La crisi ferma le quattro ruote: il 20% dei patentati ha rinunciato all'auto
La crisi economica ha determinato una significativa battuta d’arresto della mobilità a 4 ruote: nel 2011, 20,6 patentati su 100 hanno ridotto l’uso dell’auto. Il rapporto completo Aci-Censis 2011
19 December, 2011
La crisi economica frena l’automobile: 1 italiano su 5 ha ridotto l’uso del proprio veicolo, che si conferma comunque il mezzo preferito per l’83,9% degli spostamenti. Sono soprattutto i giovani ad abbandonare le quattro ruote, ricorrendo più di prima a bus e due ruote; gli over45 ripiegano sulla bicicletta o una passeggiata.
Riscuote un maggiore gradimento il trasporto pubblico, soprattutto in città, ma i passeggeri chiedono corse più frequenti, orari in linea con le esigenze della domanda e contributi economici per biglietti ed abbonamenti.
E’ quanto emerge dal XIX Rapporto ACI-CENSIS “Automobile 2011” presentato a Roma presso l’Automobile Club d’Italia dal presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, e dal presidente della Fondazione Censis, Giuseppe De Rita.
Anche se si usa sempre meno, l’auto costa sempre di più: 3.278 euro nel 2011 contro i 3.191 del 2010 (+2,7%). Le maggiori voci di spesa sono il carburante (1.530 euro, +2,3%), l’assicurazione (715€, +2,9%) e il parcheggio (218€, +5,3%). In forte aumento le multe (+18%), frutto di maggiori controlli su strada. La crisi porta a ridurre notevolmente i costi di manutenzione ordinaria (-15,2%), ma questo fa crescere sensibilmente quelli di manutenzione straordinaria (+8,5%). Tra le spese considerate “superiori al giusto” spiccano la benzina (84% delle risposte), considerata ormai un bene di lusso, e l’assicurazione (67,6% del campione); il 40% degli italiani imputa all’alto costo della rc-auto l’aumento delle truffe assicurative.
“La crisi che stiamo vivendo comporta serie difficoltà – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi – ma è un’occasione per affrontare con determinazione sfide che in altri momenti verrebbero rimandate. I costi a carico degli automobilisti sono ormai al limite della sopportabilità: oltre 165 miliardi di euro, di cui 58 miliardi come prelievo fiscale. Sempre di più si fa strada l’irritazione, perché il ridotto utilizzo dell’auto non comporta risparmio per le famiglie. Quest’anno si contano cinque interventi sulle accise e da gennaio scatterà l’aumento deciso con la Legge di Stabilità. L’ACI sottolinea da tempo l’esigenza di un indirizzo uniforme delle politiche dei trasporti, ripensando il rapporto tra urbanistica e mobilità, con interventi specifici per la sicurezza stradale e la formazione dei giovani”.
Il caro-auto favorisce l’interesse verso il car-sharing (il servizio che permette di utilizzare un veicolo su prenotazione, prelevandolo e riconsegnandolo in un parcheggio dedicato): gli utenti sono arrivati a 30.000/mese nel 2011 (+66% in tre anni). E’ un fenomeno ancora di nicchia che però rappresenta un’evoluzione della mobilità urbana. I suoi punti di forza sono l’attenzione all’ambiente e la comodità di parcheggio; da migliorare la promozione verso i cittadini, le modalità di riconsegna dell’auto e l’incentivazione all’utilizzo per periodi prolungati.
Il Rapporto ACI-CENSIS fotografa anche il mercato dell’auto, che nel 2011 fa segnare -17% rispetto al 2009, e quello delle due ruote (-26%). La tenuta del mercato dell’usato e il contenimento delle radiazioni comportano un incremento dell’anzianità del parco circolante (9,3 anni). Per il futuro è prevedibile un rimbalzo delle immatricolazioni: il 7,4% degli italiani sarebbe disposto ad acquistare un’auto nuova nel 2012, soprattutto se calerà il prezzo dei carburanti e delle polizze assicurative, e si introdurranno forme di incentivazione economica.
Aumentano le trasgressioni “confessate” dagli automobilisti, sia quelle a basso rischio di incidentalità (divieto di sosta +9%, occupazione corsia mezzi pubblici +5%, violazione ZTL +3%), sia quelle più pericolose (sorpasso a destra +5%, superamento limiti di velocità +15%, cellulare senza vivavoce +25%). Cresce anche la percentuale dei sanzionati, soprattutto per passaggio col rosso (+8%), superamento dei limiti di velocità e mancato rispetto della precedenza (+3%).
Diminuiscono invece del 4% le multe per una infrazione molto comune: l’uso del cellulare senza viva voce. Autovelox e tutor non spaventano particolarmente i conducenti: il 56% si dichiara indifferente, mentre il 29% si affida a “contromisure” come navigatori satellitari o app per smartphone. L’indagine pone in evidenza un deficit culturale: 1 automobilista su 10 non rispetta i parcheggi riservati ai disabili.
A tutela della sicurezza stradale, il 44% degli italiani si dichiara favorevole all’inasprimento delle pene per i pirati della strada. Maggiore severità anche verso i conducenti ubriachi, chi passa con il rosso e guida contromano.