Trasporto pubblico locale pulito e a basso consumo energetico? 10 Paesi rischiano grosso
Austria, Bulgaria, Estonia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Slovacchia e la Svezia potrebbero essere deferiti alla Corte di giustizia dell’Unione europea se non metteranno in atto la direttiva che impone precise regole al trasporto pubblico locale
21 June, 2011
La Commissione europea ha richiamato dieci paesi perché non hanno ancora adempiuto ai provvedimenti imposti dalla direttiva europea in merito alla promozione del trasporto ecologicamente compatibile.
I paesi sono l’Austria, la Bulgaria, l’Estonia, la Gran Bretagna, la Grecia, l’Irlanda, il Lussemburgo, la Slovenia, la Slovacchia e la Svezia: se entro due mesi non informeranno la Commissione sulle misure prese per adeguarsi alle normative rischiano di essere deferiti alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Ma di cosa si tratta, per la precisione? Lo scorso 4 dicembre scadeva il limite per l’implementazione della direttiva è la 2009/33, in base alla quale i veicoli utilizzati dal settore pubblico devono rispondere a precisi standard di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.
Quando la pubblica amministrazione e gli operatori di un servizio pubblico acquista o utilizza autovetture, autobus o veicoli commerciali, deve tenere conto del consumo energetico, delle emissioni di anidride carbonica, di ossidi di azoto, di idrocarburi non metanici e di particolato. Gli impatti energetici e ambientali devono essere tradotti in termini monetari seguendo una metodologia indicata dal decreto legislativo.
Si tratta di uno dei provvedimenti considerati più importanti presi dalle autorità europee per stimolare il mercato a investire nello sviluppo delle energie pulite e nel trasporto sostenibile.