Lampioni stradali che regolano l'intensità della luce: l'ultima frontiera del risparmio energetico
Si diffondono, in Italia e all'estero, le sperimentazioni di sistemi di illuminazione stradale “intelligenti”, in grado di modulare l'intensità luminosa in base alle necessità. Un accorgimento che permette di risparmiare fino al 50% e oltre sulla bolletta elettrica delle città, oltre naturalmente a ridurre l'inquinamento luminoso
03 August, 2011
L'illuminazione pubblica è una delle voci più consistenti della bolletta energetica dei comuni. Che si tratti di piccoli centri o di grandi città, tutti hanno un bel da fare per coniugare i costi del servizio e la necessità di contenere i consumi energetici con le esigenze di sicurezza, presunte o reali, dei cittadini. Per questo negli ultimi anni le amministrazioni comunali italiane e straniere se ne sono inventate davvero di tutti i colori per cercare di ridurre gli sprechi senza far piombare strade e piazze nella totale oscurità. Dal lampioni alimentati ad energia solare a quelli schermati verso l'alto, in modo da far “piovere” la luce solo dove serve, dalle lampade a Led ad altissima efficienza alle postazioni multifunzione in grado di ricaricare i veicoli elettrici e monitorare la qualità dell'aria, le soluzioni tecnologiche a disposizione di piccoli e grandi comuni sono ormai numerose. A cominciare dall'ultima frontiera del risparmio energetico, il lampione intelligente in grado di modulare l'intensità luminosa a seconda delle necessità. L'ultima città, in ordine di tempo, ad annunciare l'introduzione delle “smart lamp” è stata Londra, dove, nel quartiere di Westminster saranno presto installati 2mila dispositivi luminosi dotati di controllo remoto, in grado non solo di monitorare lo stato di funzionamento e i consumi dei lampioni, ma anche di abbassare l'intensità di luce quando il flusso di pedoni e veicoli è più basso, oppure quando le condizioni naturali lo permettono. Una trovata che permetterà al Westminster city Council di risparmiare 8,4 milioni di sterline nell'arco dei prossimi vent’anni.
Tecnologia made in Italy
E se Londra si prepara a sperimentare i suoi lampioni intelligenti, l'Italia non sembra essere da meno. Grazie al progetto “Riviera intelligente” con capofila Cesenatico, ad esempio, le lampade stradali installate lungo la riviera romagnola saranno presto sostituite con dispositivi telegestiti “Minos”, brevettati dall'italiana Umpi, in grado, secondo le dichiarazioni dei produttori, di assicurare un risparmio di elettricità compreso tra il 35 e il 50% (costo della sostituzione: 250-300 euro a lampione). Oltre a funzionare come postazioni di videosorveglianza e hot spot per la rete a banda larga, i lampioni forniranno ai bagnanti informazioni aggiornate sulla qualità delle acque e, soprattutto, potranno essere tarati in tempo reale in base ai flussi di traffico, in modo da evitare sprechi di energia. La stessa azienda di Cattolica, tra l'altro, ha già installato i medesimi lampioni “modulabili” sulle autostrade inglesi, in alcune stazioni ferroviarie e nella città saudita della Mecca, dove sono già in funzione 18mila lampade intelligenti.
L'esperienza di Barletta
La stessa tecnologia è stata già adottata da diversi comuni italiani grandi e piccoli, come Fara Gera d'Adda, meno di 8mila abitanti in provincia di Bergamo. Grazie all'installazione di 752 lampioni intelligenti, il comune lombardo è riuscito ad abbattere del 43% i consumi energetici legati all'illuminazione pubblica. Risultati significativi, che hanno spinto il comune di Barletta (quasi 100mila abitanti) ad avviare, nell'autunno scorso, un'analoga sperimentazione. I lampioni installati in due strade del centro cittadino (corso Vittorio Emanuele e corso Giuseppe Garibaldi) sono stati sostituiti con i dispositivi “regolabili” telegestiti, permettendo un risparmio di energia su base settimanale del superiore al 32 %. Nella sola notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2011, ad esempio, sono stati consumati 179 kilowattora (kwh) di elettricità contro i 266 previsti.
Prato e Roma
Anche nella città di Prato, grazie a un investimento di 600mila euro, sono stati installato dei lampioni stradali dotatii di speciali “regolatori di flusso” che, agendo sulla tensione di alimentazione delle lampade, permettono di adattare l'intensità luminosa in base alle esigenze del momento. Secondo l'amministrazione comunale, in questo modo si risparmiano circa di 450.000 kwh all’anno, evitando l'emissione in atmosfera di 310 chilogrammi di Co2, oltre a ridurre l'inquinamento da ossidi di zolfo e di azoto. I primi in Italia a sperimentare una simile tecnologia, in realtà, erano stati gli amministratori del IV Municipio di Roma, che già nel 2008 avevano attrezzato una strada alla periferia di Roma, via dello Scalo di Settebagni, con un impianto di illuminazione pubblica in grado di regolare l’intensità della luce: una luce più fioca quando non c’è passaggio di auto o persone, una luce più intensa quando ce n’è bisogno. Il risparmio stimato, in questo caso, è stato del 65%, anche grazie all'uso di lampadine al silicio, che durano 40 volte di più delle tradizionali.
Quanto si risparmia
Il principio, dunque, è molto semplice: illuminare dove serve, quando serve e quanto serve, evitando sprechi di energia e inquinamento luminoso. La stessa filosofia è alla base di un altro prodotto made in Italy, lanciato sul mercato dalla Betagroup di Pomezia, in provincia di Roma. Si chiama Lighting mode ed è un lampione a Led da 150 lumen watt in grado di modulare la luminosità a seconda del traffico. Il produttore, in questo caso, promette un risparmio medio, in termini di costi d'illuminazione, del 50% e tempi di recupero dell’investimento di 5 - 6 anni. Il mercato, in particolar modo quello italiano, sembra dunque maturo, e su una cosa le aziende concorrenti sono d'accordo: le prospettive di risparmio per le pubbliche amministrazioni sono davvero interessanti. «Considerando la sola illuminazione pubblica nazionale – azzarda Marco Ghetti, tecnico della Umpi - con un ottimo sistema di efficienza energetica si potrebbe ottenere un risparmio di 2.200 milioni di kwh, a fronte di un bisogno complessivo di 6.300 milioni di kwh». Una quantità di energia pari al doppio di quella generata in un anno dalla centrale nucleari svizzera di Mühleberg. Solo in Lombardia, tanto per fare un altro esempio, sono installati circa 1 milione e 400 mila punti luce, che se sostituiti con dispositivi intelligenti permetterebbero un risparmio di 34 milioni di euro all’anno sulla bolletta energetica, evitando di bruciare circa 46mila tonnellate di petrolio. A fronte, va detto, di un investimento iniziale sicuramente significativo.
Modulabile e rinnovabile
Un ulteriore passo avanti in termini di riduzione delle emissioni, infine, lo ha fatto la Philips, che di recente ha lanciato il sistema di illuminazione Sustainable City Lights, che non solo è in grado di tarare l'intensità luminosa quando ci sono delle persone nei paraggi, ma è anche alimentato con energia solare ed eolica. I pali della luce, realizzati con un design innovativo e dotati di lampade a Led, sono in grado di immagazzinare l'energia rinnovabile accumulata durante il giorno (e nelle ore ventose), per poi utilizzarla di sera per generare luce, più intensa in presenza di passanti, soffice e diffusa quando strade e piazze sono deserte. Le premesse, dunque, ci sono tutte: tecnologia matura (anche made in Italy), possibilità di scelta, tempi di ritorno degli investimenti relativamente brevi. Resta, forse, da scardinare definitivamente l'antico pregiudizio secondo cui una città più illuminata è automaticamente più sicura, per fare in modo che, se non altro, a nessuno capiti più di trovarsi davanti un lampione acceso in pieno giorno.