Il tunnel automobilistico dell’Expo 2015: a Milano si riaccende il dibattito
Il Comune di Milano schiaccia l’acceleratore per realizzare il viadotto sotterraneo che attraversa la città da est a ovest. Un progetto da 2 miliardi e mezzo di euro, sostenuti dalla Condotte spa, la società che ha presentato lo studio di fattibilità. “Un ponte di Messina in versione meneghina” secondo le associazioni ambientaliste. Intanto, una eventuale delibera di giunta potrebbe rimanere lettera morta
27 March, 2011
Un corridoio sotterraneo automobilistico per collegare l’aeroporto di Linate all’area Expo di Rho, permettendo ogni giorno a 110 mila veicoli di attraversare Milano scaricando i propri veleni nel ventre della città.
E’ il tunnel dell’Expo 2015, 14 km di percorso stradale che scorrono a 35 metri sottoterra dentro un tubo alto 5 metri e a sei corsie (due per ogni senso di marcia e due di emergenza). Nove le uscite in prossimità di aeroporto, quartieri residenziali, autostrade, fiera.
Il progetto non è nuovo e ha vissuto fasi alterne. Toni molto accesi in alcuni momenti, un dibattito sottovoce in altri.
Ora, però, la questione della galleria “Rho-Linate” ha riacceso la discussione su un’opera che connetterebbe l’asse sud-est milanese con quello nord-ovest.
A riportare il tunnel al centro dell’attenzione politica è l’approdo probabile, in Giunta comunale, della delibera per l’approvazione del progetto, che ha già avuto il beneplacito dei tecnici. E a Palazzo Marino non fanno mistero di essere molto interessati ad andare avanti. Proprio il sindaco Moratti ha dichiarato nei giorni scorsi di “vedere positivo tutto ciò che toglie il traffico dalla superficie”.
Un’affermazione che è musica per le orecchie della società Condotte spa, che ha presentato all’inizio dell’anno il nuovo studio di fattibilità per realizzare l’infrastruttura. Ora tocca al Comune prendere una decisione. Se l’opera va consegnata per l’Expo 2015, occorre procedere con l’iter per aggiudicare l’appalto entro primavera e iniziare gli scavi a fine anno.
La giunta Moratti è orientata a dire sì. Il vero ostacolo viene dal Consiglio comunale cui spetta confermare la delibera di giunta. Ma l’assemblea consiliare tra una settimana si scioglie, come previsto dall’iter elettorale. Ad aprile e maggio potrà riunirsi solo per discutere provvedimenti urgenti. Quindi, tutto rimandato a settembre. Con l’incognita però che se il futuro Consiglio comunale boccerà la delibera, il progetto sarà carta straccia.
Un’ipotesi che sarebbe uno smacco per l’operatore privato, che è disposto ad assumersi gli oneri economici per la realizzazione del tunnel. E si parla di 2,5 miliardi di euro. Una somma enorme che, però, la società Condotte spa conta di recuperare attraverso un pedaggio di 70 centesimi a chilometro, circa 10 euro se viene percorso totalmente. L’esempio è il tunnel di Oslo, dove i costi dell’opera sono stati ripagati con i pedaggi nel giro di un decennio.
L’infrastruttura viabilistica è un progetto controverso, con i suoi pro e i suoi contro. E si inserisce nel dibattito più ampio sui tunnel automobilistici urbani.
Da una parte sembra accertato che i viadotti sotterranei alleggeriscano la congestione in superficie, rendendo le strade urbane più fruibili da pedoni, ciclisti, mezzi pubblici.
Riducono inoltre le emissioni nocive alla salute come il Pm10, mentre influiscono meno sulle emissioni di CO2. Questo perchè le polveri sottili nel tunnel si possono abbattere grazie alla presenza di aspiratori e di filtri. Ma anche perchè un aumento della velocità media di spostamento porta una riduzione dei consumi unitari e delle emissioni.
Essendo poi a pagamento, i percorsi sotterranei regolano attraverso il meccanismo delle tariffe il flusso del traffico, e si prestano ai servizi di autobus pubblico. I tunnel sono sostenibili economicamente perchè vengono finanziati dai privati.
Dall’altra parte, invece, creano il rischio di stimolare e incrementare il traffico in entrata in città, aumentando ad ogni uscita la congestione con problemi per i parcheggi. Legambiente, in passato, ha più volte ricordato questo pericolo, mettendo in evidenza non solo l’impatto sul traffico, ma anche le difficoltà che verrebbero generate dall’apertura dei cantieri. A Porta Venezia, ad esempio, gli scavi potrebbero riportare alla luce resti romani con il conseguente prolungamento dei tempi di lavoro.
Proprio le associazioni ambientaliste hanno già dato battaglia nel passato sul tunnel dell’Expo. Legambiente, Wwf e Italia Nostra avevano etichettato l’opera come “il Ponte di Messina in versione meneghina”. Soprattutto, gli ambientalisti hanno sempre contestato l’infrastruttura perchè è “in contrasto con l’obiettivo di alleggerire la città dal peso delle auto”.
Intanto, i privati fanno pressing sul Comune, incoraggiati anche dalle imminenti elezioni. Così il tunnel, che neppure appare nel programma elettorale di Letizia Moratti , rischia ora di inserirsi a gamba tesa nella campagna elettorale, diventando un terreno di scontro nella corsa a primo cittadino di Milano.
Tunnel Expo-Linate, il Comune vuole aprire i cantieri entro fine anno- da La Repubblica del 24.03.2011
Il tunnel di Linate farà risparmiare 400mila euro al giorno di traffico- da Il Giornale del 25.03.2011
Tunnel Expo-Linate, i pro e i contro- da La Repubblica del 14.08.2009
Il traffico di Milano per l'Expo, infiliamolo nel tubo- dal blog di Panorama