Referendum eco-milanesi: "Chi è contrario al pedaggio lo dica adesso"
Chi è contrario al pedaggio antismog parli ora e si misuri nelle urne. Oppure taccia per sempre.Intervento di Paolo Hutter per La Repubblica ed Eco dalle città
02 June, 2011
Altro che toto-assessori. Dietro l´angolo c´è una decisione ancora più imminente e determinante per il futuro della città. Che lo si voglia o no, i referendum consultivi cittadini del 12 e 13 giugno sono decisivi perché la nuova amministrazione guidata da Pisapia non potrà e non vorrà disconoscerne l´esito.
Per la prima volta - dopo il troppo complicato quesito sulla trasformazione dell´Aem in società per azioni e dopo il referendum antismog spostato dall´ex sindaco Gabriele Albertini in piena estate - è probabile che i referendum superino il quorum, che per questo tipo di consultazione è al 30 per cento.
Sono importanti per tutti i temi che toccano, e che forse gli oltre 18mila firmatari si sono dimenticati di raccontare in giro. Dalla riapertura delle vie d´acqua, alla cancellazione definitiva del parcheggio della Darsena, dal 50 per cento minimo di verde delle aree in trasformazione, all´aumento delle aree verdi, alla severità dei regolamenti edilizi energetici. Dobbiamo entrare nel merito di tutti e cinque i quesiti, ma naturalmente il più controverso è quello che propone di dimezzare traffico privato e smog attraverso l´estensione del sistema di accesso a pagamento.
Il nuovo tipo di Ecopass esteso a tutte le auto (sia pure con sconti ai residenti nella zona tariffata) e alla circonvallazione esterna finanzierebbe con 60 milioni di euro l´anno l´attuazione di un piano del traffico ecologico incentrato su mezzi pubblici e biciclette. Entrambi più veloci e sicuri con le corsie riservate. Adesso che le elezioni sono passate si può dire chiaramente che il pedaggio urbano per le auto è sgradito all´elettorato di centrodestra - per questo la Moratti lo ha mollato come una zavorra - ma è problematico anche nel centrosinistra. Non è una proposta populista. Per questo - anche se è molto apprezzato dagli studiosi - sono poche le città ad averlo introdotto. A Stoccolma nel referendum del 2006 il pedaggio di congestione è passato a fatica. Grande partecipazione al voto e solo il 53% di favorevoli. (Del resto a Stoccolma non sono previsti sconti per i residenti, questo ha reso un po´ più difficile il sì).
Pochi a Milano hanno finora capito che il 12 e 13 giugno si decide una cosa così impegnativa. È meglio che chi è contrario al pedaggio prenda la parola e si misuri nel referendum. Che «parli ora o taccia per sempre». Il peggio per la città sarebbe avere un distratto «sì» al pedaggio tra dieci giorni e una campagna permanente per abrogarlo poi. Alla destra si dovrebbe dire che a Londra il sindaco conservatore ha mantenuto il pedaggio introdotto dal suo predecessore, il rosso sindaco Livingstone. Ma dirlo non servirebbe a evitare proteste strumentali. Per questo il dibattito va aperto subito e anche i no vanno sollecitati a esprimersi.
"Referendum, Milano raddoppia" - di Armando Stella, da CORRIERE DELLA SERA del 2 giugno 2011
"Il referendum sull’acqua? A Milano resterà pubblica" - di Chiara Campo, da IL GIORNALE del 2 giugno 2011