiduità, i controlli al sito in collaborazione con Corpo forestale dello Stato e polizia provinciale.
Corte dei Conti. Nei giorni scorsi la Corte dei Conti si è aggiunta, autorevolmente, alle critiche che vengono da più parti nei confronti della gestione dell’emergenza rifiuti, puntando il dito contro lo sperpero di denaro pubblico e l’incapacità degli amministratori locali. In quindici anni di esperienza emergenziale si è giunti a due risultati concorrenti, ha accusato Filippo Esposito durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario: «la spendita di enormi somme di pubblico denaro e l'inutilità di tale spesa».
La critica della Corte dei Conti non si limita al capitolo economico-finanziario: «Alla base delle gravi emergenze vi e' una serie di omissioni e inadempienze, da attribuire alle molteplici incertezze normative, a una carente programmazione, nonchè alla incapacità di taluni amministratori di attivare tempestivamente i fondi stanziati per la realizzazione di essenziali infrastrutture».
Caos Tarsu. La legge di conversione del Milleproroghe rischia di creare un caos normativo sulla gestione finanziaria dei rifiuti in Campania. Oltre alla disposizione di non facile lettura sulle modalità di finanziamento del ciclo di gestione, vi sono alcuni dubbi anche sulla durata del regime transitorio per il calcolo di Tarsu-Tia.
Previsto per il solo 2010, il regime del "doppio binario" è stato ora esteso al 2011 dalla legge 1/2011 di conversione del Dl 196/2010, che differisce al 30 settembre 2011 gli adempimenti che i comuni dovevano effettuare entro settembre 2010 e rinvia al 1° gennaio 2012 la possibilità di esternalizzare il servizio di accertamento e riscossione. Nel frattempo il Dl 225/2010 aveva prorogato, sia pure in forme e modi differenti, i termini di cui all'articolo 11 del Dl 195/09 (a eccezione di quello per l'affidamento all'esterno). In particolare, mentre il Dl 225/2010 contiene proroghe non testuali al 30 marzo 2011, la legge 1/2011 proroga i termini in questione alla fine del 2011 attraverso puntuali modifiche testuali. Si tratta di una sovrapposizione che rischia di creare un corto circuito legislativo: da una parte c'è una modifica testuale (quella contenuta nella legge 1), dall'altra c'è invece una proroga con rinvio alla tabella della legge 10/2011. Si potrebbe concludere che la legge 10/2011 – in quanto successiva – avrebbe di fatto neutralizzato gli effetti della legge 1/2011. Ma la disposizione "incriminata" è stata introdotta dal Dl 225/2010, cioè prima della 1/2011, quindi quest'ultima prevale sul Milleproroghe.