Post-Malagrotta, cittadini e Legambiente contro le decisioni del prefetto
Tra sabato e domenica, manifestazioni a Riano e nell'VIII municipio, nelle due aree scelte dal commissario Pecoraro per le discariche provvisorie, attive dopo la chiusura di Malagrotta. Legambiente: «Aprire subito un tavolo di emergenza»
10 October, 2011
Proteste, blocchi stradali, cori di no. La decisione del prefetto Pecoraro sui due siti che ospiteranno le discariche provvisorie dopo la chiusura di Malagrotta non piace ai cittadini.
Sabato 8 ottobre hanno manifestato contro l’invaso di Quadro Alto i cittadino di Riano e degli altri 16 comuni della Valle del Tevere-Parco di Vejo, bloccando la via Tiberina. «Quadro Alto è nel centro del paese ed è enorme, inoltre ci sono ancora delle cave in essere e i lavoratori sono qui con noi a manifestare», ha spiegato il sindaco di Riano Marinella Ricceri, intenzionata anche a fare ricorso al Tar contro la decisione del commissario. E domenica 9 ottobre sono scesi in piazza anche gli abitanti della zona di San Vittorino-Corcolle (VIII municipio), dove dovrebbe sorgere la seconda discarica provvisoria. Il presidente del Municipio, Massimiliano Lorenzotti, ha annunciato di aver già messo in piedi una commissione tecnica «per stabilire se il sito è adatto. Va trovata una nuova sede, come spiegherò anche al sottosegretario ai Beni culturali Giro: l’area di san Vittorino è tutelata appunto dai Beni culturali».
Mentre il sindaco Gianni Alemanno fa un appello contro «i tentativi di strumentalizzare queste proteste», si dice «sorpreso» per la scelta di San Vittorino: «Ritenevamo e riteniamo che (una discarica, ndr) non sia opportuna in una zona dove già esiste un impianto fortemente impattante come quello di Rocca Cencia e in considerazione che il sito proposto ha dimensioni molto modeste. Abbiamo rappresentato al prefetto questo punto di vista che continueremo a sostenere proponendo scelte diverse, tecnicamente valide, senza però creare nessun ostacolo alla azione commissariale». Polemiche che però la presidente della Regione Renata Polverini ha rispedito al mittente: «Le uniche istanze che posso ascoltare sono quelle dei cittadini, non quelle di chi ha avuto un sacco di tempo per dare risposte che non ha saputo dare».
Contraria alla decisione del prefetto Pecoraro anche Legambiente: «No a queste inutili discariche senza un nuovo piano per la riduzione, il riuso e la differenziata. E' assurdo scegliere nuovi siti per seppellire i rifiuti al di fuori di un piano complessivo per la gestione. Altro che nuova stagione, siamo alle solita ricetta delle discariche che da decenni ci propugnano come unica soluzione, mentre tutti si muovono in direzioni diverse fuori dal Lazio», afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. «Roma con un vero porta a porta non avrebbe bisogno di nuove discariche di questa natura. Senza nuovo programma virtuoso delle 5.000 tonnellate che andranno negli impianti di trattamento, oltre 3.000 continueranno ad andare in discarica. A riempire buchi in queste condizioni ci vuole poco, quei siti saranno in tutto e per tutto delle nuove Malagrotta», fa notare il presidente Lorenzo Parlati, che chiede la costituzione di «un tavolo d’emergenza in cui associazioni, comitati e cittadini delle zone interessate possano dire il proprio parere su una decisione così importante che riguarda il proprio territorio».
2 commenti
Scrivi un commentostorm 26
12.10.2011 13:10
Sono un impiegato dell'Ama e, purtroppo, devo denunciare il grande populismo dell'azienda su quanto fa e dice di fare nell'ambito della raccolta differenziata. Anche l'ultima sperimentazione messa in piedi nel III e XVII municipio è perdente fin dall'inizio e l'unica cosa certa sono le innumerevoli spese per comunicazione, mezzi e personale messo a disposizione per avere come risultato una raccolta limitatissima che in termini economici fa coincidere la spesa di un Kg di rifiuti al costo di un Grammo d'oro. Tutto a spesa dei contribuenti/utenti.
La nuova amministrazione dell'Ama è sempre figlia della giunta di Alemanno che non ha mai studiato seriamente le soluzioni più convenienti ed idonee per aumentare la raccolta differenziata. E' lui, insieme ai suoi collaboratori di giunta, l'artefice del fallimento.
11.10.2011 10:10
a Roma il problema dei rifiuti dipende da noi senza aspettare i sistemi porta a porta. Nelle strade i cassonetti sono 1 bianco per la carta 1 blu per plastica/ferro/lattine e 2 verdi per il resto. Io faccio la raccolta differenziata e debbo buttare ogni 2 giorni il resto sennò puzza non perché la busta è piena!! Già il numero di cassonetti suggerisce che se i romani asavano le manine e non facevano gli strafottenti si arrivava subito al 50% della differenziata!!!! Il porta a porta costa un sacco in termini di personale impiegato. Se invece di spendere soldi cosi davano dei rimborsi ai cittadini che portavano a centri di raccolta i risultati erano molto migliori. In Finlandia i ggrandi magazzini danno dei buoni da spendere in relazione a del differenziato che gli porti: a Roma è pieno di grandi magazzini: perché il Comune non li obbliga a fare qualcosa? Non ci vuole molto ma la buona volontà dei romani, il resto (politi ecc.) aggrava o agevola ma la prima spinta è la buona volontà dei cittadini.