Torino: la Provincia sulla strada del compostaggio collettivo. Intervista all'assessore Ronco
In attesa di conoscere l'esito del bando della Provincia di Torino per progetti di compostaggio collettivo - scaduto il 24 giugno - pubblichiamo un'intervista di Eco dalle Città all'assessore provinciale all'Ambiente, Roberto Ronco
27 June, 2011
Inizierei chiedendole di spiegare una differenza. In questo caso non siamo davanti al compostaggio ottenuto con l'uso di una "classica" compostiera. Il bando è rivolto a progetti di compostaggio collettivo attraverso compostiere automatiche o semiautomatiche…
Esatto, il bando in questione si è posto l’obiettivo di ricercare candidature, e pertanto di assegnare contributi, a fronte della presentazione di progetti per la riduzione dei rifiuti organici attraverso l’utilizzo di macchine automatiche e/o semiautomatiche.
Le localizzazioni per le quali è stato possibile presentare domanda di contributo sono:
1 Le strutture ricettive, mense o simili;
2 le aree urbane, condomini o simili;
3 i centri di raccolta rifiuti.
Chi poteva partecipare al bando?
I Comuni, le strutture pubbliche ma anche private del territorio della provincia di Torino.
Cosa ha spinto la Provincia di Torino a percorrere questa strada?
La frazione organica (FORSU+verde) rappresenta mediamente il 25-30% della produzione totale di rifiuti. Il nostro strumento di programmazione in tema di rifiuti (PPGR06), e in modo più significativo la sua revisione in corso di redazione, definiscono importanti politiche per la riduzione a monte di questi rifiuti, indicando un aumento della sua raccolta differenziata solo esclusivamente nei territori ove non è possibile forme di autocompostaggio. Tuttavia, l’estensione massiccia dell’autocompostaggio coinvolge, evidentemente, solo le porzioni di territorio provinciale con caratteristiche rurali e collinari/montane, mentre sono escluse le restanti porzioni con densità abitativa medio-alta.
Ci sono già esperienze di questo tipo fatte da enti locali e che risultati hanno ottenuto in termini di riduzione?
Negli ultimi anni si stanno diffondendo esperienze di compostaggio di prossimità, in particolare svolte in piccole comunità e mediante composter familiari o anche attrezzature automatiche e semiautomatiche, che permettono, attraverso l’utilizzo di macchine, il compostaggio anche in aree con caratteristiche territoriali non rurali. Sul territorio italiano sono pochissime le istallazioni già attive (nessuna al momento nel territorio piemontese), ma dai primissimi risultati tale esperienza appare interessante.
Esperienze più consolidate si registrano nel Nord Europa, ma anche in Francia e in Svizzera.
Lo scorso aprile nell’ambito di Energethica al Lingotto Fiere si è svolto un convegno che ha fatto il punto sulla normativa in tema di compostaggio collettivo. Come si siete mossi sull’aspetto normativo?
Sul piano normativo il nostro bando inquadra l'attività nell'ambito della definizione di autocompostaggio data dal TUA, art. 183 c.1 lett.e) D. Lgs. 152/06. In tal senso il bando individua alcune condizioni, che devono essere contemporaneamente verificate affinché l'attività prevista possa essere definita autocompostaggio e non sia necessaria l’autorizzazione. Qualora anche una sola di tali condizioni non fosse verificata il macchinario può essere utilizzato solo previa autorizzazione
Secondo Lei, questa modalità potrebbe essere la strada per diffondere la pratica del compostaggio in ambito urbano? Crede sia possibile prospettare anche una riduzione della tassa rifiuti alle utenze che introdurranno il compostaggio come prassi?
L’iniziativa promossa dalla Provincia di Torino rappresenta sicuramente una prima esperienza, che potrà costituire veicolo per la successiva e più ampia diffusione nel caso in cui, come auspichiamo i risultati siano positivi. L’obiettivo dell’attuale sperimentazione (con questo bando si promuove l’installazione di 3 sole macchine) è anche quello di valutare se l'ambito urbano sia il più adatto per il diffondersi di tali esperienze. Una riduzione della tassa/tariffa rifiuti sarebbe auspicabile ma ciò è attualmente possibile solo laddove vige un sistema tariffario, negli altri casi è necessario verificare il reale impatto di questa pratica sul servizio valutando il numero e la dislocazione delle utenze servite.