La trasformazione del Palazzo del Lavoro in attesa del voto del Consiglio comunale. Crescono gli interrogativi e le proteste
Il 1° marzo 2011 il Comune di Torino ha presentato il progetto che punta a trasformare il Palazzo del Lavoro in un'area commerciale. Entro fine marzo il Consiglio comunale dovrà pronunciarsi sul Piano Esecutivo Convenzionato. Crescono però gli interrogativi e le proteste: dopo la lettera delle associazioni ambientaliste, la costituzione del comitato di residenti "SalvaItalia'61" e il parere negativo della Circoscrizione 9. Sabato 12 marzo il "Flash mob per il Palazzo del Lavoro": foto
10 March, 2011
Il Palazzo del Lavoro, progettato dall'ingegnere Pier Luigi Nervi, è un padiglione fieristico completato in occasione dell'esposizione per il Centenario dell'Unità d'Italia. Il padiglione, situato nell'area corso Unità d'Italia/corso Maroncelli/corso Ventimiglia, occupa una superficie di 25.000 m², e la sua imponente volta poggia su 16 pilastri di cemento alti 25 metri, ciascuno dei quali regge un "fungo" in carpenteria metallica, quadrato, del lato di 38 metri. Dopo l'esposizione di Italia '61, il palazzo è stato utilizzato per manifestazioni fieristiche di vario genere ma nel corso degli anni le attività si sono ridotte progressivamente. Lo stabile fu ceduto nel 2005 dal Demanio dello Stato a Pentagramma Piemonte (società partecipata al 50% da Fintecna, finanziaria del ministero dell’Economia, e dall’azienda edilizia ed immobiliare GEFIM che fa capo alla famiglia di costruttori torinesi Ponchia).
Il 1° marzo 2011, a ridosso delle celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia, il Comune di Torino ha presentato ufficialmente il progetto che punta a trasformare il Palazzo del Lavoro in una area commerciale. Secondo il Comune "il gioiello di Pierluigi Nervi recupererà la sua doppia vocazione, quella di porta sud di Torino e di simbolo del contributo torinese all’unità d’Italia acquisendone una nuova". Una nuova vocazione dal "sapore inglese" per un simbolo torinese dell'Unita d'Italia: "quella di favourite meeting place - si legge nella nota del Comune - ovvero luogo di incontro e intrattenimento, di shopping e di eventi, uno di quei “places they want to keep coming back to” (luoghi dove si tende a tornare volentieri)".
"Ricordo a tutti che non stiamo facendo un ipermercato - ha affermato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, nel corso della presentazione - ma riqualificheremo l’intera area, innestando strutture commerciali qualificate. E lo facciamo con partners che questo mestiere sanno farlo bene". I partner scelti per la riconversione e la futura gestione sono gli olandesi del gruppo Corio, leader nello sviluppo e gestione di insediamenti commerciali di alta gamma e che, a Grugliasco, gestiscono già lo shopping center delle Gru. "I lavori di recupero del Palazzo del Lavoro - continua la nota - e l’insediamento dei 100 negozi che apriranno all’interno dureranno circa 18 mesi (sarà pronto nel 2014) e saranno contestualizzati con il parco adiacente".
Ai toni trionfalistici del sindaco di Torino si contrappongono gli interrogativi delle associazioni ambientaliste. "Tristemente si celebra il passaggio della destinazione d’uso di un edificio da pubblico a privato, quindi a nostro pare c’è poco da celebrare" scrivono in una lettera aperta Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Ecopolis e Pro Natura Torino. Le associazioni ambientaliste sollevano una serie di interrogativi e preoccupazioni sul progetto di trasformazione: "Come è possibile approvare un Permesso di Costruire Convenzionato - è il primo interrogativo - nel momento in cui è ancora pendente dinnanzi al TAR un ricorso contro il provvedimento di formazione della Variante 190 al Piano Regolatore?". In tema di traffico, "come si risolveranno i problemi di traffico della rotonda Maroncelli - si chiedono le associazioni - giacché il flusso di visitatori comporterà un incremento di traffico di ca. 1.000 veicoli all’ora?". Desta preoccupazione anche il destino del verde presente nell'area: "L’area verde circostante il Palazzo ospita circa 260 essenze arboree, destinate ad essere abbattute e espiantate per realizzare un parcheggio multipiano, e diventerà verde su soletta, “asservita all’uso pubblico”, ma di fatto al servizio del centro commerciale". "Altro elemento su cui fare chiarezza - scrivono le associazioni - è la situazione patrimoniale delle aree verdi di proprietà del Comune di Torino circostanti il Palazzo del Lavoro, valutate 3.786.000 Euro: sono già state vendute alla Società Pentagramma (ora Corio), e con quali procedure? Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato tale alienazione?". Queste sono alcune delle domande che le associazioni pongono al Consiglio Comunale chiamato a pronunciarsi sul Piano Esecutivo Convenzionato prima della fine di marzo quando l'amministrazione Chiamparino concluderà il suo mandato.
Le preoccupazioni e degli interrogativi posti dalle associazioni ambientaliste coincidono con quelle di alcuni residenti della zona che hanno costituito il comitato SalvaItalia'61: "Tutti noi siamo interessati al recupero di un'area per anni abbandonata - si legge in una lettera del Comitato - ma ciò non può essere fatto a spese di chi qui vive. Non siamo disposti a barattare un'idea non ben definita e molto discutibile di riqualificazione che pregiudichi la qualità del nostro territorio, della nostra vita, di quella dei nostri figli. Il comitato ha annunciato, inoltre, che da poco è partita una raccolta firme per una petizione al Comune di Torino: "Si richiede l’immediata sospensione dell’iter amministrativo del progetto - si legge nella petizione - per la realizzazione di un centro commerciale all’interno del Palazzo del Lavoro di Italia '61 con un supplemento e approfondimento di discussione sulla destinazione d’uso e sulle soluzioni di recupero dell’edificio che coinvolga i cittadini residenti nella zona circostante l’area in oggetto per un progetto partecipato e condiviso, rispettoso del territorio e della sua comunità e della stessa struttura comprensiva dell’area che lo circonda". La contrarietà di alcuni residenti della zona è confermata anche dalla Circoscrizione 9 che giovedì 10 marzo ha espresso parere negativo al progetto.
La mobilitazione per un'altra idea di trasformazione corre anche sul web e lo scorso 12 marzo ha preso forma davanti al Palazzo del Lavoro. Nonostante la pioggia quasi un centinaio di persone hanno raccolto l'invito circolato in rete per un "Flash mob per il Palazzo del Lavoro". Diversi striscioni e cartelli sono stati appesi alla cancellata di Palazzo Nervi. Oltre alle grandi scritte in difesa del verde "Vogliamo alberi non shopville", "No albericidio", alcuni cartelli con idee alternative per il futuro del palazzo: "No al grattacielo, la Regione al Palazzo del Lavoro", "Biblioteca Bellini al Palalavoro", "Orti urbani al Palazzo del Lavoro".
L’altra protesta “Diciamo no alla shopville” - da La Stampa del 13.03.2011
La Circoscrizione boccia il progetto di Palazzo Nervi - da La Stampa del 12.03.2011
Un futuro per il Palazzo del Lavoro - da TorinoClick del 01.03.2011
Il Palazzo del Lavoro rinasce: ecco il progetto - galleria fotografica della presentazione da La Stampa.it
Rinasce il palazzo del lavoro: shopping, concerti e sfilate - da Il Sole 24 Ore.it (Casa24) del 02.03.2011
Palazzo del Lavoro: lettera aperta delle associazioni ambientaliste
Venduto il Palazzo del Lavoro. Diventerà una shopville bis - da Repubblica Torino.it del 23.12.2010