Olimpiadi 2020, no di Monti alla candidatura di Roma. Legambiente e Wwf: «Bocciatura inevitabile»
Le principali associazioni ambientaliste condividono la decisione dell'esecutivo di non garantire la copertura economica indispensabile per la candidatura di Roma al Giochi del 2020. Per Legambiente e Wwf il progetto non era sostenibile
14 February, 2012
«Le criticità che abbiamo più volte evidenziato sul dossier olimpico sono rimaste inascoltate dal sindaco Alemanno, così attento al gigantismo del grande evento fino a far perdere alla capitale quella che poteva essere un'occasione per accelerare interventi per migliorare la qualità della vita dei cittadini, piuttosto che per fare nuovo cemento». Questo il commento di Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, alla notizia del rifiuto, da parte del governo Monti, di appoggiare la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. «Il progetto per le Olimpiadi di Roma 2020 era insostenibile dal punto di vista ambientale – prosegue l'ambientalista - valgano per tutto i 700.000 metri cubi previsti a Tor di Quinto, in un'area non edificabile rispetto agli attuali strumenti urbanistici vigenti».
Ma per Legambiente Lazio c'erano anche problemi di natura economica e, soprattutto, difficoltà legate alle infrastrutture e ai trasporti, dal momento che il completamento della metro C e dell'anello ferroviario era «senza copertura certa». Secondo l'associazione, infine, la candidatura non era accettabile anche per alcune personalità inserite nel Comitato promotore nonostante gli avvenimenti dei Mondiali di nuoto. «Tutto ciò – conclude Parlati - era stato detto da tempo e non soltanto da noi, ora che nemmeno il Governo ci ha creduto, il sindaco dovrebbe riflettere in modo serio su questa nuova avventura fatta perdere a Roma».
Bocciatura inevitabile anche per il Wwf, che giudica «comprensibile la posizione del Governo rispetto a una candidatura acerba perché inficiata da due elementi essenziali: la localizzazione del Villaggio Olimpico e del Centro Media in aree tutelate per motivi paesistici e idrogeologici, un piano economico incerto e non definito a causa del rimando a progetti esecutivi che potrebbero comunque far lievitare di molto i costi che, nonostante i previsti introiti, rimangono significativamente a carico dello Stato». Secondo il Panda, dunque, scegliere aree vincolate per il villaggio olimpico, come Saxa rubra e Tor di Quinto è stato un atteggiamento «suicida» rispetto alla candidatura.
Gli ambientalisti chiedono invece al governo di investire su Roma favorendo prima di tutto il completamento di un sistema di trasporto pubblico, che richiederebbe «uno sforzo identico a quello richiesto per gli sforzi olimpici, senza creare l’occasione di nuove speculazioni a cui l’attuale progetto apriva».