Legambiente Foggia sugli inceneritori di Capitanata: "Politica energetica disastrosa"
Il circolo Legambiente Gaia di Foggia fa il punto della situazione sugli inceneritori della provincia di Foggia denunciando la mancanza di un Piano provinciale per l’Energia, senza il quale appare difficile stabilire un piano ecosostenibile di produzione di energia da fonti rinnovabili e da biomassa. Al setaccio l’impianto termoelettrico a biomassa Agritre di Sant’Agata e l’inceneritore Eco Capitanata di Cerignola
26 September, 2011
E’ passato ormai un mese da quando abbiamo lanciato la nostra ultima ed aperta denuncia in merito all’impianto a biomasse in costruzione nel territorio di Sant’Agata di Puglia e ancora non siamo riusciti ad ottenere delle risposte chiare dal sindaco di S.Agata di Puglia. Il primo cittadino continua a far finta di nulla, quasi come se la salute dei cittadini fosse un’opzione secondaria della sua attività di governo. Invece, vogliamo ricordagli che lui è il primo, vero e solo responsabile del benessere della popolazione che amministra. Al contrario, ci pare che si continua a perseguire una politica energetica sempre più disastrosa per gli abitanti e la terra dell’intera Capitanata. In una prospettiva annessoria del territorio, si punta ad un anschluss inconcepibile del bene comune. Prima le pale eoliche, poi i pannelli fotovoltaici, infine quelli che molto disonestamente chiamano “termovalorizzatori”.
Ciò, perché manca quello che da tempo andiamo sollecitando. Vale a dire un “Piano provinciale per l’Energia”, sempre annunciato e mai tradotto in fatti. Un piano destinato a fungere da stella cometa delle amministrazioni comunali della Capitanata tutta, mortificata molto spesso da imprenditori senza scrupoli che hanno come solo indirizzo finale quello di arricchire il proprio conto in banca. Ne è riprova il fatto che, presso l’assessorato all’ambiente della Provincia di Foggia giacciono centinaia di progetti per ricavare energia da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico e biomassa), di cui si conosce ben poco edi cui si chiediamo una pubblicizzazione in nome di una trasparenza sempre decantata da chi amministra e mai operata . Silo che, di tanto in tanto, trovano benedizione nella gentile e frettolosa concessione del Via. Non possiamo che rivolgere il nostro plauso alla Regione Puglia che, ancora in questi giorni, per bocca dell’Assessore Lorenzo Nicastro, ha rispedito al mittente il tentativo di sforacchiare i terreni pugliesi alla ricerca improbabile ed impossibile di un greggio di qualità.
Attendiamo con ansia, mentre gioiamo della notizia del blocco dell’inceneritore EcoCapitanata di Cerignola (un mostro fatale che immetteva nei cieli di Capitanata una quantità di veleni 16 volte al di sopra del consentito), che vengano date risposta anche sull’impianto di cogenerazione della AGRITRE (Tozzi Renewable Energy) S.r.l. che consiste nell’installazione di una centrale termoelettrica (inceneritore) da 80 MW termici e 25 ,2 MW elettrici a ciclo combinato, alimentata a biomasse vegetali solide ( paglia), da realizzarsi nel territorio di Sant’Agata di Puglia, in località Viticone, ai confini con i comuni di Deliceto e Candela. L’impianto si prefigura come il più grande d’Italia per quanto riguarda impianti di cogenerazione a biomassa, che non sia CDR”.
Un impianto (quello di Sant'Agata di Puglia, ndr), ci preme ricordare, a biomasse solide che funzionerà per 8.000 ore all’anno e assorbirà 160.000 tonnellate di paglia con tasso d’umidità assai contenuto, pari a 480 ton. al giorno e 20 ton. l’ora, 18.721 t. di cippato, pari a 56 ton. al giorno, 23.400 mc./gg di acqua per alimentare la caldaia generatrice di vapore, pari a 65 mc/g e 2.299 mc per usi domestici pari a 6,3 m3/gg, 1.200 t/a di urea pari 3, 5 tonnellate al giorno per il processo SNRC di abbattimento dell’NOx , di resine per il trattamento acque ai fini, tra l’altro di produzione dell’acqua demineralizzata utile alla produzione di vapore, 35 tonnellate all’anno di soda caustica, pari a 1,5 quintali al giorno, 30 tonnellate di Acido cloridrico, pari a 1 quintale al giorno, 2 tonnellate all’anno di olio lubrificante, calce idrata, 5.600 mc all’anno di metano, pari a 16 mc al giorno per l’accensione, 0,4 tonnellate di trifosfato sodico, 0,4 tonnellate di deossigenante e 0,2 tonnellate di alcalinizzante.
Un impianto che, di contro, restituirà nello stesso anno 200.000 MW di Energia Elettrica, pari a 550 MW al giorno e 25 MW/h, 6.875.00 ton.di vapore se immesso liberamente nell’atmosfera a 70°C, 3.264.000 mc al giorno di fumi a 155°C e da purificare, 0,45 tonnellate annue di oli esausti, 0,5 tonnellate annue di resine, acqua ancora calda e inquinata, il calore generato dalla CTE e immesso nell’ambiente, se non altrimenti utilizzato, è di 3 MW di calore per 1 MW di energia elettrica prodotta, per un totale annuo di ca. 480.000 MW di calore equivalente, 12.000 ton.di polveri sottili e ceneri volanti pari a 36 t/g e 1,5 t/h, 67.000 ton. di ceneri pesanti e scorie, pari a 200 t/g e 8 t/h., 30 kg/h di fanghi, circa (come residuo secco), da sistema trattamento acque durante lo svuotamento della vasca, 10) 2,5 tonnellate di imballaggi. Tali residui dovranno essere conferiti a discarica autorizzata. Sono cifre che aiutano a capire l’alto tasso di pericolosità di un progetto che, oltre alla sottrazione dello spazio all’agricoltura, donerebbe alla Daunia ossidi d’azoto, anidride solforosa, ossido di carbonio, acido cloridrico, ammoniaca, diossine, pm10 e pm 2.5, composti inorganici del cloro espressi come acido cloridrico e Composti inorganici del fluoro espressi come acido fluoridrico.
Chiediamo all’amministrazione provinciale l’apertura immediata di un tavolo di confronto con le associazioni ambientaliste. Chiediamo al sindaco e all’amministrazione di Sant’Agata di P. di prendere una decisione chiara, limpida e argentina CONTRO la centrale. Chiediamo ai Comitati ed ai cittadini dell’intera provincia, un appoggio concreto. In gioco c’è il destino di una territorio