International Transport Forum: la mobilità ciclistica diventa globale
Al Summit mondiale dei Trasporto per la prima volta si è parlato di mobilità ciclistica come parte integrante delle politiche di trasporto urbano sostenibile. Appello a tutti gli stati per l'adozione e la gestione di politiche nazionali in linea con gli obiettivi globali
12 July, 2011
Dal 25 al 27 maggio scorsi si è tenuta a Lipsia, Germania, il Forum Internazionale dei Trasporti (ITF), l’annuale summit mondiale dei 52 Ministri dei Trasporti aderenti all’OCSE.
Per la prima volta la mobilità ciclistica, mai trattate nelle edizioni precedenti, è entrata nel programma dei lavori. Ciò è stato possibile per iniziativa di ECF, l’Europaen Cyclists Federation – che rappresenta 500.000 utenti della bicicletta in Europa iscritti ad oltre 40 organizzazioni federate. Uno stand dell'ECF è stato pure allestito per presentare le principali attività in corso a livello internazionale.
Durante i lavori il Presidente di ECF, il tedesco Manfred Neun, ha presentato, inoltre, la Carta di Siviglia, approvata dai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla mobilità ciclistica “Velo-City” , tenutasi nella capitale andalusa dal 23 al 26 marzo scorsi, riguardante i benefici per le città derivanti da una politica della mobilità ciclistica locale e nazionale.
I Ministri convenuti all'ITF hanno infine approvato un documento quadro di impegni in cui, tra gli altri punti, si sottolinea l’importanza del sostegno al trasporto a piedi, in bici e con mezzi pubblici e si richiama espressamente la dichiarazione della Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti del 2004 su Politiche nazionali di ciclabilità con cui i Ministri già riconoscevano alla mobilità ciclistica il ruolo chiave di "parte integrante delle politiche di trasporto urbano sostenibile" e si davano precisi obiettivi da perseguire.
A conclusione del summit di Lipsia, il 16 giugno scorso, l’ECF ha scritto ai 52 Ministri dei Trasporti presenti – per l’Italia c’era il Ministro Matteoli – per raccomandare di fatto il rispetto degli impegni sottoscritti e un un riscontro delle iniziative adottate in ciascun Paese.
Ad alcune settimane da quest’ultima iniziativa, Fiab ha chiestoa Bernhard Ensink, Segretario Generale dell’ECF, una sua valutazione sul summit ITF e, soprattutto, quali riscontri si attendono dai Ministri destinatari delle successive raccomandazioni, sapendo che in Italia manca una politica nazionale della mobilità ciclistica."All’International Transport Forum mai il tema della mobilità ciclistica era stato preso in considerazione- ha commnetato Ensink -. L’ECF, in quanto principale organismo internazionale a tutela e promozione del trasporto in bicicletta, si è attivata perché ciò fosse possibile. Il Presidente Manfred Neun ha partecipato a due tavole rotonde evidenziando anche gli aspetti economici, oltre che sociali ed ambientali, dell’uso della bicicletta quale strumento di mobilità ad impatto zero, non ingombrante e assolutamente accessibile a tutti. Credo fermamente che, senza i nostri sforzi, i Ministri presenti non avrebbero mai inserito nel loro documento finale la raccomandazione al rispetto della Dichiarazione sulle politiche nazionali di mobilità ciclistica per la gestione di sistemi di trasporto urbani sostenibili”.
Ma quali aspettative ci sono a seguito delle lettere inviate ai Ministri dei Trasporti nazionali? L'Italia, per esempio in materia di infrastrutture ciclabili non ha una politica nazionale. “Noi speriamo di ottenere risposte positive da tutti i Ministri. Ma la nostra intenzione - ha concluso il segretario dell'ECF - è stata anche quella di sostenere le organizzazioni nazionali aderenti all’ECF, come la FIAB, nelle azioni di lobby e di relazioni istituzionali a livello nazionale. Ci auguriamo, infine che i Ministri degli Stati membri dell’UE si attivino per sostenere sempre più maggiori decisioni a favore della ciclabilità, sia presso la Commissione europea che presso il Parlamento Europeo”.
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