Legambiente: «Pedonalizzare il centro di Roma entro cinque anni»
L'associazione ambientalista ha organizzato un'assemblea pubblica sul delicato tema della mobilità romana, a cui hanno partecipato cittadini, comitati e le istituzioni locali. Tra le proposte emerse dal confronto, lo sviluppo della rete tranviaria e la pedonalizzazione di ampie aree del centro cittadino
28 January, 2009
Rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile, diminuendo l’inquinamento atmosferico ed acustico, ma anche ridisegnare sia su scala cittadina che su scala di quartiere gli spazi che devono appartenere prima di tutto ai cittadini. Sono questi gli obiettivi che secondo Legambiente Lazio devono indirizzare il lavoro sul nuovo Piano generale del traffico urbano (Pgtu) di Roma, di cui si è discusso nel corso dell’Assemblea Pubblica indetta dall'associazione del Cigno proprio sul tema della mobilità capitolina, a cui hanno partecipato cittadini, comitati, associazioni, istituzioni locali ed esperti.
Secondo Legambiente, anche se nei dieci anni trascorsi dall'approvazione del vecchio Pgtu (datato 1999) il trasporto pubblico ha fatto molti passi avanti, le automobili rimangono ancora troppo numerose. Partiamo dai dati positivi: il numero dei passeggeri del sistema metro-tram-gomma è cresciuto da 1.045 a 1.407 milioni di passeggeri (1999-2007), grazie ad un significativo aumento del numero di chilometri/vettura/anno passato da circa 120 a oltre 170. Le ferrovie nel Lazio, inoltre, hanno visto quasi raddoppiare il numero dei passeggeri, saliti in dieci anni dai 187.500 del 1998 ai 350mila circa del 2008 (+90%). In tutti i casi in cui è stata introdotta un’offerta maggiore la domanda ha registrato notevoli incrementi. D'altro canto, però, nel territorio della Provincia di Roma circolano più di 2milioni e 700mila auto, oltre 237mila in più rispetto al 2000 (+9,5%), a cui vanno aggiunti oltre 185mila veicoli merci e 379mila moto. «Il nuovo piano del traffico deve essere l’occasione per aggredire il traffico e lo smog, ridisegnando la città a misura d’uomo, con più mezzi pubblici e meno auto –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Va recuperato quanto di buono e inattuato esiste nel vecchio piano del 1999, individuando anche nuove azioni progettuali e strategiche». La proposta dell'associazione è di rendere il centro di Roma completamente pedonale entro cinque anni, «dal Tridente attraverso Via dei Fori Imperiali fino ai Castelli per l’Appia Antica, recuperando il sogno di Cederna». Legambiente chiede anche un deciso incremento della rete tranviaria lungo tutte le direttrici importanti della città. Un passo importante in questa direzione sarebbe il prolungamento del tram 8 fino alla stazione Termini, richiesto da tempo dagli ambientalisti e da molti comitati di cittadini.
Nel corso dell'assemblea pubblica sono stati più volte rimarcati gli ottimi risultati raggiunti dalle ZTL nel centro storico (con un calo del 13% delle auto in transito), ma anche a Trastevere, San Lorenzo e Testaccio. Ancora nel limbo, invece, il car sharing (rimasto fermo alle 29 auto iniziali, che servono solo una parte della città), la mobilità ciclabile (le piste sono cresciute fino a 130 chilometri, ma non è ancora stata realizzata una vera rete cittadina) e il bike sharing (che può contare su una flotta di appena 200 biciclette condivise, contro, ad esempio, le 10mila di Parigi). Secondo Legambiente, anche lo sviluppo urbanistico della capitale ha trascurato aspetti legati alla mobilità sostenibile: «I nuovi quartieri (da Torrino-Mezzocammino a Tor Pagnotta, dalla Bufalotta, a Ponte di Nona, solo per fare qualche esempio) continuano a nascere come cattedrali nel deserto, dove mancano servizi e trasporto pubblico». «Bisogna puntare sul trasporto pubblico, - ha concluso Cristiana Avenali - continuare il percorso di tariffazione della sosta, rilanciare le politiche di mobilità sostenibile del car sharing, del car pooling, coinvolgere le aziende con i mobility manager, raccogliendo la disponibilità di quella metà dei cittadini romani che, secondo recenti sondaggi, sarebbero disponibili a cambiare le loro abitudini di mobilità».
L'incontro si è svolto alla presenza di Sergio Marchi, assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Amalia Colaceci, assessore provinciale alle Politiche di Mobilità e Trasporti e Filiberto Zaratti, assessore all'Ambiente e alla Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio. «Per risolvere i problemi di traffico che affliggono la capitale – ha commentato Marchi – è necessario un approccio di area vasta, che coinvolga l'intero hinterland di Roma». Secondo l'assessore, inoltre, bisogna integrare l'attuale sistema radiale della viabilità capitolina con direttrici “orizzontali”, che consentano di decongestionare il centro storico. «Come Provincia – ha aggiunto Amalia Colaceci - stiamo portando avanti politiche di agevolazioni tariffarie per le tessere Metrebus e abbiamo investito 11 milioni di euro per eliminare i passaggi a livello che insistono sulle strade provinciali. Abbiamo inoltre già investito nel Piano delle Opere 32,5 milioni di euro per la realizzazione dei Corridoi della Mobilità che interamente dedicati al mezzo pubblico aiuteranno a decongestionare le nostre strade».
1 commenti
Scrivi un commentocaiofabricius
29.01.2009 16:01
"Idee contro Il traffico demenziale?
Le solite, ormai forse stracche e antiche, ma le solite...
In sintesi quello che si è fatto a Civilandia, distante mille anni luce da BANANAS: incentivi e facilitazioni all'uso di bus e bici, disincentivi e ostacoli all'abuso dell'auto privata, (più correttamente inquadrabile col termine di feticcio nerolucidoclimatiddissiai).
Ma il lento e complesso incremento degli itinerari ciclabili avviato non senza difficoltà, ripensamenti, scarsa convinzione dei più, titubanze da leso-feticcio, errori tecnici e politici, pochi soldi e troppe primedonne, si è miseramente interrotto proprio quando cominciava a dare i primi frutti : si era passati da poche centinaia di coraggiosi pionieri degli anni'90 ad alcune migliaia di ciclisti urbani quotidiani, il più bel regalo del secondo millennio per la martoriata e svilita Urbe.
Ma si poteva e si potrebbe ancora arrivare a qualche centinaia di migliaia di spostamenti quotidiani in bici, senza bisogno di risorse impossibili, sicuramente moltissimo meno di quanto scialato nel sacro pozzo senza fondo reclamato dagli insaziabili e lugubri sacerdoti adoratori del feticcio nerolucidoclimatiddissiai.
L'attività di scoraggiamento dell'auto privata non necessita di demagogiche sparate fanciullesco-irrealizzabili (come anche visto in questi giorni nelle lettere pubblicate su Metro: o son fatte apposta per confermare che l'abientalismo razionale è muorto e stramuorto?) ma di azioni coordinate e continue, tanto convinte quanto FINANZIATE, e soprattutto lontanissime dall'attuale DELEGITTIMAZIONE delle politiche affrontate con lento ma sicuro successo negli ultimi anni ( ZTL, pedonalizzazioni,controllo della velocità, protezione reale delle preferenziali, blocchi programmati del traffico).
E concetto basilare per una città vivibile è che lo spazio pubblico non può essere esclusiva del parcheggio che quindi necessita di una ovvia e universalmente praticata tariffazione.
La facile e dispettosa demolizione di faticose e lunghe conquiste che sembravano giuste e condivisibili ha già rapidamente e drasticamente ridotto i parametri di benessere nella nostra bellissima ma fragile città, se fosse ancora possibile SALVIAMO IL SALVABILE !
AVe caiofabricius VALE