Smog: perché a Torino non si fanno i blocchi? La parola ai torinesi
Targhe alterne a Roma, blocco degli Euro 3 a Milano, a Torino si discute, ma le misure anti smog d’emergenza non arrivano. Abbiamo fatto un giro nel centro della città e a Mirafiori, chiedendo l’opinione di quaranta passanti
30 November, 2011
Piazza Castello, 30 novembre 2011
“Certo che lo smog c’è a Torino – risponde Alessandra, 38 anni, architetto – e anche se non ho competenze tecniche in materia, non mi sembra nemmeno che i livelli di inquinamento qui siano più bassi che a Roma e Milano. Perché qui non si fa nulla? Evidentemente manca la volontà politica”. Risponde all’intervista anche il suo compagno, Stefano, 41, medico. “I danni causati dall’inquinamento dell’aria vengono sottovalutati. Putroppo a Torino ci siamo abituati a dare per scontato che vivendo in città l’aria non possa essere migliore. Finché la gente non protesta le amministrazioni non prenderanno sul serio la questione”.
A parte i genitori anti smog e le denunce degli ambientalisti però, non è che a Milano e a Roma ci siano stati tumulti di folla contro il Pm10. Eppure i provvedimenti, per quanto discussi, ci sono. “Forse qui la situazione non è così grave…” – comincia Chiara, 24 anni, studentessa universitaria – “Voglio dire, se lo fosse farebbero qualcosa, no? Io vivo vicino a corso Vittorio, non mi sembra che sia il caso di parlare di allarme smog…”. I suoi amici però non sono d’accordo. “E certo, tu fai due strade, Via Lagrange e Via Garibaldi… pedonali! Per forza che non ti sembra inquinata – le risponde Simone, 23, compagno di corso - Prova a uscire un po’ dal centro e ne riparliamo. Secondo me a Torino di smog non parla nessuno perché ormai siamo troppo vicini a Natale, e nessuno vuole prendersi la briga di far arrabbiare i commercianti con i blocchi del traffico…”. “Ma non solo i commercianti – si aggiunge Luca, 24 – la maggior parte delle persone vuole prendere la macchina tutti i giorni. Un po’ perché ne hanno bisogno e un po’ perché è più comoda. Fassino è appena arrivato, se comincia a bloccare il traffico lo rimandano a casa. Per questo nessuno dice che c’è lo smog”.
Su 20 intervistati – abbiamo cercato di variare il più possibile età e occupazione – 14 si sono detti convinti della necessità di adottare provvedimenti sulla scia di Milano e Roma, e 6 sono contrari.
Complessivamente riscuotono più successo i blocchi dei veicoli più inquinanti che le targhe alterne, anche se le opinioni su quali veicoli debbano essere bloccati variano molto: da chi lascerebbe circolare solo le auto elettriche (Giulia, 22 anni, studentessa e commessa part time “Bisogna avere il coraggio di lanciare un messaggio forte: se l’inquinamento è a livelli d’allarme devono esserlo anche le misure per contrastarlo, altrimenti è una presa in giro”) a chi abbonderebbe con gli esoneri (Gianluca, 42, libero professionista (“Dagli Euro 3 in su bisogna lasciarli circolare. Non è giusto penalizzare chi ha scelto un’auto ecologica apposta”). Le targhe alterne convincono meno, un po’ perché sembrano ormai sorpassate (“Le abbiamo fatte mille volte e non sono mai servite a niente”, Andrea 56 anni, impiegato) e un po’ perché facilmente aggirabili (“Basta organizzarsi in famiglia… tanto la maggior parte delle famiglie hanno due auto”). “Purtroppo non mi conviene risponderle così perché sono un agente di commercio, però è giusto: se l’inquinamento c’è bisogna fermare le auto – risponde Michele, 39 anni - “Poi però lo dite voi al mio capo…” “Bisogna fare i blocchi – dice Roberto, 47 anni, lavora nell’editoria – e anche piantarla di ripeterci quanto è grigia Milano, quanto è sporca e quanto si sta bene qui a Torino: tutte balle. Almeno loro stanno facendo qualcosa”.
Tre dei sei intervistati che non ritengono sia il caso di adottare misure d’emergenza in effetti fanno leva proprio su quest’ultimo argomento, riassumibile come “qui si sta meglio, la situazione non è grave come a Milano”, e tutti e sei concordano nel dire che i blocchi sono impraticabili, che creano solo problemi ai lavoratori. “Lavoro per un negozio di informatica e faccio consegne: i pc come dovrei portarli in giro, in pullman?” (Davide, 28 anni). “Con la crisi che c’è chi può evitare di prendere l’auto lo fa già, perché costa. Ma chi propone i blocchi lo sa che la macchina si usa anche per lavorare?” (Stefano, 52 anni, decoratore). “Io i soldi per comprarmi una macchina nuova, di quelle meno inquinanti, non ce li ho – risponde Mattia, 31 anni, che lavora in una ditta che fa riparazioni – e senza macchina non posso lavorare. Se devo restare fermo me li date voi i soldi per vivere?".
I 14 che sono a favore dei blocchi invece attribuiscono la responsabilità del silenzio sullo smog ai media (4 persone) e alle amministrazioni locali (gli altri 10).
“Evidentemente ci sono troppi interessi in gioco, e per il Comune contano più gli affari dei negozi che la nostra salute” commenta Dino, 63 anni, pensionato. “I giornali non avevano mai parlato di smog fino a questa mattina – risponde Luisa, 45 anni, proprietaria di un bar “ Se ne sono accorti solo ora?”. “Vale sempre lo stesso principio: esiste solo ciò che finisce sul giornale, o al tg. A Torino nessuno parla di smog? E allora lo smog non esiste. E fa comodo a tanti…” (Francesco, 49 anni, professore). “E’ colpa di Chiamparino – ci dice un pensionato di 78 anni, Antonio – “Sì, sì, di Chiamparino. Fassino? Certo, anche di Fassino. E’ colpa di tutti, perché cambiano i sindaci ma per i nostri polmoni non ha mai avuto tempo nessuno”.
Mirafiori, 1 dicembre 2011
Abbiamo provato a cambiare quartiere, ed ecco cosa ci hanno risposto a Mirafiori, nella periferia sud della città.
“Perché qui non si fanno i blocchi? Certo, l’aria non è buona… - risponde Giancarlo, 40 anni, tornitore – per me sarebbe anche giusto farli. Però la gente lavora, e per tanti lavori non è che puoi prendere il pullman”. “Ma li ha visti i pullman, stamattina? - Marcella, 34, infermiera – Hanno cambiato tutti i percorsi e ci ho messo quasi un’ora per andare al lavoro: in macchina, perché quando può mi accompagna mio marito, ci metto la metà del tempo. Se si vuole bloccare le strade bisogna aumentare i pullman, fare delle corsie riservate, quando c’erano le Olimpiadi. Va bene lo smog, ma non possiamo mica passare la giornata sui mezzi”.
Va detto che “questa” è una mattina particolare: GTT ha riorganizzato le linee, il 1° dicembre era la data di inaugurazione per i nuovi percorsi, e com’era prevedibile non tutti l’hanno scoperto in tempo. Il problema del trasporto pubblico come alternativa poco efficiente all’auto però è stato sollevato più volte parlando dell’ipotesi dei blocchi. “Non è che io voglio a tutti i costi prendere la mia auto – risponde Mirko, 36 anni, muratore – anzi, con quel che costa la benzina se posso lasciarla a casa sono pure contento. E l’aria qui fa schifo, non è che se i giornali non ne parlano io non me ne accorgo. Ma ho degli orari pesantissimi, se prendo la mia macchina so che in poco tempo sono a casa. Magari risparmio solo venti minuti, ma sono venti minuti in più per stare con mio figlio invece che su un pullman”. “Secondo me è giusto bloccare le auto – Emma, 54, casalinga – se lo possono fare nelle altre città si può anche qui. Ma forse a Milano i mezzi funzionano meglio, c’è la metropolitana… da noi va bene solo per andare in centro”.
Rispetto alla tornata precedente questa volta c’è più incertezza sul perché nelle altre città le misure siano state prese e a Torino no. Qualcuno ha risposto che presto le faranno anche qui (“Aspettano che la situazione peggiori e quando arriveremo al limite faranno qualcosa” Anna, 49, negoziante) qualcun altro ha detto di non sapere che le altre città si fossero attivate contro lo smog. (“Ancora le targhe alterne? E che siamo negli anni ottanta?”Gaetano, 48, operaio)
4 intervistati su 20 ritengono che il Comune non abbia adottato blocchi emergenziali per non gravare sui lavoratori, in tempi di precariato e cassa integrazione. 5 sostengono che i blocchi non servano a molto e che le amministrazioni lo sappiano bene. Altri 3 pensano che la situazione dell’aria e del traffico non siano così allarmanti se paragonate con quelle di Milano e Roma, che appaiono più caotiche e inquinate. I favorevoli ai blocchi tra gli intervistati di Mirafiori sono 8 e i contrari 12.
Complessivamente quindi su 40 intervistati 22 vorrebbero un blocco anti smog anche a Torino e 18 no.