Bari, Comitato Rif: "Costretti a produrre 470 tonnellate al giorno di rifiuti per fare il Cdr"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa inviato dal Comitato Riprendiamoci il futuro, che esprime la propria preoccupazione per la prossima firma del contratto per la gestione ordinaria dell’impianto complesso che produce Combustibile Derivato da Rifiuti in contrada Martucci a Bari
03 August, 2011
Il testo del comunicato stampa del Comitato Riprendiamoci il Futuro:
Il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale nella Regione Puglia, Nichi Vendola, sta per firmare il contratto per la gestione ordinaria dell’impianto complesso che produce Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR) in contrada Martucci.
Purtroppo, il contratto conterrà, ancora una volta, la clausola che OBBLIGA i comuni del Bacino Bari 5 a conferire 470 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati per i prossimi 15 anni.
Questa clausola è una iattura, in quanto indica una quantità di rifiuti pari all’attuale produzione giornaliera di rifiuti indifferenziati dei 21 comuni dell’ATO Bari 5 (fermi ancora, purtroppo, sotto il 20% di raccolta differenziata) e mortifica la prevenzione della produzione di rifiuti e il recupero di materia dai rifiuti, principi cardine della legislazione europea e nazionale.
Se gli ATO e/o i Comuni aumentassero la raccolta differenziata i cittadini pagherebbero meno tasse (TARSU) e la qualità dell’ambiente migliorerebbe: recuperare i rifiuti costa meno che bruciarli e, soprattutto, non inquina. Il contratto che si appresta a firmare Vendola contiene garanzie solo per una parte: il gruppo d’imprese Lombardi Ecologia e CO.GE.AM..
Firmando il contratto, Vendola si assume anche la responsabilità delle conseguenze culturali, sociali, ambientali, politiche ed economiche di tale scelta scellerata. E come se non bastasse, non è stato ancora attivato il centro per la raccolta differenziata, realizzato da oltre 10 anni in contrada Martucci, che potrebbe contribuire a rendere più efficace la raccolta differenziata.
Il Comitato RIF esprime il proprio sdegno, poiché nonostante le reiterate e chiare segnalazioni più volte fatte pervenire agli organismi politici e amministrativi della Regione, nulla è stato fatto per evitare di arrivare a questo punto.