Sporcizia nel Po: generazione spontanea di pattume o maleducati a spasso?
Le alghe crescono da sole, ma tanto velocemente come sono spuntate, velocemente spariranno all’arrivo dell’autunno. L’Arpa conferma, è colpa del caldo, E i rifiuti? Amiat: “Colpa del caldo se puzzano, ma che ci fa una tuta da bambino in mezzo all’acqua?”
26 August, 2011
Alghe e rifiuti si sono impossessati del Po: un articolo de La Stampa denunciava la perplessità dei turisti, che contemplano lo “spettacolo” dalla Gran Madre, chiedendosi cosa stia succedendo.
Bottiglie di birra, spazzatura di ogni tipo, addirittura palloni di gomma e una tutina da neonato, oltre ad un tappeto di alghe che regala al fiume un inedito look da palude. Non così inedito a dire il vero.
“Noi non siamo mai stati allertati per la questione alghe – ci raccontano al telefono dagli uffici dell’Arpa Piemonte – però bisogna dire che questo è un fenomeno piuttosto ricorrente, anche nel resto della regione. Certo, di solito capita con più frequenza nei laghi ma quando la temperatura sale così tanto può succedere che la vegetazione delle acque fluviali cresca a dismisura, perché può beneficiare oltretutto di un nutrimento fuori dalla norma. Il Po non fa eccezione, e non è certo la prima volta. Non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di eseguire controlli sulle acque, ma non è il caso di parlare di situazione fuori controllo. Persino sul Lago Maggiore, che oltretutto è balneabile, capita spesso e quando capita c’è poco da fare: è un fenomeno naturale, per quanto magari esteticamente poco gradevole”.
Poco gradevole ma anche di breve durata. Non c’è bisogno di interventi straordinari per rimuovere le alghe – che fra l’altro, come ammette lo stesso Comune di Torino, sarebbe un compito gravoso e complicato da realizzare – sarà l’autunno a portarsele via, quando le temperature si abbasseranno e l’acqua tornerà a crescere di livello. La secca delle ultime settimane, testimoniata anche dai rilevamenti idrometrici dell’Arpa, non ha permesso però alle sole alghe di spuntare dalla superficie del fiume: accanto ai ciuffi verdi fanno capolino i rifiuti, che certo non danno una mano a migliorare la qualità dell’aria.
“La squadra di Amiat è al lavoro per ripulire l’area e l’intervento dovrebbe concludersi in giornata – assicura Roberto Bergandi, Direttore comunicazione dell’azienda. “Questo è stato un intervento straordinario, che abbiamo svolto al di fuori dal normale turno di pulizia settimanale della zona, perché il caldo ha reso l’acqua bassa e torbida, e dunque i rifiuti che finsicono nel Po si incagliano più facilmente. Non a caso il grosso della sporcizia è stato trovato a ridosso delle colonne dei ponti. Poi, con le alte temperature la decomposizione dei rifiuti organici produce odori particolarmente sgradevoli, quindi le lamentele dei turisti sono comprensibili. Capita anche nelle vie cittadine, gli inquilini che vivono ai primi piani dei palazzi sentono l’odore salire dalla strada e ci chiedono di intervenire. Noi cerchiamo di aumentare la frequenza dei ritiri quando il caldo è particolarmente torrido, ma nel caso del Po diciamo la verità: il problema è l’inciviltà di chi usa il fiume come un cassonetto, non un’emergenza dovuta alle condizioni ambientali. Che cosa ci fa una tuta da bambino al centro del fiume?".
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