Bari, Arlem e Mediterre 2012: per una settimana capitale della sostenibilità euromediterranea
Vendola e Nicastro hanno presentato il 27 gennaio la settima edizione di “Mediterre 2012 – Cantiere euromediterraneo per la sostenibilità” che la Puglia si appresta ad accogliere dal 31 gennaio al 4 febbraio Mediterre 2012 (31/4 febbraio). Attesa inoltre anche per la terza sessione plenaria dell’Assemblea euromediterranea degli enti locali e regionali (Arlem) che si terrà a Bari il 29 e 30 gennaio nell’ex Palazzo delle Poste. Programma in allegato
27 January, 2012
Settima edizione di “Mediterre 2012 – Cantiere euromediterraneo per la sostenibilità” che la Puglia si appresta ad accogliere dal 31 gennaio al 4 febbraio. Un confronto tra interlocutori europei, rappresentanti di istituzioni sovranazionali (interverranno delegati della Commissione e del Parlamento Europeo, nonché esperti di fama mondiale sui temi della sostenibilità) che vedrà (il 30 gennaio) l’adozione della relazione conclusiva del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sul tema Il rapporto tra la desertificazione e i cambiamenti climatici nella regione mediterranea .
L’intervento del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
“Bari per una settimana diventa capitale della cultura e della politica ambientale euromediterranea, un luogo dove una classe dirigente europea e mediterranea si confronterà sul tema della sostenibilità ambientale. Insieme per impostare una nuova cultura e una nuova politica dell’ambiente, non più considerato limite ma contenuto di un nuovo sviluppo. Un evento altamente innovativo e politicamente significativo anche perché Mediterre contiene al suo interno un prologo di due giorni dedicati ad un appuntamento internazionale sui temi ambientali, e cioè la terza sessione plenaria dell’Assemblea euromediterranea degli enti locali e regionali (Arlem) che si terrà a Bari il 29 e 30 gennaio nell’ex Palazzo delle Poste.
Arlem e Mediterre si incrociano a Bari e si incrociano parlando di desertificazione, di deserto che avanza e che incombe e di mutamenti climatici. Nell’assemblea di Arlem il parlamentino di tutte le regioni e le comunità locali dell’Europa e del Mediterraneo, si voterà un documento che io ho scritto, confrontandomi con gli stakeholders europei, proprio sul tema della mutazione climatica e dei processi di desertificazione, una riflessione per capire insieme come la politica debba cambiare il passo e confontrasi con i dilemmi ambientali, di come la politica debba dare risposte che vadano in controtendenza rispetto a quella catastrofe ecologica verso cui sta camminando il mondo.
Europa e Mediterraneo dunque si incontreranno a Bari per scambiarsi buone pratiche, per fare massa critica per difendere i nostri luoghi pregiati, la nostra natura più bella, più ricca di biodioversità e più a rischio perchè dietro l’angolo c’è sempre la cementificazione, la speculazione, il cemento, l’abuso, la violenza e l’affarismo. Sui parchi che vanno tutelati e valorizzati per ciò che rappresentano per noi, un incrocio particolarmente importante di natura e di cultura, depositi di storia, di racconti, di conoscenza e anche di potenzialità economica. E da Mediterre – ha continuato Vendola - faremo partire squilli di tromba perchè la battaglia contro le trivellazioni in Adriatico possa diventare una battaglia internazionale. Tutti insieme contro questa sciagura annunciata e contro l’irresponsabilità e la miseria culturale di chi non vuole intendere che la sostenibilità ambientale è il tema del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo.
Useremo Mediterre come promemoria per dire che il popolo pugliese e spero tutto il popolo adriatico si metterà di traverso e lotterà con le unghie e con i denti per ricordare alla distrazione di coloro che usano il profitto come unico metro per misurare il mondo, che il nostro vero petrolio non è nei fondali dell’adriatico, il nostro vero petrolio è l’adriatico, la sua bellezza e la sua straodinaria storia che noi intendiamo difendere a tutti i costi”.
Le parole di Nicastro
“La centralità dei temi ambientali, l'importanza strategica di una discussione incentrata sulla cifra climatica del nostro pianeta, non sono discussioni accademiche ma divengono sempre più urgenti e rilevanti alla luce di scelte strategiche nazionali che, francamente, non comprendiamo.
La scelta, contenuta nel decreto legislativo nr. 1/2012 sulle liberalizzazioni, di 'favorire nuovi investimenti di ricerca e sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi, garantendo maggiori entrate erariali per lo Stato' rischia di diventare una pericolosa ipoteca sul futuro del nostro ambiente, con particolare riferimento a quello marino. Come se far cassa e distribuire ipotetiche risorse economiche rinvenienti dallo sfruttamento delle fonti fossili di energia potesse bastare a compensare lo scempio cui andremmo incontro. Penso alle coltivazioni di idrocarburi nel nostro mare, non solo Adriatico ma nell'interno Mediterraneo: una brusca accelerazione agli interessi delle multinazionali produrrebbe danni irreparabili a regioni che, come la nostra, vivono di mare inteso come turismo e attività di pesca.
Siamo seriamente preoccupati, da cittadini prima ancora che da amministratori, di questa scelta strategica che, come tale, è generica e rimanda a successivi interventi normativi ma che denota una pervicace volontà di proseguire sulla via delle fonti fossili, senza nessun cenno di ripensamento o di apertura a prospettive di sviluppo energetico sostenibili che, come la nostra storia regionale insegna, possono ugualmente avere evoluzioni economiche concrete.
Il nostro compito sarà quello di tenere viva l'attenzione su questi temi, di effettuare un controllo serrato per dare seguito e concretezza alla volontà dei pugliesi sfociata nella manifestazione dello scorso 21 gennaio”.