Marrazzo: «Con differenziata al 30% nel 2013, Roma fuorilegge»
Dura reazione del presidente della Regione Lazio al nuovo piano industriale dell'Ama presentato dal Campidoglio, che riduce gli obiettivi per la raccolta differenziata. Marrazzo contesta anche il proposito di Alemanno di costruire un nuovo termovalorizzatore di appannaggio dell'Ama: «Il piano regionale rifiuti non prevede nuovi impianti»
19 December, 2008
«Prendo atto che l'amministrazione comunale di Roma rinuncia a raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata posti dal piano commissariale sui rifiuti, approvato soltanto a giugno dal governo e dal dipartimento nazionale di protezione civile, e verso il quale anche il sindaco aveva usato parole di approvazione». Con queste parole il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha commentato la decisione del Campidoglio di ritoccare al ribasso gli obiettivi della raccolta differenziata. «Dire che Roma raggiungerà il 30% nel 2013 – ha aggiunto Marrazzo – pone la Capitale non soltanto fuori dalla programmazione regionale, ma la mette in condizione di violare quanto stabilito dalle leggi dello stato e dalle normative della comunità europea». Il governatore ha sottolineato che gli obiettivi che Alemanno ha ritenuto troppo ambiziosi sono stati già raggiunti da molte città europee ed italiane. «Siamo disponibili – ha chiarito - anche a rivedere le procedure che potranno portare la Regione ad aiutare i Comuni che non riescono a far fronte con le proprie risorse a questa sfida, ma non possiamo accettare che ci si dica che si vuole aumentare la differenziata solo del 10% nell'arco dei prossimi 5 anni».
Marrazzo ha qualcosa da dire anche sui propositi del Campidoglio di realizzare un nuovo termovalorizzatore in quota Ama: «I nuovi impianti di chiusura del ciclo non sono previsti dal piano, che pure li ha più che raddoppiati rispetto a quelli esistenti nel 2005, e finché rimarranno in vigore le attuali regole locali, nazionali e comunitarie non è previsto che ne servano di più». Secondo il presidente della Regione, per assicurare a Roma un impianto di trattamento dei rifiuti di proprietà pubblica non c'è bisogno di avviare nuovi cantieri, ma questa «è una soluzione già realizzabile nel Lazio con l'impiantistica ad oggi autorizzata». E se il messaggio non fosse già sufficientemente chiaro, Marrazzo lo rafforza con un ulteriore avvertimento: «La Regione, oltre al compito di sorvegliare il raggiungimento degli obiettivi da parte di tutti gli enti locali, su questi argomenti può arrivare in casi estremi fino al loro commissariamento».