CGIL, insostenibili i tagli al servizio pubblico
Il sindacato: "Pesanti tagli al trasporto pubblico locale per oltre 1,6 miliardi di euro, scelte miopi che pongono sempre al centro l'auto privata, un impietoso confronto tra le nostre città e le grandi capitali europee in termini di riduzione della mobilità privata e dei livelli di inquinamento"
20 September, 2011
"Pesanti tagli al trasporto pubblico locale per oltre 1,6 miliardi di euro, scelte miopi che pongono sempre al centro l'auto privata, un impietoso confronto tra le nostre città e le grandi capitali europee in termini di riduzione della mobilità privata e dei livelli di inquinamento".
E' questo, per la Cgil, il biglietto da visita del nostro Paese in occasione della Settimana europea della mobilità, che durerà fino al 22 settembre.
Una settimana, denuncia la Cgil, “che cade in un momento particolare del Paese alle prese con gli effetti di una manovra economica che si abbatte come una scure sugli enti locali e, nello specifico, sulle risorse per il trasporto pubblico con tagli per oltre 1,6 miliardi di euro che produrranno una diminuzione del servizio fino al 50%, come hanno denunciato in questi giorni gli amministratori locali e come la drammatica vertenza Fiat Irisbus dimostra”.
Ma quanto si è registrato in questi giorni è solo il risultato di una politica che ha visto nell'ultimo decennio “un profondo divario tra gli indirizzi programmatici e le scelte effettive, in Italia come nel resto d'Europa”. Il sindacato di corso d'Italia afferma infatti che “a principi condivisi di mobilità sostenibile, si sono contrapposte decisioni ed azioni nelle quali il dominio della mobilità privata per il trasporto delle persone e del trasporto su gomma per le merci resta incontrastato”.
Le città italiane mostrano, inoltre, “pratiche insufficienti e scarse misure a scapito di risultati concreti nella riduzione della mobilità privata e nella riduzione dei livelli di inquinamento”. Sono infatti il fanalino di coda rispetto alle grandi capitali europee: i risultati diffusi dall'Ufficio europeo per l'ambiente, nell'ambito della campagna sul Clima Zero Emissioni, classificavano infatti Roma e Milano agli ultimi posti in Europa nell'attuazione di buone pratiche, con una percentuale rispettivamente del 38% e del 44% che si distanzia enormemente da quello delle prime tre, ovvero Berlino (84%), Copenaghen e Stoccolma (82%).
Ma non solo, c'è infatti un riflesso poco considerato e che è quello degli incidenti in itinere e cioè gli incidenti che si registrano da o per lavoro (sostanzialmente nel percorso casa-lavoro). Nel 2009 gli incidenti stradali rilevati in Italia, ricorda il sindacato, sono stati 215.405 causando il decesso di 4.237 persone. Ciò significa che ogni giorno si sono verificati in media 509 incidenti stradali che hanno comportato la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842. Si stima che degli oltre 215 mila incidenti registrati la metà sia da considerare “in itinere”. Inoltre, come si rileva dall'annuario Inail, gli infortuni in itinere nel 2008 sono stati 97.201 di cui 276 mortali.
Per queste e altre ragioni serve quindi, sostiene il sindacato, “sempre più urgentemente adottare indispensabili scelte nell'ottica della sostenibilità, soprattutto considerando che il governo dei processi di sviluppo del nostro territorio deve necessariamente fare i conti con un'urbanizzazione che accresce la popolazione urbana inesorabilmente e che produce effetti sulla quantità degli spostamenti”. Pochi dati per dimostrarlo: nel 2009 il 75% degli abitanti delle aree più sviluppate del mondo vivevano in aree urbane rispetto al circa 45% degli abitanti delle aree meno sviluppate, proporzione che, nel 2050, si stima dovrebbe essere rispettivamente dell’86% e del 66%.
In Europa, già nel 2000, quasi 3/4 della popolazione viveva in città e si stima che nel 2020 circa l'80% degli Europei vivrà in aree urbanizzate. Per concludere quindi, sostiene la Cgil, “le esigenze della mobilità devono conciliarsi con il rispetto dell’ambiente, della salute e della qualità della vita soddisfacendo, allo stesso tempo, le esigenze di spostamento e di fruizione delle società contemporanee”.