Treni notturni, Minervini e Capone: “Lo stop a Bologna finanzia l’utilizzo delle frecce rosse”
Regione Puglia. Per gli assessori ai Trasporti e allo Sviluppo, Minervini e Capone “il problema dei collegamenti a lunga percorrenza è squisitamente politico”. Tra le richieste: “Il ripristino del numero dei treni soppressi (comprese anche le cuccette) e delle tratte fino a Milano e Torino in quanto lo stop a Bologna serve a finanziare solo l’utilizzo delle frecce rosse”
10 January, 2012
“Non è più solo una questione tecnica. C'è un carattere squisitamente politico nel problema dei collegamenti a lunga percorrenza che stiamo sollevando. Chiediamo al governo la responsabilità di fornirci una risposta concreta”. L’assessore alle infrastrutture e mobilità Guglielmo Minervini si è soffermato su questo aspetto nell’incontro convocato questa mattina dal Presidente Vendola, al quale hanno aderito tutte le associazioni dei consumatori, i sindacati, Confindustria, l'Anci e le forze politiche per la salvaguardia del trasporto pubblico ferroviario e del diritto alla mobilità dei pugliesi.
Minervini: “Rete ferroviaria italiana si ferma a Roma: assoluta priorità alla Bari-Napoli”
“Non è una forma di rivendicazionismo meridionalista – ha aggiunto Minervini – ma una questione che attiene allo sviluppo. Serve sanare la frattura sulle infrastrutture e i servizi di collegamento delle persone e delle merci per mettere il Mezzogiorno nelle condizioni di contribuire al salvataggio del nostro Paese”.
“Nella sede centrale di Trenitalia – ha raccontato l’assessore - campeggia una cartina della rete ferroviaria italiana che si ferma a Roma. È la rete dell’alta velocità, distribuita in modo capillare al nord, ma che taglia fuori la linea adriatica e il sud. È un’immagine emblematica del riflesso concreto delle politiche leghiste attuate negli ultimi anni in Italia. Per questo, accanto alla vertenza sui servizi, c’è quella sulle infrastrutture che porremo in via prioritaria al governo nell’incontro del 17 gennaio. Occorre dare assoluta priorità alla Bari-Napoli per ricucire questa grossa smagliatura nella rete che genera due livelli di servizio diversi tra il nord e il sud del Paese. La Bari-Napoli è irrinunciabile perché la Puglia non giochi più in difesa sulle politiche della mobilità ferroviaria”. Inoltre ha concluso Minervini: “Lo smantellamento progressivo del servizio notturno e il disagio insostenibile cui sono chiamati i pugliesi, costretti a scendere a Bologna, anzicchè alimentare la domanda, deprime e dequalifica l’offerta di Trenitalia. E sta producendo una prima conseguenza, dirottare sui collegamenti su gomma il traffico di quella fascia di viaggiatori, anziani o famiglie, che non possono accedere ai collegamenti aerei e che hanno bisogno di arrivare direttamente a destinazione”.
Che la battaglia di Trenitalia sia “una battaglia sociale, culturale ed economica e che per questa ragione il tema debba essere affrontato con il Governo Monti e con i ministri Passera e Barca” lo ha ricordato anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Loredana Capone che ha sottolineato che quello che sta facendo ora Trenitalia “crea un grosso problema di coesione territoriale”.
Capone: questione nazionale e non provinciale. Stop a Bologna non ha alcun senso se non quello di finanziare l’utilizzo delle frecce rosse
“Moretti non è un tecnico – ha aggiunto la Capone - è il presidente di una società pubblica che svolge un servizio sociale ed economico che ha effetti su tutto il paese e che può anche arrivare a deprimere una parte del paese se le scelte non sono coerenti con gli obiettivi di sviluppo salva Italia. Esattamente come sta accadendo in Puglia dove le sue scelte non sono state certamente tecniche”.
Ai ministri Passera e Barca poi, la Capone ha voluto ricordare che la loro presenza nel governo “deve assicurare il perseguimento degli obiettivi di sviluppo e di coesione sociale di tutto il paese e che togliere i servizi e tagliare i treni nel modo in cui lo ha fatto Trenitalia in Puglia ha significato oggettivamente comprimere le possibilità di sviluppo di tutto il Sud”.
Per la Capone, il Presidente del Consiglio Monti deve ricordarsi dell’impegno che lui stesso ha annunciato nel giorno del suo insediamento e cioè quello di “far ripartire l’Italia proprio dal Sud”.
Obiettivo della battaglia che deve comunque diventare questione nazionale e non provinciale “perché questa battaglia è promossa dalla Puglia ma non è soltanto della Puglia” è ottenere quanto richiesto dalla class action, e cioè - ha ricordato la Capone – “in primo luogo il ripristino del numero dei treni soppressi, comprese anche le cuccette quasi sempre in over booking e il ripristino dei treni sino a Milano e Torino perché lo stop a Bologna non ha alcuna ragione di essere se non quella di finanziare l’utilizzo delle frecce rosse”.