Sigilli a Testa di Cane, sopralluogo dei parlamentari a Riano e Corcolle
Sequestrata dai carabinieri del Noe l'area adiacente a Malagrotta, in cui erano in corso lavori per la realizzazione, sostengono gli investigatori, di una nuova discarica. Oggi blitz nei due siti di Quadro Alto e San Vittorino dei parlamentari della Bicamerale sul ciclo dei rifiuti
22 November, 2011
Mentre si avvicina il 23 novembre, giorno in cui il Tar dovrà pronunciarsi sui ricorsi contro la nomina a commissario del prefetto Pecoraro, la questione dei siti per le discariche si fa sempre più ingarbugliata.
Sopralluogo dei parlamentari a Riano e Corcolle
Per oggi è previsto un sopralluogo a Quadro Alto (Riano) e San Vittorino (Corcolle) da parte dei parlamentari della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti. Sarà presente anche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che consegnerà a deputati e senatori un rapporto sulla scelta del sito di Riano, inoltrato anche alla Procura di Roma. Fatto su cui c’è un «mistero». «Quel sito - racconta Bonelli - era già stato proposto per una discarica dal Colari, il consorzio laziale rifiuti di Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta. Ma il dipartimento Territorio della Regione aveva respinto la domanda il 13 ottobre 2009. Perché, allora, la presidente Renata Polverini lo ha ripescato e inserito nello studio con i sette invasi possibili per una discarica?». Secondo Bonelli, intere parti della relazione della Colari sono stati usati dalla Regione per ribaltare il giudizio negativo e dare il via libera.
Sequestro di Testa di cane
Ieri, invece, i carabinieri del Noe hanno messo i sigilli all’area di Testa di Cane, adiacente a Malagrotta, dove erano state costruite due enormi vasche in grado di accogliere un milione di metri cubi di rifiuti, realizzate, sostiene la procura capitolina, proprio in vista della chiusura dell’Ottavo colle. Un passo importante nelle indagini avviate sulla base di una denuncia del Comitato di cittadini di Malagrotta che aveva segnalato la presenza di nuove vasche di contenimento per i rifiuti. Violazione delle norme edilizie e di quelle ambientali le ipotesi di reato. È indagato Francesco Rando, responsabile della società "E. Giovi", che gestisce la discarica di Malagrotta. A lui, il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari contesta la realizzazione di opere strutturali nel sito senza la prescritta autorizzazione. Rando è già sotto processo per aver smaltito rifiuti pericolosi nella discarica di Malagrotta e negli impianti di Colleferro in assenza di autorizzazione e dopo aver classificato e trattato come speciali rifiuti che invece avrebbero dovuto essere classificati come pericolosi. Amaro il commento di Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio: «Tutti sapevano bene cosa stesse accadendo, come tutti sanno bene che nelle ultime settimane sono ripresi lavori di ruspe a Monti dell'Ortaccio là di fronte, è assurdo allora che debbano essere sempre e solo le forze dell'ordine e le Procure a intervenire raccogliendo gli allarmi dei cittadini».
Probabile proroga per Malagrotta
La stessa Regione Lazio, inoltre, secondo un articolo pubblicato sul giornale on line Affaritaliani.it, avrebbe già pensato a una proroga di altri cinque-sei mesi per Malagrotta, consapevole dei tempi necessari per la realizzazione delle due discariche provvisorie.
Lettera aperta al ministro Clini
Il vicesindaco di Riano, Italo Arcuri, ha scritto una lettera aperta indirizzata al neoministro dell’Ambiente Corrado Clini, in cui lo invita «a visitare il prima possibile l'area di Quadro Alto di Riano, scelto dal commissario ad hoc, Giuseppe Pecoraro, quale sito alternativo, insieme a Corcolle, della discarica dei rifiuti di Malagrotta». Visita che, continua Arcuri, «permetterà al ministro di capire le incongruenze, le controindicazioni, le superficialità e gli errori con cui si è proceduto nell'individuare quest'area come luogo per installare una megadiscarica dei rifiuti. Il ministro visitando e ispezionando i luoghi avrà modo di capire di persona perché l'ordinanza del commissario Pecoraro, che nella scelta si é basato su uno studio preliminare della Regione Lazio, che altro non é che un copia-incolla di un precedente studio presentato dalla Colari nel 2009 e già rigettato dalla Regione Lazio stessa, é del tutto costruita ad arte, quindi parziale e perciò fuorviante e strumentale». «L'ordinanza - conclude – è piegata ai soli voleri politici della Polverini e di Alemanno che, pur di risolvere la questione Malagrotta, hanno pensato bene di scaricare su Riano il problema, trasformandolo da politico ad emergenziale».
"Rifiuti, l'emergenza è realtà. Lo scrive la stessa Regione Lazio" - da Affaritaliani.it del 21.11.2011