"La pietanza non avanza". Il punto sul recupero dei pasti caldi nelle mense scolastiche di Torino
"La pietanza non avanza - Gusta il giusto, dona il resto": l'esperienza del recupero, a fini solidaristici, dei pasti caldi non distribuiti nelle mense scolastiche di Torino. Agata Milone, dirigente settore rifiuti della Regione Piemonte, ha fatto il punto del progetto in occasione del convegno finale R2D2 del 29 settembre
10 October, 2011
A Torino è attivo "La pietanza non avanza - Gusta il giusto, dona il resto", un progetto di recupero, a fini solidaristici, dei pasti caldi non distribuiti nelle mense scolastiche. Agata Milone, dirigente settore rifiuti della Regione Piemonte, ha fatto il punto del progetto in occasione del convegno finale R2D2 che si è svolto il 29 settembre al Museo Regionale di Scienze Naturali. Il progetto ha coinvolto la Regione Piemonte, il Comune di Torino, Banco Alimentare (che si è occupato della parte logistica) e gli asili notturni (che si sono occupati della distribuzione dei pasti delle persone indigenti). L'intervento è stato possibile grazie alla “Legge del Buon Samaritano” che equipara le Onlus al consumatore e prevede che le norme da rispettare per il trasporto dei pasti siano rese più leggere rispetto a quelle che vengono applicate ad altri soggetti.
“Primo obiettivo del progetto – ha dichiarato Agata Milone - la riduzione della produzione di rifiuti organici. Oltre a questo anche la volontà di sensibilizzare la cittadinanza al non spreco e al consumo consapevole. Altra punto fondamentale è stato quello di redigere un progetto che potesse essere replicabile sul territorio.
La fase progettuale è partita nel maggio del 2009. Sono stati pesati per un mese gli alimenti non distribuiti nelle mense scolastiche prendendo in considerazione cinque mense scolastiche del Comune di Torino con una distribuzione complessiva di 1.500 pasti al giorno. Si sono calcolate le potenzialità di recupero: 68 pasti completi al giorno per una quantità di recupero nell'anno scolastico di 13.900 pasti, circa 4 tonnellate di cibo. “A questo punto si è valutato di procedere con il progetto perché c'erano gli spazi per recuperare questi pasti – ha spiegato Agata Milone -. E' stata quindi redatta la procedura operativa. Questa fase è andata avanti per circa un anno e mezzo perché abbiamo dovuto valutare gli aspetti sanitari e quelli logistici. La parte sanitaria è stata valutata molto attentamente con la collaborazione dell'assessorato regionale alla Sanità perché occorre mantenere i cibi ad una determinata temperatura. C'erano due strade percorribili: “l'abbattimento” della temperatura dei cibi con l'utilizzo di un abbattitore. L'altra possibilità era quella di mantenere la linea del caldo. All'inizio si era pensato di utilizzare un abbattitore per ogni scuola. Poi è stato valutato che la potenza elettrica nelle scuole non supportava l'abbattitore. La soluzione è stata quindi quella di utilizzare la catena del caldo. Abbiamo però dovuto utilizzare degli strumenti che ci permettessero di mantenere il caldo per almeno 3-4 ore dal momento di distribuzione del cibo nelle scuole al consumo presso l'ente assistenziale (che avveniva alle 18:30)”.
Grazie a R2D2 sono state acquistate le casse termiche riscaldanti, una per ogni scuola, e le casse isotermiche con piastra fredda per il recupero dei cibi freddi. “Dalla Città di Torino è stato donato anche un abbattitore – aggiunge la dirigente – che è stato installato negli asili notturni. Questo viene utilizzato nel caso avanzassero dei cibi e serve ad abbattere la temperatura affinché gli alimenti possano essere consumati il giorno successivo. Tuttavia l'abbattitore non è stato utilizzato perché tutto il cibo recuperato viene consumato la sera stessa”. A livello sanitario è infatti molto importante il controllo della temperatura dei cibi, che viene controllata ripetutamente: al termine della distribuzione nelle mense scolastiche, al momento del ritiro da parte del Banco Alimentare, al momento dell'arrivo negli asili e al momento della distribuzione.
Nel novembre 2010 è stato firmato l'accordo tra tutti i soggetti coinvolti per avviare il progetto. “E' stata condotta inoltre un'attivita di sensibilizzazione verso gli alunni e le insegnanti - ha dichiarato Agata Milone -. Volevamo che l'iniziativa venisse accolta positivamente da parte delle famiglie. Queste ultime temevamo che venisse distribuito meno ai bambini. L'obiettivo era mettere la giusta quantità di cibo nei piatti dei bambini”.
Come avviene la raccolta e la distribuzione?
Alle 11.30 il Banco Alimentare consegna le casse termiche a ciascuna scuola. Al termine della distribuzione nelle scuole, si misura la temperatura, e se i cibi rispettano la temperatura di 60° gradi, vengono inseriti nelle casse termiche che vengono attaccate all'alimentazione elettrica finché non arriva il Banco Alimentare. Quando arriva il Banco Alimentare, misura la temperatura, preleva le casse termiche con i cibi che rispettano la temperatura (mentre quelle che non rispettano la temperatura rimangono a scuola) e li trasporta agli asili notturni che distribuiscono pasti caldi la sera. Alle 15 il camioncino arriva presso l'asilo notturno. Il Banco Alimentare carica le cinque casse riscaldanti, verifica la temperatura del cibo, dopodiché le casse vengono attaccate all'alimentazione fino alle ore 18 in modo da mantenere la temperatura di 70° gradi. Alle 18:30 avviene la distribuzione del cibo. La casse termiche vengono poi lavate ed igienizzate da parte degli asili notturni e vengono preparate affinché l'indomani il Banco Alimentare le possa riutilizzare.
I risultati
“In questo caso non parliamo più di pasti – ha spiegato Agata Milone - ma di porzioni, perché non ci sono le stesse cifre di recupero dei piatti: si recupera molto più primo e contorno, rispetto al secondo. Da febbraio 2011 a giugno 2011 sono state raccolti circa 13.000 primi, 4.000 secondi e 10.000 contorni. Si calcola che sono state evitate circa 3.000 tonnellate di rifiuto organico. Analizzando l'andamento delle porzioni recuperate – ha continuato la dirigente - si nota che ci sono degli sbalzi nel numero di porzioni recuperate quotidianamente. Un esempio è dato dal giorno in cui nel menù c'è la pizza: al Banco Alimentare non arriva niente”.
Controlli
Per la replicabilità, era fondamentale che il progetto passasse le prove igienico-sanitarie. Dall'ASL e dalla direzione sanitaria della Regione Piemonte, sono stati fatti controlli e analisi microbiologiche che hanno dato esito negativo. L'uso delle casse termiche riscaldanti si è confermata una procedura valida. Per quanto riguarda la temperatura, su 3.000 controlli solo in dieci casi si è verificata una temperatura non a norma. “Possiamo dire di aver passato la norma in maniera egregia - ha affermato Agata Milone -. Riteniamo quindi replicabile la procedura. Questo tipo di controllo ha inoltre permesso alla città di Torino di comprendere meglio il gradimento dei menù, e cioè in quali occasioni c'è meno richiesta. (Per esempio il minestrone è poco popolare) Questo forse permetterà ai bambini di mangiare un po' di più, perchè i menù saranno più attraenti, anche se gli asili notturni riceveranno un po di meno”.
“Il progetto è ripartito il 26 settembre ed andrà avanti fino a dicembre – ha concluso la dirigente regionale -. A quel punto bisognerà verificare se ci saranno ancora i fondi a disposizione per portare avanti il progetto. Il nostro auspicio è quello di continuare anche con un nuovo progetto transfrontaliero per cercare di trovare i fondi per questa e per le altre iniziative di R2D2”.