Terra Futura, energie rinnovabili un motore per uscire dalla crisi
All’orizzonte il pericolo di infiltrazioni mafiose, presentato a Terra Futura il progetto “Score” a difesa della legalità nel settore: il mercato delle energie pulite deve rimanere «pulito»
23 May, 2011
Un settore in forte crescita quello delle energie rinnovabili, che produce reddito e occupazione. E un giro d'affari che si stima possa arrivare, nei prossimi dieci anni, ad oltre 100 miliardi di euro. Dal 2008 il fatturato è cresciuto più del doppio, passando dai 5,2 miliardi di euro agli oltre 13 miliardi del 2010. Eolico, fotovoltaico e biomasse hanno quindi retto bene alla recessione del 2009, dando prova che l’energia pulita può essere uno dei traini per l’uscita dalla crisi.
A Terra Futura, la mostra-convegno sulla sostenibilità che si è tenuta a Firenze nei giorni scorsi, lo ha sottolineato anche il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, intervenendo a un convegno sul tema: «Il dibattito sulle fonti rinnovabili, non come sogno ma come prospettiva seria di politica industriale, ha aperto un po’ gli occhi a tutti su quali siano le grandi prospettive del settore».
Si tratta di potenzialità anche economiche, di cui si è accorto pure il mercato finanziario: sempre più numerosi, infatti, sono i prodotti e gli strumenti di investimento ad hoc, i cosiddetti green fund (fondi verdi), che costituiscono una parte crescente degli investimenti socialmente responsabili (Sri), circa 35 miliardi di euro nella sola Europa. In un settore così strategico il rischio che le organizzazioni criminali si inseriscano con i loro traffici illeciti non può essere trascurato. La difesa della legalità e la tutela della “pulizia” diventano così azioni prioritarie. Da qui nasce il progetto “Score” (Stop crimes on renewables and environment, “Fermare la criminalità organizzata nel settore ambientale e in quello delle energie rinnovabili”), avviato dalla Fondazione culturale Responsabilità etica (Gruppo Banca popolare etica) e finanziato dall’Unione europea. Già partita la prima fase del progetto, che prevede la ricognizione e l’analisi dei casi noti di infiltrazione; dopo l’estate la ricerca delle soluzioni: ricercatori, attivisti di ong, funzionari di banca, esperti in valutazioni etico-finanziarie, esponenti di imprese e associazioni di categoria, lavoreranno per fornire alle aziende oneste strumenti concreti per evitare le trappole del denaro facile o sporco.
Accanto alla Fondazione ci sono Arci Lombardia, l’associazione Saveria Antiochia Omicron, C.D.I.E, il Forest Stewardship Council, il Dipartimento Tesaf dell’Università di Padova e l’associazione Valore Sociale. «L’iniziativa – ha spiegato Mauro Meggiolaro, responsabile del progetto - nasce per prevenire la diffusione della corruzione nel settore delle energie rinnovabili, ma anche dell’approvvigionamento di legname e pellet, di legno per l’edilizia e per gli arredamenti». Ha poi ricordato come in Italia si siano già verificati casi di corruzione e infiltrazione mafiosa: «Crediamo nelle rinnovabili, ma se c’è un problema va identificato, per fornire possibili soluzioni e prevenire».
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, riferisce che «è importante stabilire regole che permettano di smascherare ogni tentativo di penetrazione mafiosa. Al Sud, che ha straordinarie potenzialità in termini di sole e vento, occorre agire perché gli interessi criminali siano lasciati fuori dalla porta». Tra le esperienze virtuose individuate da “Score”, il grande parco di energie rinnovabili nato a Messina e promosso dalla Fondazione di Comunità-Distretto sociale evoluto e dall’azienda sanitaria locale con la collaborazione di diverse realtà, tra cui Banca Etica e Caritas. Sono stati investiti 15 milioni di euro per realizzare un parco dimostrativo delle fonti rinnovabili di produzione energetica (sole, mare, vento) e un parco produttivo diffuso con tecnologie fotovoltaiche. Il progetto comprende tre meso-impianti, costruiti su fondi confiscati alle mafie, 80 impianti su edifici pubblici e 160 su edifici privati.
Notevole l’impatto economico, occupazionale e sociale. Anche perché gli introiti generati dal parco permettono di sostenere iniziative sociali come il progetto «Luce è libertà», sostenuto economicamente anche dalla Cassa delle Ammende del ministero della Giustizia. L'obiettivo è di favorire il reinserimento sociolavorativo di 56 internati dell'ospedale pschiatrico giudiziario (Opg) di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). «Sono importanti occasioni che consentono a queste persone di riprendere in mano la propria vita - ha spiegato Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità Messina -. Il rendimento ci permette di sostenerle anche con progetti come l’housing sociale o la ricostruzione di reti sociali». Un progetto che unisce green economy e welfare.