Rifiuti in Campania, ancora centrale il nodo dell'organico
Nella cornice della manifestazione fieristica EnergyMed, un convegno promosso da Federambiente fa il punto della situazione della gestione dei rifiuti in Campania. Tra esempi virtuosi e iniziative di successo, spicca ancora la mancanza di impianti di compostaggio, che penalizza inersorabilmente la regione
15 April, 2011
Molte ombre, rischiarate da qualche luce sempre più forte. È il quadro emerso dal convegno “Da rifiuti a risorse: La cultura del riciclo”, promosso a Napoli da Federambiente, nell'ambito della manifestazione EnergyMed. «Anche se molti Comuni hanno superato livelli di raccolta differenziata del 60% - commenta l'assessore provinciale all'Ambiente Giuseppe Caliendo – il 64% della popolazione regionale non ha ancora raggiunto i livelli previsti dalla legge». Gran parte dei problemi dipendono dall'area metropolitana di Napoli che, anche a causa di condizioni penalizzanti dal punto di vista urbanistico e demografico, è ancora molto indietro. «Per ora abbiamo raggiunto il 18% di raccolta differenziata – aggiunge Caliendo – ma ovviamente non è una percentuale soddisfacente». Per migliorare la situazione, la Provincia ha stanziato 9 milioni di euro per realizzare isole ecologiche in 34 comuni («e altre 30 saranno allestite a breve») e altri 7 milioni per l'acquisto di mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti.
Molto, comunque, resta ancora da fare, a cominciare dall'applicazione del Sistri, il sistema di tracciabilità satellitare dei camion che trasportano la spazzatura. «Si tratta di un'idea epocale – si entusiasma Pietro Russo, presidente dell'Albo gestori ambientali della Campania – ma naturalmente richiede tempo per essere metabolizzata dagli operatori». Il sistema dovrebbe entrare in vigore il primo giugno, e solo per la Campania sarà applicato anche agli Rsu, mentre nel resto d'Italia varrà soltanto per i rifiuti speciali. Restano, in ogni caso, molti altri nodi da sciogliere, come l'assenza di un impianto di compostaggio, che impedisce da anni il decollo del recupero della frazione organica.
Va un po' meglio per quanto riguarda gli imballaggi di carta e cartone, anche se, ammette Roberto Di Molfetta del Comieco, «nel 2010 si è registrata una flessione della quantità di rifiuti a base cellulosica avviati a recupero al sud e in particolare in Campania». In ritardo soprattutto la provincia di Caserta. Dove, tra l'altro la qualità del materiale raccolto è piuttosto scarsa. Eppure il tessuto industriale per trattare questo materiale non mancherebbe. «La capacità impiantistica campana per tutti i materiali del circuito Conai è più che sufficiente rispetto ai livelli di raccolta differenziata – chiarisce Di Molfetta – anzi è addirittura sottosfruttata».
La chiave, secondo Luca Bianchi, responsabile dei rapporti territoriali del Conai, sta nella «condivisione delle responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera dei rifiuti, come ribadito anche dalla nuova direttiva europea 98/2008, che parla addirittura di “società del riciclo”». Anche Bianchi ribadisce la centralità del problema dell'organico, ma sottolinea che anche per quanto riguarda carta e vetro ci sono ampi margini di miglioramento. «Infine – chiosa Gianluca Cencia, direttore di Federambiente – un grande lavoro va fatto sul fronte della prevenzione e della riduzione a monte dei rifiuti».