Piste ciclabili milanesi: tutto rinviato a dopo le elezioni. Ma si pensa ai controviali a 30 all’ora
La promessa del Sindaco di Milano era di raddoppiare i percorsi ciclabili entro l’Expo 2015, ma l’obiettivo è ancora molto lontano. Intanto, l’Assessore al territorio pensa a una rete di percorsi misti, composti da tratti di piste esistenti insieme a tratti in cui convivono ciclisti e auto, o ciclisti e pedoni. Da qui, l’idea dei controviali milanesi come "zone a 30 all’ora". Prima sperimentazione: viale Romagna
04 April, 2011
Che fine ha fatto il piano per le piste ciclabili di Milano? Se ne riparlerà dopo le elezioni. Eppure Letizia Moratti aveva promesso all’inizio del suo mandato di raddoppiare i percorsi ciclopedonali per l’Expo 2015. Che in termini chilometrici significa passare da 85 km di piste a 190. L’obiettivo però è lontano e al 2015 mancano 3 anni e mezzo.
Così l’assessore milanese al territorio sta studiando un nuovo piano per aumentare gli itinerari ciclabili in città. La mappa è ancora in fase di elaborazione, ma si tratta di una rete di percorsi misti, composti da piste esistenti che si allacciano con tratti percorribili da auto e bici, o da bici e pedoni. Intanto, però, la maggioranza frena sulla rete ciclabile tanto che le due delibere firmate dall’Assessore sono state rinviate. Ormai, quindi, se ne riparla dopo le elezioni comunali.
Il progetto contenuto nelle delibere punta a creare tre zone concentriche: la prima circonvallazione, la circonvallazione della 90, 91 e i parchi esterni. Poi alcuni raggi che partono dal centro verso l’esterno consentono ai ciclisti di spostarsi in città. Previsti anche collegamenti tra un raggio e l’altro. In molti di questi casi, le piste esistenti si alternerebbero a strisce sull’asfalto per le bici. Una proposta è anche quella di trasformare i controviali di Milano in zone a 30 all’ora per auto e bici. La sperimentazione parte da viale Romagna e se funziona Palazzo Marino la estenderà a tutti i controviali. Intanto, oggi è partita la sperimentazione della pista ciclabile su marciapiedi in viale Padova lungo l’asse della Martesana.
Per gli ambientalisti, però, occorre fare sanzioni altrimenti il sistema si inceppa. «Se non si spendono soldi per le infrastrutture — osserva Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia — bisogna attuare una seria politica di regolamentazione della sosta che, prima di rendere i marciapiedi ciclabili, li faccia tornare pedonali. Una drastica azione contro le doppie file e il parcheggio selvaggio, e magari anche l’eliminazione del posteggio su un lato della via per introdurre piste ciclabili anche in strade a senso unico».
Rinviato il piano per le bici, il Comune aspetta le elezioni- da La Repubblica del 02.04.2011
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