Sodano: subito 5 impianti di compostaggio, obiettivo discariche zero
In un’intervista al Mattino il vicesindaco di Napoli snocciola le cifre che il comune avrà a disposizione da subito per risolvere la crisi rifiuti nel più breve tempo possibile e conferma il no all’inceneritore a Napoli est. Impianto che, per l’associazione Marco Mascagna, è un grande affare per pochi, e un danno per tutti
15 June, 2011
«Servono almeno 5 impianti di compostaggio e l'obiettivo è discariche zero». Lo ha affermato Tommaso Sodano vicesindaco di Napoli con la delega ai rifiuti, in un'intervista al quotidiano Il Mattino in merito all'emergenza rifiuti sottolineando che «8,5 milioni li avremo subito, poi c'è la quota parte del piano regionale che vale intorno ai 40 milioni. Infine la quota parte dei fondi Ue. I milioni sono 300: 145 la prima tranche, un po' di più la seconda». Per quanto riguarda la delibera annunciata dal neo sindaco Luigi de Magistris, il vicesindaco dice che «non ci sarà l'inceneritore e spiegheremo come arrivare al 70-80% della differenziata. E' una scommessa che riguarda tutta la città, abbiamo addosso gli occhi di tutto il mondo perchè Napoli ha un'immagine brutta e dobbiamo cambiarla». Riguardo invece alle responsabilità politiche dell'attuale situazione rifiuti a Napoli, Sodano afferma che «i piani hanno seguito l'alternanza di governo. Giova ricordare che la fase commissariale nasce con Antonio Rastrelli presidente della Regione e Romano Prodi al governo e finisce con Antonio Bassolino e Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Voglio dire che è una questione assolutamente trasversale».
Secondo l’associazione Marco Mascagna l'inceneritore di Napoli Est: un grande affare per alcuni, un grave danno per la collettività.
Dal bando di gara per l'inceneritore, spiega l’associazione, appare chiaro la vera ragione di questo impianto. Il bando prevede infatti:
1) un costo base di 386 milioni a carico della ditta costruttrice per costruire l'impianto
2) la devoluzione alla ditta costruttrice di tutte le somme incassate nei primi 20 anni di esercizio (tariffa di smaltimento, vendita di energia elettrica, CIP6 ecc.). Il bando indica le seguenti cifre base: 93 euro, pagati con i proventi della TARSU, per ogni tonnellata bruciata (ad Acerra si pagano 53 euro); 224 euro per ogni MW prodotto nei primi 8 anni e 70 euro per ogni MW per i successivi 12 anni per la vendita di energia elettrica. In totale 1.793 milioni di euro in 20 anni. Il costo di esercizio è di circa 30 milioni l'anno, quindi il guadagno sarà di circa 1.200 milioni di euro a fronte di un investimento di 386 milioni.
3) la garanzia di conferire almeno 450.000 tonnellate di spazzatura anno.
4) la possibilità ai soli soggetti privati di partecipare alla gara (l'ASIA quindi è esclusa).
«Quindi appare chiaro che l'azienda che vincerà l'appalto non avrà alcun rischio di impresa e guadagnerà quasi il triplo di quanto ha investito. E tutte le somme che guadagnerà derivano dal pubblico (la TARSU, le sovratasse sull'energia elettrica ecc.).
Chi costruisce l'inceneritore a Napoli Est non rischia niente, è sicuro che guadagnerà almeno 2 volte e mezzo quanto investe, e i napoletani non potranno scegliere di gestire i rifiuti in maniera più
salubre perché in ogni caso devono fornire almeno 450.000 tonnellate di rifiuti all'anno».