Salviamo il paesaggio: la prima assemblea nazionale
Legambiente: “Stop al consumo di suolo. Ora si punti alla riqualificazione urbana per il bene del territorio e per una migliore qualità della vita”
31 October, 2011
“Abbiamo raggiunto un limite invalicabile. Il territorio italiano non è in grado di sopportare ulteriore cementificazione e impermeabilizzazione del suolo. Lo dimostrano le tragedie causate dal dissesto idrogeologico ma anche l’invivibilità di molte città”.
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente è intervenuto per annunciare la partecipazione di Legambiente alla prima assemblea nazionale del forum dei movimenti per la tutela del territorio Salviamo il paesaggio, che si terrà domani nel primo comune “a zero consumo di suolo” Cassinetta di Lugagnano, per fare il punto sul valore del paesaggio e discutere la proposta di legge di iniziativa popolare per frenare il consumo di suolo affrontando anche il tema del censimento degli immobili sfitti o non utilizzati dai Comuni.
Legambiente, tra le associazioni nazionali promotrici del Forum, è molto impegnata su questo fronte e proprio per fare chiarezza sulle dimensioni della crescita di superfici urbanizzate, ha dato vita, insieme all’Istituto nazionale di urbanistica e con il supporto scientifico del Dipartimento di architettura e pianificazione del Politecnico di Milano, al Centro di ricerca sui consumi di suolo, iniziando la raccolta di tutti i dati disponibili e accompagnandola da un sistematico approfondimento scientifico.
“In Italia vengono consumati circa 500 chilometri quadrati di territorio ogni anno - ha sottolineato Cogliati Dezza -, una porzione enorme che viene cancellata da una cementificazione incontrollata che contribuisce a rendere insicuro il nostro territorio e riempie il Paese di costruzioni indecenti, capannoni nel nulla, grappoli disordinati di costruzioni tristi e spesso lontane da ogni collegamento utile. Ma non sono solo le campagne a subire gli effetti di questo sviluppo incontrollato e approssimativo. Anche le nostre città stanno drammaticamente verificandone gli effetti”.
Più aumentano le superfici impermeabilizzate infatti, e più si riduce la naturale capacità di assorbimento, rallentamento e laminazione del territorio. Bastano così anche eventi piovosi non straordinari per causare l’allagamento di interi quartieri e provocare danni rilevanti. Questo problema diventerà sempre più rilevante anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, che porteranno a precipitazioni sempre più violente e quindi aumenteranno la probabilità di allagamento delle aree urbane.
“Combattere il consumo di suolo – ha concluso Cogliati Dezza – è un modo concreto per migliorare la sicurezza delle persone”.