Smog, a Napoli centraline fuori uso da mesi. Attilio Poli: «Ci sono gli estremi per una class action»
Intervistato da Eco dalle Città Attilio Poli de La Mia Aria reputa gravissima la mancanza di dati sulla qualità dell’aria partenopea: «Arriveranno sicuramente sanzioni dall’Europa, e le pagheranno tutti i cittadini. Per mancata tutela della salute pubblica è possibile una class action».
08 July, 2011
Nei giorni scorsi siamo tornati ad occuparci delle centraline di misurazione della qualità dell’aria presenti nella città di Napoli. In data 27 giugno avevamo scritto che da tre mesi le centraline non garantivano le misurazioni minime obbligatorie: su 9 impianti ad aprile ne funzionavano un paio, a maggio altrettanto, nel mese di giugno solo un impianto effettuava rilevazioni. I dati sono facilmente consultabili sul sito dell’Arpa Campania.
Nella prima settimana di luglio il black out è totale: l’Arpac non fornisce nemmeno un dato relativo all’inquinamento cittadino.
In proposito abbiamo intervistato Attilio Poli, project manager de La Mia Aria, sito che si occupa di previsioni dell'inquinamento atmosferico su tutto il territorio nazionale.
Dr. Poli, voi utilizzate dati Arpac per i vostri studi?
«Noi facciamo previsioni modellistiche e per fortuna il modello è già calibrato e va avanti. La calibrazione ultima non sarà stata possibile sui dati Arpac. Il modello gira da due anni quindi va avanti da solo a prescindere dalla presenza dei dati della rete».
In questa fase l’ozono è un problema di scala regionale e noi prendiamo la calibrazione di altre province campane, il problema si presenta però per le polveri sottili in quanto in quel caso serve una calibrazione più locale».
Sa che da oltre tre mesi le centraline Arpac non forniscono dati su Napoli?
«Il fatto che le centraline non effettuino monitoraggio è gravissimo, perché servono per sapere cosa succede, per intervenire e per informare la popolazione. Qui si sta venendo meno a livello di obblighi comunitari. L’inadempienza dell’Arpac potrebbe costare l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea che pagheranno tutti i cittadini, come in passato avvenne in altre regioni».
L’Agenzia regionale ha fatto sapere, in data 27 giugno, che «è in fase di consegna il servizio di manutenzione delle centraline e nei prossimi giorni saranno disponibili tutti i dati». Ma è possibile che venga effettuata la manutenzione contemporaneamente sull’intera rete cittadina?
«Tre mesi di manutenzione non si sono visti in nessuna regione. In questi casi si lavora a scaglioni senza bloccare tutta la rete per un periodo così lungo. Io credo che data l’inadempienza della fornitura del servizio da parte dell’Arpac si potrebbe valutare una class action da parte della popolazione e delle associazioni. Noi de La Mia Aria ci potremmo attivare in tal senso.
Esiste infatti una direttiva* - spiega Attilio Poli – che parla di obbligo di informazione in materia ambientale. Obbligo in quanto i dati relativi al monitoraggio servono soprattutto a informare la popolazione su eventuali problemi di salute pubblica, sulla presenza di criticità. Noi in questo momento a Napoli non possiamo sapere se ci sono rischi per la salute dei cittadini perché nessuno misura la qualità dell’aria. E’ gravissimo perché non garantisce la tutela della salute pubblica».
*L’articolo 18 del decreto lgs. 155/2010 di attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente disciplina l’informazione da assicurare al pubblico in materia di
qualità dell’aria .
In particolare, al comma 1, prevede che le amministrazioni e gli altri enti che
esercitano le funzioni previste assicurino l’accesso al pubblico e la diffusione de:
•le informazioni relative alla qualità dell’aria,
•le decisioni con le quali sono concesse o negate eventuali deroghe,
•i piani di qualità dell’ aria,
•i piani d’azione,
•le autorità e organismi competenti per la qualità della valutazione dell’ aria.