Genova: il Comune ri-boccia il referendum per i parcheggi nel verde
Bocciata per la seconda volta dalla Commissione consiliare la richiesta di indire un referendum per consultare i cittadini circa la costruzione di un megaparking sotto il parco storico dell'Acquasola. Le reazioni dei referendari
20 June, 2011
Per la seconda volta in cinque mesi il Comune di Genova ha respinto la richiesta dei cittadini di indire la consultazione referendaria sulla costruzione di un parcheggio interrato nel Parco dell'Acquasola, ampio due ettari e mezzo, uno dei più antichi giardini pubblici di Genova, nonché l’ultimo polmone del centro città. Tutto il resto, nel corso degli anni, è stato sommerso dal cemento. Si trattava dell'ultima iniziativa per chiedere ai genovesi se sono favorevoli alla revoca della concessione per la costruzione del parcheggio,lanciata dal Comitato dell’Acquasola, determinatissimo a proseguire la battaglia anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla realizzazione dell’opera, sostenuto da ambientalisti e cittadini contrari alla presunta "riqualificazione" dell'area.
Il referendum consultivo è previsto dall’articolo 24 dello statuto comunale e dal relativo regolamento attuativo (in vigore dal ‘97), anche se a Genova non ne è mai stato indetto uno. Secondo lo statuto le iniziative referendarie possono essere assunte dal sindaco, dal consiglio comunale a maggioranza assoluta o da 6 mila aventi diritto al voto. Secondo il regolamento, invece, servono 12 mila firme. Poi va vagliata, però, l’ammissibilità del quesito.
Il comitato cittadino per la difesa dello storico parco genovese, a fianco dell'associazione Radicali Genova, a seguito della prima bocciatura dello scorso febbraio, aveva presentato a inizio maggio al presidente del Consiglio comunale del capoluogo ligure quattro proposte di referendum popolare. Per ogni quesito erano state raccolte 136 firme (il minimo richiesto è di 50). "Ci auguriamo che questa volta – aveva commentato il presidente del Comitato Acquasola, Luca Guzzetti - non vengano ravvisati problemi e che sia consentito ai cittadini di sottoscrivere i quesiti in modo da convocare la consultazione popolare grazie alla quale i genovesi potranno esprimersi direttamente". A distanza di un mese e mezzo, invece, il temuto referendum è stato nuovamente bloccato, perdendo così - a detta dei referendari - “una grande opportunità per risolvere e mettersi finalmente alle spalle una vicenda che si trascina ormai da decenni, con gravi danni per il parco e per la collettività".
“I quattro quesiti formulati (volti a chiedere ai cittadini genovesi di esprimersi sulla conservazione integrale dei parchi cittadini, sulla costruzione di autosilos nei parchi, sulla revoca della concessione e sul parcheggio interrato nel Parco Storico dell’Acquasola) sono stati respinti dalla Commissione con motivazioni pretestuose, rendendo di fatto impossibile ai cittadini genovesi l'esprimersi su questioni di comune interesse per quanto in funzione meramente consultiva” – ha spiegato Guazzetti, sottolineando che “una delle quattro formulazioni proposte ricalca testualmente uno dei quesiti referendari accettati invece a Milano e largamente approvati nella recente tornata referendaria. Denunciamo le contraddizioni tra le affermazioni di principio di questa Amministrazione e la volontà di riservarsi ogni decisione eludendo la partecipazione della cittadinanza.
"Il comitato Referendario e il Comitato Acquasola, a cui hanno aderito decine di persone, intende attuare anche nella nostra città gli strumenti di democrazia diretta che tengono in debito conto il volere degli abitanti - ha ripreso Guazzetti. Abbiamo pertanto deciso che, visto che ce ne hanno bocciati quattro, di quesiti ne presenteremo 8. Ma faremo anche di più: faremo ricorso in tribunale contro la bocciatura e forniremo le risposte che ci sono state date alla magistratura penale e contabile che come noto stanno indagando con due diversi procedimenti in particolare sulle inadempienze di coloro che avrebbero dovuto tutelare il bene pubblico e non l'hanno fatto e nel caso del referendum lo statuto del comune e i diritti dei cittadini".
"Siamo convinti che se l’operazione dell’Acquasola passasse aprirebbe la strada ad altri interventi di privatizzazione dei parchi storici della città - ha aggiunto Andrea Agostini di Legambiente e portavoce del Comitato Acquasola parco non parcheggio- "Che un parco dell’Ottocento diventi più bello con un megaparking sotto è una favola per pochi” - ha ripreso -. L’Acquasola non è un piccolo problema locale, ma svela come gli interessi economici si intreccino a volte con la politica contro i beni comuni. 482 posti auto nel centro di una città vanno contro tutti i criteri di mobilità sostenibile e di sostenibilità ambientale. Mentre in tutto il mondo si cerca di eliminare le auto dalle città privilegiando il trasporto pubblico, qui invece si invitano le auto a venire in centro e parcheggiare all’Acquasola".
L’unica strada percorribile dovrebbe essere quella di politiche volte alla riduzione del traffico in centro e promozione di mezzi di trasporto collettivo".
Quando è stata data la concessione non c’erano dati scientifici sul rapporto tra traffico e salute, mentre oggi l’Organizzazione mondiale della salute e l’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro si sono espressi. “L’inquinamento prodotto dalle emissioni dei parcheggi in struttura e in superficie è stato a lungo sottovalutato – ha spiegato il professor Federico Valerio, direttore del Dipartimento di chimica ambientale dell’Istituto dei tumori di Genova-. Le emissioni delle auto aumentano in modo significativo nelle fasi di parcheggio: bassa velocità, frequenti accelerazioni e frenate, motori al minimo.In qualità di parco urbano i giardini dell’Acquasola sono e saranno frequentati per gran parte del giorno, nelle ore di maggiore affluenza di traffico, da bambini e anziani, la popolazione più sensibile all’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico.
Dall'altra parte della barricata ci si schiera dietro il problema delle penali. "Dopo tutte le pronunce della magistratura amministrativa, questo parcheggio ha i titoli per essere realizzato e noi siamo legati al vincolo della concessione e, quindi, esposti a dover risarcire l’impresa per l’eventuale risoluzione del contratto».Il vicesindaco, Paolo Pissarello, aveva così replicato alla proposta del Comitato dell’Acquasola di indire il Referendum.
«Dal punto di vista tecnico non so se un referendum sia ammissibile o meno, ma la questione non cambia. Io potrei anche essere d’accordo sull’esito di una consultazione che dicesse no al parcheggio ma, dopo, potrei non essere nelle condizioni di dare seguito a questo risultato per non esporre i cittadini al rischio di dover pagare pesanti penali per la rescissione del contratto».
Pissarello ha inoltre negato l'esistenza di trattative in corso con l’impresa per un sito alternativo all’Acquasola: «Io non ho mai chiuso questa porta ma purtroppo l’alternativa non c’è e, quindi, non ci sono trattative». E l’ipotesi, ventilata, di piazzale Kennedy? "Secondo il piano di bacino del Bisagno è esondabile e, quindi, non adatta a un parcheggio".