Ilva di Taranto, primo controllo a sorpresa di Arpa Puglia: diossine fuori norma
I controlli a sorpresa dell’Arpa Puglia effettuati durante la prima campagna sulle tre previste dalla legge regionale, mettono in crisi l’Ilva di Taranto e rafforzano le tesi della Regione Puglia e dell’associazione “Peacelink” di Marescotti: procedere celermente verso il campionamento in continuo delle diossine
14 March, 2011
Il risultato negativo ufficializzato dall’Arpa Puglia lunedì mattina 14 marzo, per ciò che concerne gli sforamenti di diossina e furani dell’Ilva di Taranto, da un lato indeboliscono la posizione dello stabilimento siderurgico per ciò che concerne il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, dall’altro, invece, rafforzano le tesi della Regione Puglia e delle associazioni di Peacelink e Legambiente che ritengono indispensabili il campionamento in continuo delle diossine.
La prima “campagna di misura” dell’Arpa Puglia.
Nei giorni scorsi, dal 16 al 18 febbraio scorso l’Agenzia Regionale per la Protezione all’Ambiente pugliese, ha realizzato la “prima campagna di rilevamento”. Secondo la legge regionale n.9 del 2009, il valore di emissione delle diossine è calcolato come valore medio su base annuale e viene ricavato secondo una procedura. La rilevazione di diossine e furani nei fumi delle emissioni del camino E312, afferente all’impianto di agglomerazione, viene realizzata senza preavvisare l’azienda. L’Arpa è obbligata a effettuare almeno tre campagne di rilevamento all’anno, e a loro volta i controlli sono articolati su tre misure consecutive con campionamento di 6-8 ore ciascuna, (in altre parole una al giorno, per tre giorni). Al valore di emissione derivato da ciascuna campagna (ottenuto operando la media aritmetica dei valori misurati nei tre giorni), viene diminuito il possibile errore o incertezza di rilevazione, calcolato al 35%.
Il valore medio di diossine e furani è fuori norma.
“Tutte le operazioni di prelievo e di analisi di laboratorio sono state condotte - ha dichiarato l’Arpa Puglia - con il contradditorio dei tecnici Ilva e si sono concluse in data 11 marzo 2011. Il valore medio di diossine e furani (PCCD e PCDF) misurato nei tre giorni di monitoraggio, al netto dell’incertezza di misura è risultato pari a 0,68 ng ITE/ Nmc”. Dunque, fuori norma. Secondo la legge regionale, a partire dal 31 dicembre 2010, la somma di PCCD e PCDF non deve superare gli 0,4 nanogrammi di tossicità equivalente per metro cubo (ngTEQ/Nm3).
“Il valore limite normativo - ha precisato Assennato, riconfermato dal Consiglio regionale da pochi giorni direttore generale dell’ARPA Puglia per il prossimo quinquennio - va inteso come media annuale di tre campagne da effettuarsi entro l’anno, e che pertanto l’eventuale rispetto o superamento della soglia ai sensi della norma sarà valutato sulla base di altre due campagne di misura che saranno effettuate da ARPA Puglia nel corso del 2011”.
Il campionamento in continuo delle diossine.
L’Ilva di Taranto ha comunicato ufficiosamente con due giorni di anticipo i dati dell’Arpa Puglia cercando di sedare le possibili polemiche: “I risultati, hanno dichiarato gli ingegneri dell'Ilva - sebbene superiori al limite previsto dalla legge regionale, confermano comunque il trend di miglioramento delle emissioni di diossina degli ultimi anni, che ricordiamo aver raggiunto una riduzione del 90%”.
Caustico l’assessore alla Qualità per l’Ambiente Nicastro: “Il dato non ci soddisfa e$dimostra, ancora una volta, l’esigenza di procedere celermente verso il campionamento in continuo delle diossine per l’impianto ILVA di Taranto, al fine di consentire il pieno rispetto della norme”. Riguardo al tavolo tecnico aperto presso il ministero dell’Ambiente e sulla questione del rilascio delle autorizzazioni ambientali, Nicastro inoltre ha dichiarato: “ Porteremo anche questi dati per imprimere la necessaria accelerazione alla conclusione dei lavori ed alla definizione di tempi e modi di avvio del campionamento in continuo. La piena attuazione della legge regionale anti-diossina ha consentito, sin qui, di conseguire una sensibile riduzione delle emissioni nocive in atmosfera ma la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini resta per noi la priorità”.
Per Alessandro Marescotti di Peacelink crescono le preoccupazioni: “L'Ilva non riesce a scendere sotto il limite. E' necessario a questo punto attivare subito il campionamento continuo della diossina, ossia un controllo 24 ore su 24 e tutti i giorni dell'anno. Nessuna autorizzazione a produrre può essere data a impianti non monitorati in continuo e incapaci di fornire i rendimenti ambientali previsti dalla legge. Il fatto che l'azienda abbia comunicato ufficiosamente il fallimento dell'obiettivo per prevenire le critiche degli ambientalisti e dei cittadini la dice lunga sul grave problema che abbiamo di fronte”.