Treni nel caos per la neve: ogni anno peggio? Intervista all'esperto De Bernardi
I disservizi del sistema ferroviario in caso di neve sembrano peggiorare di anno in anno: è colpa del meteo, oppure le ragioni sono altre? Secondo Andrea De Bernardi, ingegnere esperto di trasporto ferroviario, la colpa è della manutenzione inadeguata e del vuoto di responsabilità
04 February, 2012
«In questo momento in Svizzera si toccano, nella regione alpina, temperature tra i 20 e i 30 gradi sotto zero, eppure il sistema ferroviario sta funzionando regolarmente». Qualche interruzione causata dal maltempo, in realtà, c'è stata anche nella precisissima svizzera, ma il messaggio di Andrea De Bernardi, ingegnere esperto di trasporto ferroviario, è chiarissimo. È possibile far funzionare normalmente i treni anche in condizioni di freddo e neve. Eco dalle Città lo ha intervistato per capire le ragioni dei blocchi e dei ritardi degli ultimi giorni.
Ingegnere, è normale che basti una copiosa nevicata, tra l'altro prevista, per mandare in tilt i trasporti ferroviari?
Indubbiamente, freddo e neve possono creare delle difficoltà, a cominciare dal ghiaccio che può formarsi sugli scambi, ma all'estero di solito il sistema regge molto meglio. In questi stessi giorni, ad esempio, la Ferrovia Retica sta operando con temperature che arrivano anche a -27 gradi, eppure la linea non è andata in blocco.
Perché allora in Italia ci sono disagi sempre più gravi? Sono peggiorate le condizioni meteo?
Non credo che, almeno in questa occasione, si possa parlare di un'ondata di freddo eccezionale. Forse a Roma una nevicata così abbondante può essere un fatto inusuale, ma al Nord ogni anno c'è almeno una settimana di freddo intenso e neve. Il problema è che probabilmente negli ultimi anni c'è stato un peggioramento dell'intensità della manutenzione, soprattutto sulla rete secondaria. Quando i cicli di manutenzione non vengono rispettati è normale che poi si le cose non funzionano come dovrebbero. Anche i rotabili in circolazione spesso sono vecchi e si fermano anche con il sole.
Eppure a volte si bloccano anche i treni nuovi...
Su questo entra in gioco un altro fattore: in genere le locomotive, che sono sistemi molto complessi, vengono testati anche in condizioni estreme, per garantirne il funzionamento, tanto per dire, anche in Finlandia. Ma in Italia negli ultimi 10 anni è stata fatta la scelta di acquistare treni specifici per il mercato nazionale. Si tratta di fatto di modelli prototipali, che non sono stati messi alla prova in condizioni così particolari e che in un certo senso, come l'ETR 500, fanno il loro rodaggio
È un problema di tagli e di risorse più limitate?
Secondo me spesso non è una questione di costi, ma di incuria. In questi giorni sono state scattate molte fotografie con la neve all'interno dei treni: questo non dipende da chissà quale problema tecnico, ma dal fatto banale che l'addetto al rimessaggio non ha chiuso i finestrini. Succede spesso anche quando piove, i finestrini vengono lasciati aperti e i sedili si bagnano, causando non solo dei disagi ai viaggiatori, costretti a restare in piedi, ma creando problemi all'intero sistema, perché le carrozze si riempiono prima, la salita e la discesa diventano più difficoltose e più lente e questo finisce col causare ritardi.
Ma di chi è la colpa?
Da un lato, non bisogna aver paura di parlare male dei lavoratori: le ferrovie sono mandate avanti da un sacco di gente onesta che fa il suo dovere, non mancano gli “eroi” che operano in condizioni davvero problematiche, ma ci sono anche persone che lavorano con incuria o addirittura con disonestà. Accanto a questo, penso che negli anni ci sia stato un progressivo vuoto di responsabilità, non si capisce più chi debba assicurare il regolare svolgimento del servizio. Chi è responsabile, ad esempio, della manutenzione della rete ferroviaria laziale, in queste ore? Nessuno sembra in grado di dirlo.
Sembrerebbe che negli ultimi anni la situazione sia peggiorata rispetto al passato...
Guardi, io viaggio da pendolare da 40 anni e da circa 15 mi occupo di treni per lavoro, e mi sembra di aver assistito nel tempo a un graduale peggioramento delle condizioni. I sistemi sono sempre più rigidi e l'organizzazione sempre più fragile. La gestione del movimento dei convogli, ad esempio, non è più affidata ai capistazione, ma a dei grandi centri automatizzati: nessuno si prende più la responsabilità, ad esempio, di autorizzare il sorpasso di un treno da parte di un altro convoglio, e questo, in situazioni particolari come quelle di questi giorni, finisce inevitabilmente col creare dei problemi.
Treni vecchi o impreparati a condizioni estreme, manutenzione insufficiente, vuoti di responsabilità: qual è la soluzione?
L'intera organizzazione aziendale di Trenitalia è andata perdendosi negli ultimi anni. Si è finanche smesso di pretendere dalla società il rispetto rigoroso dei suoi obblighi, concedendo ad esempio l'aumento delle tariffe a fronte solo di promesse di un miglioramento del servizio. Ormai è passato il concetto che rispettare gli impegni non è più necessario, e questo vale per i massimi livelli societari come per il semplice manutentore. Per me, l'unica strada sarebbe chiudere Trenitalia e rifondare da capo l'impresa ferroviaria italiana.