Accorpamento comunali-referendum, proposta di legge del centrosinistra
Le forze di minoranza non mollano: presentato un progetto di riforma del Dlgs n°267 del 2000 dal senatore Adamo e dal deputato Fiano, che consentirebbe un notevole risparmio per il comune di Milano per la campagna referendaria sull'ambiente. Pisapia chiede alla Giunta di ascoltare i cittadini e di evitare sprechi inutili: i costi, in caso di accorpamento, verrebbero dimezzati.
14 March, 2011
“Il Decreto legislativo approvato nel 2000 voleva evitare confusioni e interferenze tra due tipologie di consultazioni elettorali comunque diverse. Oggi però i cittadini sono molto più attenti a come gli amministratori spendono il denaro pubblico. Per questo motivo, accorpare comunali e i referendum ambientali, per i quali si sono raccolte migliaia di firme, non è solo un atto di buon senso, ma un dovere nei confronti dei cittadini stessi. Speriamo che la Giunta accolga la sfida e ascolti i milanesi”. Così Giuliano Pisapia avvalla la proposta di modifiche al decreto Legislativo n°267 del 2000 presentata dal senatore Marilena Adamo e dal deputato Emanuele Fiano.
Intanto, per domani la Moratti ha indetto una conferenza stampa con il presidente del comitato “Milanosìmuove” Edoardo Croci per una “Milano più sostenibile”. Entro fine mese il sindaco dovrà indire il referendum: stando ai regolamenti e ai termini e alla luce del “no” arrivato del governo all’election day, gli italiani dovrebbero essere chiamati al voto ad aprile. Di mezzo però c’è lo “stop” per la Pasqua, e imbastire la campagna in 3-4 settimane sembra ormai arduo. Per questo, il centrosinistra spinge l’acceleratore per l’accorpamento con le amministrative. L’altra alternativa, considerata fattibile anche per i promotori, è l’accorpamento del referendum locale con quelli nazionali su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento, che con ogni probabilità si terranno il 12-13 giugno. Ma anche qui, servirebbe una modifica al Dlgs. Un dato è certo: le spese per il referendum si aggirano intorno ai tre milioni, cifra che si andrebbe a dimezzare (come dichiarato dagli stessi parlamentari che hanno presentato il progetto di riforma) nel caso di un accorpamento con le comunali.
“Basta sopprimere questo piccolo comma - ha spiegato Marilena Adamo - e l'unico ostacolo che ancora impedisce che i referendum comunali si tengano in contemporanea con le elezioni amministrative decadrà. Oggi c'è un oggettivo problema di risorse pubbliche, e la politica non può non cogliere le occasioni che si presentano per limitare le spese. Rinviare i referendum per l'ambiente significa perdere una occasione importante per la partecipazione dei cittadini e per il risparmio di denaro pubblico”.