Torino, dall'ipermercato all'Arsenale della Pace. Al via il primo progetto per il recupero degli sprechi alimentari targato Slow Food – LMM
E' pronto per partire il primo progetto dopo la firma del protocollo d'intesa tra Slow Food Piemonte-Valle d'Aosta e Last Minute Market volto alla riduzione degli sprechi alimentari. Il progetto coinvolgerà il nuovo ipermercato Leclerc-Conad e il Sermig – Arsenale della Pace
24 October, 2011
Dopo l'accordo siglato tra Slow Food Piemonte Valle d'Aosta e Last Minute Market, e l'adesione della Città di Torino alla Dichiarazione Europea contro gli sprechi alimentari, è pronto per partire il progetto per il recupero degli alimenti scartati, ma ancora perfettamente edibili, che coinvolgerà il Sermig – Arsenale della Pace e l'ipermercato Leclerc-Conad, che verrà inaugurato il 27 ottobre 2011 nel centro commerciale Area12 adiacente allo Stadio Juventus. Il progetto è stato presentato venerdì 21 ottobre presso il Sermig.
«Ogni giorno tra lo 0,2 e lo 0,5% dei prodotti dei supermercati vengono gettati nella spazzatura perché non più commercializzabili, che non significa non commestibili; su questi comportamenti influiscono infatti la vicina data di scadenza o le confezioni leggermente ammaccate. Se i progetti di Last Minute Market potessero essere estesi a tutti i supermercati italiani, riusciremmo davvero a sconfiggere la fame in Italia. Le iniziative in corso riescono già ad aiutare i molti poveri presenti in Italia, soprattutto grazie alla solidarietà delle persone e di attori come il Sermig. Pensiamo di poter fornire al Sermig tra le 25 e 35 tonnellate di cibo all’anno, che significa garantire tre pasti al giorno a circa un migliaio di persone» ha spiegato Mauro Lusetti, amministratore delegato Nordiconad.
«I beni offerti dalla gente comune sostengono il 93% delle nostre attività, permettendoci di garantire ogni giorno nei nostri tre Arsenali la copertura di 1.850 notti, la distribuzione di 2.985 pasti, 875 kg di materiali e di fornire altri tipi di servizi a 500 persone» ha raccontato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig.
Torino è stata la prima città italiana a firmare la Dichiarazione europea contro gli sprechi alimentari, con la convinzione che lo spreco possa trasformarsi in risorsa, coniugando solidarietà e sostenibilità. «Siglando la Dichiarazione la Città si è impegnata a inserire la lotta agli sprechi tra le priorità dell’Amministrazione e a ridurre il consumo inutile del 50% entro il 2025» ha continuato Giuliana Tedesco, Assessore al commercio della Città di Torino.
«Per evitare che i molti prodotti siano destinati alle discariche si deve intervenire a diversi livelli, per garantire comunque che la merce “donata” risponda alle norme ambientali e igieniche. Il processo di riutilizzo ha un impatto notevole anche dal punto di vista ambientale, se si considerano le energie necessarie durante il processo produttivo, che risulterebbero sprecate se i prodotti finissero in discarica. Questi progetti, quindi, vedono una collaborazione di numerosi attori, che comprendono istituzioni, organizzazioni come Slow Food e ovviamente supermercati e associazioni di distribuzione del cibo», ha continuato Matteo Guidi, socio fondatore di Last Minute Market.
«La lotta agli sprechi è uno degli otto principali settori su cui Slow Food lavorerà nei prossimi anni, perché è fondamentale agire su questo tema se vogliamo cambiare il nostro sistema alimentare. La soluzione a questo problema non sta nell’aumentare lo sfruttamento della terra, ma nel cercare delle vie alternative», ha commentato Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. «Da questo punto di vista la presenza di Slow Food ha un fondamentale ruolo educativo e di comunicazione, perché tutti i soggetti della filiera ripensino i loro comportamenti per ridurre gli sprechi alimentari. È importante che questa iniziativa si replichi in tutta Italia, partendo ovviamente da Torino. Al Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre 2012, dal 25 al 29 ottobre, avremo modo di raccontare questa esperienza e testimoniare un anno di lavoro".
"Spero vivamente che allora saremo attivi in molte altre città italiane. Oggi siamo tutti complici di questo sistema basato sugli sprechi, tutti abbiamo qualcosa in frigo che domani finirà nella spazzatura, quindi è fondamentale prendere coscienza di questo problema e agire adesso» ha concluso Burdese. E proprio il frigo è uno dei luoghi dove si consuma un fetta consistente dello spreco di cibo: le famiglie italiane, infatti, sprecano circa il 17% del prodotto ortofrutticolo acquistato, e il 39% di latte, uova, carne, formaggi, per un valore economico di 515 euro/anno, secondo i dati diffusi da Adoc nel 2009.