Referendum eco-milanesi: la vittoria del comitato MilanoSìMuove
La conferenza stampa dei promotori dei quesiti cittadini, soddisfatti della vittoria ma decisi a proseguire la battaglia per una Milano più ecologica
14 June, 2011
“Innanzitutto un ‘grazie’ grandissimo a tutti quelli che hanno passato i mesi di settembre e ottobre 2010 sotto la pioggia a raccogliere firme!”. Marco Cappato prende il microfono alla conferenza stampa dei promotori dei referendum ambientali milanesi dopo Edoardo Croci, che aveva appena finito di sottolineare come il processo che porterà (o almeno dovrebbe) a tradurre i risultati referendari nelle politiche dell’amministrazione comunale, seppur complesso, non può restare vittima di rallentamenti e burocrazia: “E’ prevista una specifica tempistica per recepire gli indirizzi dei referendum, a cui deve corrispondere una idonea programmazione.
L’amministrazione ha gli strumenti per tradurre in atti questo processo di trasformazione!” aveva chiuso in maniera decisa.
Cappato dunque, dopo aver ringraziato i volontari del comitato MilanoSìMuove, ha dichiarato la volontà di proseguire il lavoro fatto finora: “Siamo a totale disposizione per aiutare nella realizzazione concreta e pratica di ciò che i cittadini ci hanno indicato con il loro voto. E’ compito di chi fa lotta politica quello di operare perché le speranze si realizzino. Noi oggi non abbiamo previsioni da fare, ma dobbiamo aiutare per far sì che venga realizzata una riforma ecologica per Milano”.
Le buone intenzioni ci sono tutte dunque, ma oggi, anche se il risultato è stato raggiunto, la battaglia prosegue.
“Noi siamo uniti dal testo dei referendum – continua Cappato, rispondendo alla domanda di un cronista sulle differenti idee che gli stessi promotori hanno sulle decisioni da adottare in futuro – poi ciascuno di noi ha opinioni varie sul futuro di Milano. Sul testo, ad esempio parlando di Ecopass (il quesito che ha ricevuto il minor numero di Sì, il 79,12%, rispetto agli altri, tutti intorno al 95% ), c’è scritto della eliminazione delle esenzioni, che è un impegno per il subito, e c’è scritto della graduale estensione di Ecopass”.
Enrico Fedrighini, altro promotore, prosegue: “Solo attraverso una graduale estensione del servizio di trasporto pubblico capillare realmente alternativo all’auto si potrà in una seconda fase pensare di estendere l’area soggetta all’Ecopass”.
Concretezza dunque, per far sì che dai referendum si passi a decisioni concrete che cambino la vita dei cittadini e che rendano Milano una città più attenta all’ecologia.
“Milano da oggi è più europea grazie alla spinta dei suoi cittadini e ha l’opportunità di diventare un punto di riferimento a livello internazionale per la sostenibilità” hanno dichiarato i promotori. “Abbiamo chiesto un incontro al sindaco Pisapia sulle azioni conseguenti all’esito dei referendum”.
Dunque cosa accadrà ora? Secondo il regolamento comunale il Consiglio comunale dovrà deliberare una mozione di indirizzo conforme ai quesiti referendari, entro il 6 ottobre. Mozione dalla quale poi partirà il lavoro della Giunta.
“L’esito dei referendum” dice Edoardo Croci “dice che una serie di piani che già erano stati fatti con la giunta Moratti erano la direzione che i milanesi chiedevano di sviluppare con più coraggio e di accelerare. Forse – dice sorridendo – qualcuno non l’ha ben capito…”.
“In base ai risultati del referendum ci sono degli effetti immediati che è bene che i cittadini sappiano” sottolinea Fedrighini. “La vittoria del primo quesito, ad esempio, pone una pietra tombale sul progetto del tunnel Linate-Expo. Significa seguire una politica per scoraggiare l’utilizzo delle auto in centro, che non è compatibile con un progetto che è finalizzato a portare nuove auto in centro città facendogli addirittura pagare un pedaggio. Questo significa anche riprendere un piano urbano della mobilità”.
I progetti ci sono, l’entusiasmo anche. Il cammino per dare una svolta alle politiche ambientali milanesi è solo all’inizio.
Qui, il video di Eco dalle città sulla conferenza stampa.