Parcheggi gratuiti, errore strategico o un dovere delle amministrazioni?
Donald Shoup ha inaugurato gli interventi del 15° congresso dell’EPA con il suo cavallo di battaglia: la sosta gratuita è un danno per l’economia e per l’ambiente. Il Codice della Strada dice il contrario: i parcheggi gratuiti ci devono essere, seppure con molte restrizioni. E ancora, che percezione hanno i cittadini europei del parcheggio a pagamento?
15 September, 2011
Il prezzo del parcheggio è soprattutto un problema politico: l’ha detto Donal Shoup, il professore californiano nemico giurato della sosta gratuita, nella giornata di inaugurazione del 15° Congresso dell’European Parking Association, a Torino. Un’idea largamente condivisa dai numerosi amministratori presenti in platea; è raro guadagnare consensi aumentando le tariffe, ma nemmeno le strade congestionate sono nella top ten dei cittadini. L’intervento del Professor Shoup ha riproposto la teoria della regola aurea del parcheggio, che prevede tariffe variabili (ma mai gratuite) su tutta la città, concepite in modo da mantenere sempre 1 parcheggio vuoto ogni 8. La teoria per cui la sosta gratuita – secondo lo studioso – non dovrebbe essere mai consentita si basa sull’analisi di un fenomeno molto comune nelle città di tutto il mondo: il cosiddetto “cruising for cheap parking”, e cioè l’intasamento causato dagli automobilisti che “girano in tondo”, alla ricerca di un parcheggio a raso, più economico di quello che potrebbero trovare nei parcheggi strutturati, di solito più cari. Un’abitudine particolarmente diffusa negli Stati Uniti; forse un po’ meno in Italia, un po’ perché i parcheggi sotterranei o“ a torre” in città sono meno frequenti e un po’ perché spesso sono pieni anche quelli, a causa della mancanza di spazio.
“Gran parte del traffico che attanaglia le metropoli è dovuto a questo errore strategico – ha spiegato Shoup – E non è solo un problema di congestionamento, ma anche di sicurezza stradale; gli automobilisti che cercano un posto tendono ad assumere comportamenti estremamente pericolosi alla guida: inversioni a U, contromano, frenate improvvise… Bisogna regolare l’affluenza ai parcheggi in modo da evitare il più possibile questo fenomeno, e l’oscillazione del prezzo è il modo più semplice per farlo”. A San Francisco per esempio, le tariffe sono estremamente diversificate da una zona all’altra della città, e i prezzi variano notevolmente a seconda dell’orario e del giorno della settimana. Un’idea ancora più innovativa, per ora adottata in California solo in alcuni parcheggi multilivello, si basa su parcometri regolati a distanza, che permettono di regolare il prezzo della sosta in base alla quantità di posteggi liberi. Può capitare quindi che a breve distanza di tempo lo stesso parcheggio costi 1 o 4 dollari, e questo permetterebbe di mantenere tendenzialmente costante la quantità di posti liberi.
Il fatto che i parcometri siano costantemente connessi (proprio per consentire il monitoraggio a distanza) fa sì che in tutta la zona intorno al parcheggio ultratecnologico sia sempre presente il wireless. “Bisogna far capire alle persone che dal pagamento del parcheggio, a volte anche più costoso di quanto si sarebbero aspettati, nascono benefici e servizi per la comunità. E’ fondamentale che le amministrazioni cittadine reinvestano quanto guadagnato con i parcometri nella manutenzione e pulizia delle strade, nella sicurezza, in tutto ciò che può far pensare a un cittadino che pagare un po’ di più vale la pena”.
Ma è così per tutti? La sosta gratuita a raso (e cioè su strada) non è un diritto almeno in alcune zone della città? Lo è in Italia per il Codice della Strada, che all’art. 7 prevede proprio che “qualora il comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. L’obbligo non vale in caso di ztl, aree pedonali, o di particolare rilevanza urbanistica.
“La sosta gratuita è sempre un errore: non danneggia solo l’ambiente, ma anche l’economia. Un parcheggio pieno lungo una via in cui siano presenti dei negozi impedisce che si fermino nuovi potenziali clienti”.
Un problema politico, dunque. Ne è convinto anche Giuliano Mingardo, ricercatore dell’Erasmus University di Rotterdam, che al Conngresso di Torino ha presentato un’indagine sulla percezione del parcheggio a pagamento fra cittadini e mass media e un sondaggio sulla percezione che lo stesso settore dei parcheggi europei ha di sé. (Il campione si basava su 450 professionisti, fra Italia, Francia e Olanda). Secondo il rapporto, la percezione che i cittadini hanno della sosta a pagamento è perlopiù fortemente negativa. “L’immagine dei parcheggi a pagamento generalmente non è affatto buona fra i cittadini… Il servizio è caro, scarso e i posti a disposizione sono sempre troppo pochi – ha commentato Mingardo – I media poi non aiutano: quasi nessuno conosce bene i ragionamenti che stanno dietro alla pianificazione dei parcheggi, e si punta sempre il dito sugli aspetti più problematici. L’impressione è che il parcheggio più che un servizio sia una vacca da mungere”.
Secondo Mingardo oltre alla questione culturale c’è un problema di immagine: sono le stesse agenzie dei servizi di parking a dare di sé un’immagine riduttiva. Dopo aver mostrato una carrellata di fotografie promozionali (almeno nelle intenzioni) tratte dai siti web di varie aziende europee, il ricercatore ha commentato: “Perché mostrare sempre solo il lato più grigio dei parcheggi? Torri giganti, strutture metalliche, macchinette per il pedaggio; tutto questo evoca una sola cosa: soldi. Bisogna cominciare un nuovo corso e mostrare ciò che si può fare parcheggiando l’auto: passeggiare liberi nelle aree pedonali, andare in bici, godersi una città più pulita”.
Il sondaggio proposto da Mingardo ha poi rivelato un altro dato interessante: gli addetti ai lavori sono tutti d’accordo sul fatto che i “pendolari” debbano pagare il parcheggi. Ma i residenti? E’ giusto che possano parcheggiare l’auto in strada senza pagare? “Weak consensus” è la risposta data dal sondaggio. Consenso debole: gli stessi addetti ai lavori su questo punto non hanno affatto le idee chiare. La discussione resta aperta.