Verona, smog alle stelle ma il traffico non si ferma
A Verona dal 1° gennaio 2011 sono 105 le giornate in cui è stato registrato un livello di polveri sottili al di sopra del limite ma secondo il sindaco Tosi è inutile bloccare le auto
29 November, 2011
Bruno Casula
Dal primo gennaio 2011 ad oggi sono ben 105 le giornate in cui è stato registrato un livello di polveri sottili al di sopra del limite consentito, pari a 50 microgrammi per metrocubo, a fronte di una legge comunitaria che fissa un massimo di 35 superamenti della soglia nell’arco di un anno. Questi dati, rilevati dall’Arpav, l’Agenzia per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, fanno di Verona la terza città più inquinata d’Italia nel 2011 dopo Torino e Milano.
L’anno scorso le giornate in cui è stata superata la soglia dei 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo sono state 68, ben 37 in meno rispetto a quelle di quest’anno, tenendo presente che siamo a fine novembre e dunque c’è un ancora mese di tempo per aggravare questo dato; stesso discorso per il 2009 e il 2008, anni durante i quali, pur essendo stata superata di gran lunga la soglia delle 35 giornate, non si era arrivati a quota 100 come quest’anno. Il record stagionale nel capoluogo scaligero è stato raggiunto sabato 26 novembre, quando la stazione Arpav di Borgo Milano ha rilevato una media giornaliera di 88 microgrammi di polveri sottili per metro cubo, con picchi orari anche superiori ai 100 microgrammi; in provincia la situazione è ancora più allarmante: a San Bonifacio, comune a est di Verona, la media giornaliera è addirittura di 118 microgrammi.(Questi i valori di Pm10 degli ultimi dieci giorni a Verona, rilevati dalla stazione Arpav di Borgo Milano).
Per contrastare quella che è già stata ribattezzata l’ “emergenza-smog” non ci sarà alcun blocco del traffico automobilistico, a differenza di quanto accade ad esempio a Milano, dove il Comune e la Provincia hanno emanato un provvedimento che dal 30 novembre per sei giorni (dal 30 novembre al 2 dicembre e nuovamente dal 5 al 7 dicembre) limiterà la circolazione di alcune tipologie di veicoli sia in città che nell’hinterland, oltre ad imporre la diminuzione di un grado centigrado del riscaldamento in tutti gli edifici pubblici e privati.
A Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, sono invece dell’idea che il blocco del traffico sia «una misura inutile che crea soltanto disagio senza produrre risultati». Il sindaco Tosi sostiene che «il problema dell’inquinamento e del ristagno nell’aria dello smog per molti giorni è dovuto alla morfologia della pianura Padana, per cui ci vorrebbe buon senso nell’applicare i parametri europei che evidentemente non tengono conto di queste particolari situazioni». Il blocco del traffico è una misura che Tosi non prende minimamente in considerazione, sostenendo che «l’inquinamento è causato in primo luogo dagli impianti di riscaldamento, poi dalle attività industriali e infine dal traffico. Fermare le auto? Perchè la misura sia veramente efficace bisognerebbe chiudere anche le autostrade del Brennero e la Serenissima, ma sarebbe demenziale».
Quali sono, quindi, le misure adottate dal’amministrazione comunale per affrontare l’emergenza smog della città? Come nel resto dei capoluoghi di provincia del Veneto, Venezia, Belluno, Treviso, Rovigo, Padova e Vicenza, anche a Verona esistono dei blocchi del traffico permanenti che limitano la circolazione all’interno del territorio comunale; secondo l’ordinanza sindacale n.116 del 10 novembre 2011 è vietato circolare dal lunedì al venerdì, dalle 8,00 alle 12,00 e dalle 13,30 alle 18,30, per le seguenti categorie di veicoli: autoveicoli a benzina “euro 0”; autoveicoli diesel “euro 0” ed “euro 1”; motoveicoli e ciclomotori due tempi “euro 0”. Come si vede non sono esclusi dalla circolazione gli autoveicoli diesel “euro 2”, diversamente da quanto accade invece in tutti gli altri capoluoghi veneti: Verona dunque è l’unica città veneta in cui i veicoli diesel “euro 2” possono circolare liberamente senza alcun tipo di limitazione.
Per il resto l’amministrazione non ha assunto alcun tipo di provvedimento d’emergenza, ma solo misure a medio e lungo termine: «Come Comune di Verona» sostiene Tosi «abbiamo realizzato centinaia di metri quadrati di aree verdi, inoltre stiamo investendo migliaia di euro in incentivi per l’utilizzo delle bici elettriche e del trasporto pubblico e per migliorare la qualità degli impianti di riscaldamento delle vetture». Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Federico Sboarina, assessore allo sport e all’ecologia: «Le amministrazioni precedenti hanno perso tempo con misure inutili come le giornate di blocco del traffico o la circolazione delle targhe alterne, tutti specchietti per le allodole. Noi crediamo di più nell’incentivo delle buone pratiche e i risultati si vedono dal momento che il dato sull’inquinamento in città negli ultimi anni è sensibilmente migliorato, anche se la battaglia deve continuare». Sarebbe interessante capire a quale dato faccia riferimento l’assessore, perchè i dati rilevati dall’Arpav, come abbiamo visto, sembrano dire esattamente il contrario, ovvero che la situazione è peggiorata e non migliorata rispetto agli anni precedenti.
Decisamente critico nei confronti dell’amministrazione Tosi è a questo proposito uno dei candidati sindaci alle prossime elezioni comunali Michele Bertucco (Pd, Sel, Psi, Fds), che sul sito del Partito Democratico della sezione di Verona scrive: «L’amministrazione di centrodestra, sindaco Tosi in testa, deve smetterla col gioco delle tre carte sull’inquinamento: lo studio sulla qualità dell’aria che loro stessi hanno commissionato all’Università di Trento spiega chiaramente e inequivocabilmente che il traffico veicolare rappresenta il primo fattore di avvelenamento dell’aria, altro che riscaldamenti domestici!». Bertucco accusa l’amministrazione non solo di tenere in scarsa considerazione questi dati, che sembrano completare quelli allarmanti dell’Arpav, ma di non avere le idee chiare sulle misure da adottare: «Continuano a parlare della necessità di interventi strutturali ma francamente non si comprende quali essi siano: hanno mandato all’aria il progetto della tranvia; del progettato filobus che funziona a gasolio in centro mancano ancora i finanziamenti; continuano a rinviare ogni decisione su eventuali interventi di blocco del traffico, che non saranno risolutivi ma una funzione di educazione e sensibilizzazione la svolgono pure. Non dimostrano alcuna attenzione per i temi della mobilità ciclabile, che pure tanti problemi potrebbe risolverli. Continuano a sbandierare risultati nel campo del fotovoltaico che tuttavia non incide sui livelli di inquinamento». È facilmente intuibile che l’emergenza smog della città sarà uno dei temi caldi in vista delle elezioni comunali che si terranno nel 2012. Intanto Verona continua a soffocare.