Enti locali e sostenibilità, Eriuccio Nora: «Tanta volontà, ma poche risorse»
In occasione della XII assemblea del Coordinamento Agende 21 locali italiane (Siena, 8-9 aprile) Eco dalle Città ha intervistato Eriuccio Nora, direttore dell'associazione. Negli anni è aumentato l'interesse degli enti locali verso i temi del cambiamento climatico e della green economy, ma le risorse finanziarie scarseggiano sempre di più. Eppure sono proprio le realtà locali, secondo Nora, che potrebbero trovare quelle soluzioni che la politica internazionale non riesce ad individuare
06 April, 2011
L'8 e 9 aprile, a Siena, è in programma la XII assemblea del Coordinamento Agende 21 locali italiane. In previsione dell'evento, Eco dalle Città ha intervistato Eriuccio Nora, direttore del Coordinamento.
Quali saranno i temi principali al centro dell'assemblea?
Vogliamo fare in modo che l'appuntamento di Siena segni il rilancio delle attività degli enti locali italiani verso la sostenibilità, così come ci si aspetta su scala mondiale dal summit Onu Rio+20, in programma l'anno prossimo. Per questo abbiamo scelto di riproporre temi che saranno al centro della conferenza brasiliana: la green economy, la governance istituzionale della sostenibilità e l'integrazione delle politiche locali con quelle nazionali. A questo, abbiamo affiancato altri due aspetti che ci sembrano prioritari e nei quali il ruolo degli enti locali dovrebbe essere valorizzato di più: le politiche europee sul clima per il “dopo 2020” e il tema del consumo di suolo e del governo del territorio.
Come giudica, dal suo osservatorio privilegiato, l'impegno delle amministrazioni locali italiane nel perseguire la sostenibilità?
Rispetto ai primi anni di promozione del processo di Agenda 21 locale, ci sembra che la voglia di adesione da parte degli enti sia addirittura aumentata, ma che siano diminuite le risorse finanziarie a loro disposizione. Attualmente abbiamo 523 soci, e in effetti c'è stato un rallentamento nella crescita annuale delle adesioni, ma questo dipende soprattutto dal fatto che le amministrazioni non riescono neanche a versare la quota associativa di 500 euro.
Tanta volontà e pochi mezzi, dunque...
Esatto. Ma negli anni c'è stato anche un cambiamento nell'approccio degli enti locali alle questioni legate alla sostenibilità. Rispetto al passato, ci viene chiesto meno di occuparci di aspetti di carattere generale, mentre siamo chiamati sempre di più a fornire il nostro supporto su questioni specifiche, anche se sempre integrate tra loro e proiettate verso una dimensione globale.
Ad esempio?
Forniamo assistenza nell'elaborazione dei Piani di azione per l'energia sostenibile alle città che aderiscono al Patto dei Sindaci, che normalmente sono anche iscritte al Coordinamento. Inoltre, siamo molto attivi nel settore degli acquisti verdi, che vede l'Italia tra i paesi più virtuosi per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni.
In che modo gli scenari politici internazionali, in continuo mutamento, condizionano l'impegno degli enti locali nella promozione dello sviluppo sostenibile?
Grazie all'avanzata dei nuovi paesi emergenti, temi come il cambiamento climatico e la green economy sono finiti prepotentemente al centro dell'agenda politica internazionale, acquistando per la prima volta una vera dignità. D'altra parte, proprio l'esigenza di mantenere gli equilibri internazionali complessi ha impedito finora di dare risposte adeguate queste istanze. Di fronte a queste difficoltà, credo che il ruolo delle autonomie regionali e degli enti locali esca maggiormente rafforzato, perché proprio le iniziative delle città e dei loro network, con il contributo degli stakeholder presenti sul territorio, possono arrivare dove le dinamiche geopolitiche globali faticano a trovare soluzioni, dando anche delle risposte utili per uscire dalla crisi.
Si tratta di un auspicio, o è quello che sta accadendo davvero?
Noi ci auguriamo che il ruolo delle autonomie locali nella lotta al cambiamento climatico e nella green economy sia sempre più valorizzato, ma per il momento queste potenzialità non sono adeguatamente sviluppate. Attualmente i Comuni sono talmente oppressi dai problemi finanziari e dalle difficoltà nel rispondere alle esigenze dell'oggi, che faticano moltissimo ad avviare discorsi di tipo programmatico. In ogni caso, restiamo convinti che la strada intrapresa dal Coordinamento e da altre realtà di questo tipo sia quella giusta, e che stia già dando risultati importanti.