L'inventore dell'impronta ecologica: l'Italia consuma quattro volte di più rispetto alle sue risorse
Mathis Wackernagel è intervenuto a Siena alla XII assemblea del Coordinamento Agende 21 locali italiane. Duro l'allarme lanciato dal padre fondatore dell’impronta ecologica: in Italia la domanda pro capite di risorse è aumentata negli ultimi 45 anni del 95%. Fondamentale, per invertire la rotta, il contributo degli enti locali
08 April, 2011
“L’economia italiana è a rischio”. A sostenerlo è Mathis Wackernagel, il padre fondatore dell’impronta ecologica, che è intervenuto oggi a Siena alla XII Assemblea del Coordinamento Agende 21 Locali italiane. “Questo paese – ha messo in evidenza infatti il presidente del Global Footprint Network - consuma quattro volte di più delle proprie risorse e dipende sempre più dagli altri paesi.”
I risultati emergono dall’ultima indagine sull’impronta ecologica del Mediterraneo, che verrà ultimata nel 2012 ma ha già fornito una serie di informazioni allarmanti sullo stato di salute del pianeta e quindi anche dello stivale. Secondo lo studio in particolare in Italia la domanda pro capite di risorse è aumentata negli ultimi 45 anni del 95% ed è il doppio rispetto a quella di un abitante medio della terra.
“La capacità economica è all’angolo – ha proseguito Wackernagel – e inciderà sempre più sul benessere dei cittadini. Per questo è importante che gli enti locali si impegnino a diffondere sistemi di sviluppo di territori a basso consumo di risorse, tenendo sempre in considerazione la propria Impronta Ecologica, che permette di monitorare la domanda di capitale naturale di una città o di una regione e di confrontare questa con la quantità di capitale naturale effettivamente disponibile”.
L'Impronta ecologica è un sistema di calcolo delle risorse basato su un approccio scientifico e globale e mette a confronto l'uso di natura con la capacità della natura stessa di rigenerarsi.
“Nessun pilota di aereo – ha concluso il presidente del Global Footprint Network – potrebbe proseguire sulla stessa rotta senza considerare la spia del carburante che lampeggia sul suo cruscotto e così devono iniziare a fare anche i governi e gli amministratori delle città, delle province e delle regioni”.