Torino, Ferrara e Udine "magliette rosa" del Giretto d’Italia 2011
Torino, Ferrara e Udine hanno vinto il primo premio del Giretto d'Italia 2011. 45mila i ciclisti urbani che sono stati contati dai volontari di Fiab, Legambiente e tante ciclo-associazioni. Legambiente sottolinea: "Le percentuali delle grandi città si prestano a interpretazioni diverse. Il monitoraggio ha avuto un valore simbolico". Il comunicato stampa di Legambiente
09 May, 2011
Straordinari cicloingorghi in 11 delle 27 città che hanno partecipato alla sfida: alcune strade di Ferrara, Padova e Parma attraversate da dieci bici al minuto, su due ruote almeno un terzo degli spostamenti urbani di Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza.
Ci sono i record: a Ferrara e Udine il 40% del traffico è a pedali. Ci sono le ottime performance generali: in 11 centri urbani almeno 3 abitanti su 10 hanno scelto le due ruote per andare a scuola o al lavoro. Ci sono le sorprese: in posti che non t’aspetti - come Torino, Milano e Firenze - tra il 13 e il 19% degli spostamenti cittadini è stato effettuato con veicoli a trazione muscolare. E c’è poi il positivo dato generale perché quasi tutti i 27 centri urbani in gara per il Giretto d’Italia 2011 hanno dimostrato di essere una serie A della ciclabilità, un’avanguardia che può essere da stimolo per tutti quei Comuni italiani (la maggioranza purtroppo) dove l’uso della bici come mezzo di trasporto è marginale o inesistente. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del 1° Campionato nazionale della Ciclabilità Urbana organizzato da Legambiente, Fiab e Cittainbici che si è disputato tra martedì scorso e il 6 maggio. La sfida, originale e semplice nello stesso tempo, si è svolta monitorando, la mattina di un normale giorno lavorativo, tutti i veicoli - auto, moto, scooter, camion, bus, taxi, pedoni… - che hanno varcato i check-point allestiti per l’occasione in vari punti del territorio comunale. Il conteggio ha permesso di assegnare il ruolo di leader delle tre diverse categorie (città grandi, medie e piccole) al centro urbano con la percentuale più alta di utilizzo della bicicletta sul totale degli spostamenti.
Prima ancora di andare a esaminare le singole graduatorie, è però interessante il quadro d’insieme: nelle 27 città della sfida sono passati attraverso i check-point circa 45mila ciclisti urbani e in un gruppone di 11 Comuni si sono visti ingorghi insoliti rispetto a quelli motorizzati, rumorosi e puzzolenti a cui siamo abituati: in occasione del Giretto, infatti, aveva i pedali almeno il 30% dei veicoli in circolazione a Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza, mentre in alcune vie di Ferrara, Padova e Parma c’era un traffico di oltre 10 bici al minuto. Performance davvero straordinarie se si considera che in Italia i km urbani coperti in bici sono in media appena il 4% del totale.
Le classifiche. A Torino, Ferrara e Udine la maglietta rosa. A Bolzano, Padova e Trento la classifica a punti
La maglietta rosa del girone delle città piccole se l’è aggiudicata Udine con il 39,8% degli spostamenti in bicicletta che ha superato in volata Senigallia (34,8%), Schio (33,7%), Carpi (33,1%), Pordenone (31,9%), Lodi (26,5%) e Grosseto (21,6%). Il girone delle città medie è andato allo sprint a Ferrara che ha sopravanzato Trento di un niente (38,2% e 36,7% i rispettivi risultati). Ma in questa categoria ci sono state tutte ottime performance: Parma ha ottenuto il 35,6%, Vicenza il 31,3%, Ravenna il 31%, Reggio Emilia il 30,9%, Modena il 28,8%, Padova il 25%, Bolzano il 24,8%. Tra le grandi c’è Torino davanti a tutti (19%), seguita a un soffio da Milano (18,7%) e poi da Verona (16,9%) e Firenze (13,6%).
Nella classifica a punti trionfano invece Bolzano, Padova e Trento. In questo caso il Giretto d’Italia ha premiato quei centri urbani con la quota di mobilità sostenibile più alta, confrontando le cifre dell’insieme di pedoni, utenti di bus e ciclisti con la somma dei mezzi a motore in circolazione. Nei varchi di Bolzano, Padova e Trento i transiti di auto e scooter sono arrivati appena al 10% del totale, mentre il restante 90% s’è spostato a emissioni zero o quasi.
Le percentuali delle grandi città, va detto, si prestano a interpretazioni diverse. Nella terraferma di Venezia i numeri sono stati addirittura straordinari (oltre il 75%), ma il dato non è paragonabile con le altre città perché i flussi ciclistici a Mestre sono nettamente separati dalle strade in cui c’è il traffico automobilistico, per cui abbiamo preferito lasciare Venezia fuori classifica. Sono per certi versi inaspettati i valori di Torino, Milano e Firenze che durante il Giretto d’Italia hanno visto coperta dalle bici fino a un quinto della mobilità complessiva. E tutto sommato, per motivi diversi, non sono malvagie nemmeno le prestazioni di Bari, Roma e Genova. Il capoluogo pugliese (5.4%) conferma di essere uno dei pochi grandi centri urbani del Mezzogiorno che sta investendo su una mobilità più sostenibile; il 5% della Capitale dimostra che finalmente anche a Roma c’è un discreto numero di frequent biker che ha rinunciato ai mezzi a motore e che per crescere ancora ha bisogno di più spazio e più sicurezza. Mentre il 2,7% di Genova (città piena di salite… ma conseguentemente anche di discese) va elogiato perché il Comune ligure s’è messo in gioco col Giretto e forse potrà approfittare dell’occasione per capire che - anche coi saliscendi - un maggior investimento politico e strategico su ciclabilità e intermodalità potrebbe far salire le due ruote in circolazione. Per contro da noi sono le città medio-piccole ad attrarre il maggior numero di ciclisti urbani, mentre in Europa sono proprio le metropoli (Berlino, Amsterdam, Copenaghen…) l’asse portante di un modo di muoversi più sano, più sicuro, più pulito.
Tornando a un’analisi complessiva dei risultati va ricordato che, in occasione del Giretto, molte amministrazioni locali hanno cercato di convincere anche gli abitanti solitamente motorizzati a utilizzare la bicicletta per andare a scuola o al lavoro mettendo in palio vacanze e altri premi a chi passava per i check-point oppure offrendo colazioni, gadget, accessori o revisioni complete delle bici a tutti i ciclisti. Così come va sottolineato che il monitoraggio ha un valore simbolico, visto che è stato fatto in aree del territorio comunale (solitamente strade di accesso al centro storico), dove spostarsi in bici è più agevole. Nello stesso tempo, però, proprio questi due aspetti dimostrano quanto sia facile ottenere risultati straordinari nel campo della mobilità semplicemente offrendo ai cittadini le giuste opportunità per rinunciare (spesso o definitivamente) all’auto.
"La vera maglia rosa – hanno sottolineato Legambiente, Fiab e Cittainbici – l’hanno vinta in realtà quei 45mila ciclisti che in occasione del Giretto d’Italia hanno spiegato a tutti che la bici è un mezzo di trasporto oltre che di sport e di svago. Mentre all’insieme delle nostre città va detto chiaramente che i risultati straordinari del Giretto d’Italia potrebbero essere la norma se gli amministratori locali assegnassero gerarchie diverse alle diverse componenti della mobilità, lasciando all’auto un ruolo marginale (riducendo il suo uso solo ai casi in cui è effettivamente insostituibile) e dando strada alle biciclette, ai pedoni, al trasporto pubblico e a tante altre soluzioni (bike sharing, car sharing, car pooling) in grado di far risparmiare tempo, soldi, salute, spazio, inquinamento, stress".
Tornando alla competizione, oltre alle 3 magliette rosa di Torino, Ferrara e Udine, Legambiente, Fiab e Cittainbici hanno deciso di premiare anche alcune performance particolari, a partire da una menzione speciale per Venezia terraferma che ha davvero contato sulle sue ciclabili un elevatissimo numero di ciclisti e che ha realizzato stabilmente una efficace separazione dei flussi di traffico motorizzato e non, visto che bici e auto si spostano su strade diverse.
All’Emilia Romagna e dunque a Carpi, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia va la maglia a pois della classifica a squadre dal momento che tutti insieme questi Comuni hanno abbondantemente superato la media del 30% di spostamenti in bici.
La maglia azzurra va a tutti i Comuni che hanno superato il 30% di spostamenti a pedali: Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza.
La maglia ciclamino della classifica a punti della mobilità sostenibile la indossano invece Bolzano, Trento e Padova, i centri urbani dove l’insieme di ciclisti, utenti del trasporto pubblico e pedoni ha prevalso con numeri schiaccianti su auto e scooter: 90% a 10%.
Bolzano, Reggio Emilia, Padova e Venezia condividono la maglia blu ciclabilità, poiché negli ultimi anni sono le quattro città che probabilmente hanno riorganizzato al meglio la propria viabilità, separando i flussi auto/bici o limitando il traffico motorizzato a vantaggio degli altri mezzi di trasporto.
Infine la maglia verde dei grimpeur è per Genova (con tutte quelle salite!) e quella bianca delle giovani promesse va a Bari: anche se in entrambi i casi non è un premio vero e proprio, ma l’auspicio che in futuro le amministrazioni locali possano rendere il proprio territorio sempre più a misura di bici.
Un particolare ringraziamento, infine, ai Têtes de Bois e a Diego Marani, amici che hanno sostenuto l’idea del Giretto e assidui pedalatori, così come a Pistard e Hell’s Kitchen che hanno messo in palio premi straordinari per il concorso “Legambiente ti mette i pedali”.
Classifica finale (percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti)
CITTA’ GRANDI (oltre 250mila abitanti)
Torino 19,0%
Milano 18,7%
Verona 16,9%
Firenze 13,6%
Bari 5,4%
Roma 5,0%
Genova 2,7%
Venezia Mestre * 75,6%
CITTA’ MEDIE (oltre 100mila abitanti)
Ferrara 38,2%
Trento 36,7%
Parma 35,6%
Vicenza 31,3%
Ravenna 31,0%
Reggio Emilia 30,9%
Modena 28,8%
Padova 25,0%
Bolzano 24,8%
CITTA’ PICCOLE (fino a 100mila abitanti)
Udine 39,8%
Senigallia 34,8%
Schio 33,7%
Carpi 33,1%
Pordenone 31,9%
Lodi 26,5%
Grosseto 21,6%
Pisa 18,9%
Monfalcone 15,9%
La Spezia 13,3%
* Il risultato di Venezia non è valido ai fini della classifica generale perché i flussi ciclistici erano su strade separate rispetto a quelli automobilistici.