Fotovoltaico, verso una riduzione degli incentivi al sud Italia?
Archiviata l'ipotesi del condono, sembra che il governo possa inserire nel decreto sviluppo una “perequazione” degli incentivi, diminuendo l'entità dei sussidi nelle regioni dove l'insolazione è maggiore. Un provvedimento del genere viene chiesto da tempo dalla lega Nord, ma il sottosegretario Saglia si è dichiarato contrario
19 October, 2011
Quando se ne era parlato la prima volta, ai più era sembrata soltanto l'ennesima provocazione della Lega. Ora, invece, l'introduzione di un sistema di “perequazione geografica” negli incentivi per il fotovoltaico sembra davvero probabile. Il decreto sviluppo in fase di discussione a Palazzo Chigi potrebbe infatti ridurre i sussidi statali per gli impianti installati nelle aree del Paese che godono di un irraggiamento maggiore. La nuova norma, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe contenuta nell’articolo 47 del decreto, e prevederebbe un calo sensibile degli incentivi per il fotovoltaico nelle regioni del sud. Il cosiddetto “correttivo perequativo”, stabilito di concerto con il ministro dell’Ambiente, ricondurrebbe gli incentivi ai gradi-giorno delle zone climatiche, indicate nell’allegato A al Dpr 26 agosto 1993, n.412 (le stesse, per intenderci, che si usano per stabilire i calendari di accensione e spegnimento delle caldaie).
Immediate, com'era prevedibile, le reazioni, per lo più contrariate. Asso Energie Future, ad esempio, ha espresso preoccupazione per le continue voci di cambiamenti nel sistema di incentivazione, che rischiano di scoraggiare i potenziali investitori. «Siamo stanchi di essere in balia delle idee balzane che quotidianamente investono le rinnovabili. Guardate questa settimana – ha dichiarato il presidente dell'associazione, Massimo Daniele Sapienza – prima l’incredibile idea di una moratoria, poi l’assurdità del condono, e oggi spunta la perequazione per gli incentivi, proposta lungamente dalla Lega e accolta, parrebbe, nel decreto Sviluppo». Secondo Asso Energie Future, l'unico risultato di queste continue variazioni normative è «l'incertezza in cui vengono gettati operatori, aziende e famiglie che hanno scelto il fotovoltaico».
Polemiche anche Assosolare, Aper e Gifi, che hanno affidato a una nota congiunta le loro perplessità sull'ipotesi perequazione. «A meno di cinque mesi dalla già tormentata approvazione ed entrata in vigore del IV Conto energia - si legge nel comunicato - non è accettabile vedere messa ancora una volta in discussione la regolamentazione di un settore come il fotovoltaico, che occupa ormai un posto importante nel comparto energetico e nell’economia italiana». Secondo le associazioni, l'ennesimo cambio di regole sarebbe del tutto inaccettabile, specialmente in un momento «quanto mai delicato per la credibilità e stabilità del sistema Paese». Il rischio, secondo gli operatori rappresentati dalle tre sigle, è che ancora una volta vengano messi in discussione gli importanti investimenti già avviati nel settore nel settore, con gravi conseguenze anche sul fronte occupazionale.
Un giudizio critico sulla norma inserita nella bozza di decreto è giunto anche da un autorevole esponente dell'esecutivo, già chiamato, appena poche ore fa, a smentire le voci di un altro contestatissimo provvedimento (il condono degli impianti abusivi, ndr). Stando alle dichiarazioni riportate dall'agenzia Asca, infatti, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia sarebbe contrario all'ipotesi: «Ho letto sui giornali della perequazione – ha dichiarato a margine di un convegno – ma secondo me non ha senso incentivare di più dove gli impianti producono meno. Non mi piace, la perequazione non la condivido». Favorevole, invece, il Comitato energia di Confindustria, il cui vicepresidente Agostino Conte si è dichiarato «assolutamente a favore dell'introduzione del concetto di perequazione per il fotovoltaico». Secondo l'imprenditore, infatti, non ha senso mantenere «la stessa incentivazione su Piemonte e Sicilia», ma occorrerebbe calcolare i sussidi sulla base delle ore medie di sole a disposizione.