Sebiorec, in Campania nessun nesso tra inquinamento e tumori
La Regione Campania smentisce il rischio diossina – emerso dallo studio Sebiorec - per la popolazione. Ma l’Isde, Medici per l’Ambiente, non ci sta: «Non si possono ignorare i risultati dello studio»
11 April, 2011
In Campania non esiste, nonostante sia noto, un nesso tra inquinamento ambientale, diossina nell'aria e tumori. Parola della Regione Campania. A dichiararlo è Raffaele Calabrò, consigliere per la salute del governatore campano e capogruppo Pdl in commissione Sanità al Senato, durante la presentazione dello studio Sebiorec. «Che la popolazione campana in alcune aree abbia un'aspettativa di vita inferiore rispetto altre zone d'Italia, ha fattori ampi e generali. Ma non ha nulla a che vedere con la vicenda dei rifiuti» si affanna a raccontare Calabrò. Che prosegue: «Uno studio di grande rilievo spiega come».
«I risultati si prestano a interpretazioni sul piano descrittivo o al massimo indiziario» spiega Calabrò. Nessuna prova quindi, né a smentire né a confermare la corrispondenza fra incidenze tumorali e inquinamento ambientale in un'area dove si incendiano quotidianamente rifiuti tossici e dove le discariche illegali e quelle legali sono disseminate su tutto il territorio.
Le conclusioni scientifiche risultano un esercizio di letteratura politica secondo Calabrò: «Non sembrano possibili conclusioni su eventuali nessi causali. I risultati significativi nei soli uomini suggeriscono principalmente legami con esposizioni occupazionali, mentre i risultati a carico di donne o di donne e uomini sono maggiormente predittivi di possibili profili di esposizione ambientale». Stesso discorso quando nel capitolo conclusivo si trova scritto: «Una stima affidabile sull'esposizione alimentare non è al momento possibile, sia per mancanza di dati sperimentali sia per il profilo generico della pertinente sezione del questionario». In altre parole, la Regione Campania sottoscrive ancora una volta una dichiarazione di resa.
Lo studio. I livelli di accumulo di contaminanti organici presenti nel sangue e nel latte materno della popolazione campana "non superano i limiti previsti". E' quanto emerge dalla ricerca Sebiorec, realizzata dalla Regione Campania in collaborazione con l'Istituto superiore della Sanita' e il Cnr, che ha svolto uno studio su diverse aree della regione differenziate a seconda della pressione di degrado ambientale. In prossimità di siti ad alta concentrazione di rifiuti i valori si presentano più elevati. Le zone individuate con pressione di degrado ambientale elevata, denominate zone A, sono i comuni di Cerra, Aversa, Caivano, Castelvolturno, Giugliano, Marcianise e Villa Literno, piu' il quartiere Pianura nella periferia ovest di Napoli.
ISDE. Sorpreso l’oncologo Antonio Marfella, medico appartenente all'Isde, Medici per l'Ambiente. L'organizzazione inutilmente ha chiesto di partecipare alla conferenza stampa (aperta ai soli giornalisti), che si è poi rilevata un convegno, con poche e insufficienti interviste a margine. «È tecnicamente impossibile - spiega Marfella - che, qualora esista un danno ambientale, non provochi conseguenze per la salute. Lo studio “Sebiorec” è incomprensibile. Sembra una parafrasi al proverbio “chi non cerca non trova”».
Marfella sottolinea l'esistenza di «zone di inquinamento specifico di altissimo volume come ad Acerra, dove sono stati seppelliti fusti con volumi altissimi di diossina. A Brescia in tre mesi, a causa dell'inquinamento provocato da un'industria, hanno monitorato 300 persone oltre vegetali e animali sentinella. Una intera zona è stata messa in sicurezza e la coltivazione è stata bloccata. Non mi risulta che in Campania, ad Acerra come a Castelvolturno, siano stati presi provvedimenti per situazioni di inquinamento accertato». Secondo Marfella le «analisi su pool di dieci fieri», come nel caso della ricerca “Sebiorec”, non sono assolutamente rappresentativi.
In un comunicato i Medici per l’Ambiente sottolineano che non si può «ignorare che diversi Medici e cittadini della Campania abbiano eseguito esami individuali per diossine e PCB, ritrovandosi in linea con quanto emerso dal SEBIOREC, (con analisi invece a “pool di dieci sieri”) , evidenziando altresì che la nostra Regione (nonostante tanti euro stanziati) non aveva e NON HA ancora identificato un laboratorio di riferimento in grado di monitorare contaminanti da bioaccumulo nell'uomo, oltre che su matrici animali e nell'ambiente in cui viviamo.
Il finanziamento ridotto a soli 250mila euro, rispetto ai 2.5 milioni di euro inizialmente stanziati, a nostro parere, ha così prodotto uno studio che si conclude con un numero di domande maggiori di quante risposte sia in grado di fornire. Rispetto al giro di affari criminali per rifiuti tossici stimato dalla Magistratura in non meno di 21 miliardi di euro, appare quindi che per valutare il danno sulle matrici umane sia stata utilizzata una cifra non superiore allo 0,0000025% del crimine di riferimento. Certamente troppo poco per produrre risultati esaustivi su un problema di salute pubblica così vasto e complesso».
L’intero Direttivo dell’ISDE MEDICI PER AMBIENTE Regione Campania, Associazione Scientifica internazionalmente riconosciuta, mette a disposizione gratuitamente tutte le proprie professionalità mediche e non mediche iscritte alla Associazione per tali pubbliche manifestazioni, dibattiti e convegni.