“Il CDR è rifiuto? Cosa cambia dopo la sentenza della Corte, i nuovi permessi da chiedere"
“La sentenza della Corte Europea obbliga a maggiore cautela, e a un iter autorizzativo più attento, per utilizzare il Cdr Q”. Intervista a Raphael Rossi, della ESPER (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti) che ha curato la progettazione del sistema porta a porta a Napoli ed è Vice Presidente dell’Amiat spa
22 January, 2009
La Corte Europea condanna l’Italia e stabilisce che il CDR è un rifiuto. Quali saranno le ripercussioni di questa sentenza?
La sentenza fa riferimento al CDR-Q, acronimo di Combustibile Derivato da Rifiuto (RDF Refuse Derived Fuel) di qualità elevata è definito dalla norma UNI 9903-01 che ne definisce gli standard qualitativi.
Il governo italiano aveva introdotto una definizione che declassava il CDR-Q dalla sua natura di rifiuto e lo qualificava come combustibile.
La normativa italiana ed europea prevede che tutti gli impianti che trattano i rifiuti debbano essere autorizzati a farlo tramite particolari procedure amministrative.
La realizzazione di impianti termici che bruciano combustibili tradizionali (cementifici, centrali termoelettriche etc) ha invece un iter autorizzativo più semplice e meno soggetto a possibilità di revoca. Gli impianti termici peraltro sono autorizzati a limiti di emissioni in atmosfera significativamente più alti rispetto agli impianti autorizzati a incenerire rifiuti.
In questa sentenza si ribadisce che i tutti i derivati dai rifiuti debbano essere trattati in impianti autorizzati appositamente a farlo e che non ci possano essere deroghe per impianti che trattano particolari tipologie di derivati; si evita che il CDR-Q possa essere bruciato in impianti che non siano autorizzati ad incenerire i rifiuti.
E’ corretta l’interpretazione della Corte Europea? Il CDR è un rifiuto?
Io considero corretta l’interpretazione della Corte Europea. Si tratta peraltro di un intendimento più volte ribadito dall’Unione Europea, possono essere fatti sforzi per velocizzare gli iter autorizzativi dei vari tipi di impianti che trattano i rifiuti ma superare un livello autorizzativo sotto pretesto che tale materiale non è un rifiuto ma un combustibile è pretestuoso.
Prova ne è del resto che, nei casi a me noti, gli impianti chiedono un corrispettivo per bruciare CDR nei loro forni, mentre devono pagare gli altri combustibili.