Darsena di Milano: per sempre l'oasi che non c'è? La parola al WWF
Un intervento di manutenzione dei Navigli ha riportato l'attenzione sugli effetti disastrosi che le secche forzate causano all'ecosistema acquatico. E nella Darsena cosa sta succedendo? Risponde per noi Mauro Belardi di WWF Lombardia
07 October, 2011
Alla fine l'acqua dei Navigli è arrivata in Procura: un dossier fotografico che documenta la moria dei pesci in secca ha accompagnato l'esposto della Lac, la Lega per l'abolizione della caccia. Al centro delle polemiche i lavori di manutenzione dei Navigli, a cura del Consorzio Ticino Villoresi, lavori per i quali l'acqua deve essere quasi completamente asciugata. Ed è il "quasi" che fa la differenza: mantenere un minimo flusso di 20 o 30 cm d'acqua permette al Consorzio di lavorare senza problemi e ai pesci di sopravvivere; magari non benissimo, ma almeno si eviterebbe la strage di lucci e tinche denunciata alle associazioni ambientaliste di Milano anche da molti cittadini. E nella Darsena che cosa sta succedendo? L'abbiamo chiesto a Mauro Belardi di WWF Lombardia.
"La Darsena in questo periodo è in secca, ma non per colpa delle manutenzioni dei Navigli - anche perché in questo caso il Consorzio sta operando una "secca morbida" non un prosciugamento drastico, come è capitato in passato - E' piuttosto una questione climatica: c'è stato un lungo periodo di siccità, che finalmente sta per terminare, e questo fatto ha detrminato un abbassamento spontaneo del livello dell'acqua, certamente non una condizione ideale per i pesci. Gli unici contenti sono stati gli aironi: non si può dire che abbiano dovuto faticare per mangiare".
Quindi gli aironi ci sono ancora!
Sì che ci sono... aironi cinerini e garzette. Direi che se la passano bene, oltretutto questa non è stagione di nidi, dunque il livello basso dell'acqua non è un problema per loro. Lo è piuttosto dal punto di vista del decoro urbano: ovviamente la gente si lamenta. E poi ricordiamoci che quando l'acqua è bassa affiora di tutto: sacchetti, bottiglie di plastica, rifiuti...
E il Wwf non può fare nulla?
A che titolo, quando non sappiamo nemmeno in che direzione vuole andare il Comune? Noi facciamo quello che è in nostro potere fare. Abbiamo contattato noi il Consorzio Villoresi, proprio per vigilare sulla salvaguardia della fauna ittica, ma la questione Darsena è più complessa: manca un progetto, e indubbaimente c'è un grosso problema comunicativo. Nessuno capisce che cosa dovrebbe diventare quest'area, nonostante il voto espresso dal referendum. Così com'è non ha alcun senso e i residenti percepiscono solo il degrado, non certo l'oasi che potrebbe diventare.
Forse bisognerebbe cominciare a fare qualcosa per aiutarli a vedere ciò che ancora non c'è: perché non "occuparla" come oasi di fatto, con pannelli e materiale informativo sulla fauna locale?
Come WWF Lombardia ci stiamo pensando, ma non è così banale. Ci vuole un piano condiviso con il Comune, una strategia comunicativa, ma è l'assessorato all'Ambiente che deve attivarsi. Noi possiamo anche mettere i pannelli ma non si può solo scrivere "Qui c'è questo". E poi? C'è per restare? L'area diventerà un'oasi o qualcos'altro? Non possiamo deciderlo noi del Wwf, non è il nostro ruolo. Il Comune ha le responsabilità decisionali, il Consorzio quelle gestionali. Noi facciamo gli ambientalisti e cerchiamo di far valere le nostre ragioni. Però a ciascuno il proprio mestiere.
Insomma, tocca al Comune. Qual è la prima cosa che dovrebbe fare?
Una consultazione pubblica precisa che definisca esattamente cosa deve diventare la Darsena. E allora di lì si può partire.
Secondo lei oggi cosa risponderebbero i milanesi? Oasi naturalistica o area verde "ripulita", magari con l'acqua alta, senza vegetazione al centro, e un percorso ginnico, come voci di cooridoio ipotizzavano poco tempo fa.
Questo non lo so. Posso dirvi la mia opinione: di aree verdi come quella che ha descritto ce ne sono mille, mentre questop angolo di natura nel centro della città e unico. Certo, non spetta a noi decidere, e comunque non stiamo parlando del Parco dello Stelvio,quindi se da una consultazione pubblica emergesse un'altra ipotesi non ci metteremmo a fare le barricate. Però dobbiamo considerare un altro aspetto: la vocazione della Darsena non la decidiamo né io né Maran. Ce l'ha già di suo, ed è quella di porto turistico. Io credo che in quest'ottica il progetto dell'oasi sia perfettamente compatibile, sicuramente più di un percorso ginnico.
E nel frattempo che cosa si può fare? Si era parlato di turni volontari, che perlomeno tenessero pulita l'area...
Intanto si può continuare con la politica di secche morbide, evitandole nella primavera avanzata, durante la nidificazione. Però per organizzare ci vuole un investimento, non si possono fae solo interventi conservativi. Bisogna per forza risistemare la vegeazione spontanea, ovviamente con interventi poco invasivi, non entrando con le ruspe da cantiere edile. Affidare la pulizia dell'area dei volontari non è fattibile, se non in modo puntiforme, è anche un problema di sicurezza e responsabilità. Si possono organizzare delle giornate di pulizia di concerto con il Comune, questo sì, ed è nostro interesse farlo, ma torniamo a quello che dicevo all'inizio: ci vuole un progetto per la Darsena.