Sacchetti, Assobioplastiche: "Non c'è nessun monopolio, solo opportunità da cogliere".
Assobioplastiche risponde così all'accusa di monopolio lanciata da Fare Ambiente: "Nel nascente mercato italiano delle bioplastiche non esiste né potrebbe esistere alcuna posizione monopolistica. Anche se c’è chi stenta ad accorgersene, nel nostro Paese le cose sono cambiate negli ultimi decenni e la produzione dei beni è ora globale. Strano doverlo ricordare nel 2012"
03 March, 2012
Assobioplastiche annuncia la querela, Fare Ambiente risponde
Fare Ambiente - Movimento Ecologista Europeo aveva risposto così alla querela presentata da Assobioplastiche dopo la pubblicazione della Lettera Aperta su Il giornale il 30 dicembre scorso, lettera in cui l'imposizione del criterio di compostabilità per i sacchetti usa e getta veniva definita "iniqua e nefasta sia per l'ambiente che per l'occupazione e a rischio oligopolio".
"Nessuno potrà mai smentire che produrre sacchetti di plastica per l’asporto delle merci alimentari, utilizzando il mais, è un vergognoso atto contro l’ambiente - aveva dichiarato Vincenzo Pepe, Presidente del movimento - perché riteniamo non ecosostenibile dilapidare importanti risorse alimentari per trasformarle in plastica; e nessuno potrà smentire che sono migliaia le aziende a rischio, con la conseguente perdita di un gran numero di posti di lavoro, se dovesse andare in porto l’iniziativa del governo; come nessuno potrà smentire che è tuttora pendente un procedimento di infrazione dell’Unione Europea contro l’Italia proprio per l’azione disinvolta con la quale il nostro paese introdusse analogo divieto a far data dal 1 gennaio 2011". (Leggi il comunicato completo di Fare Ambiente a questo link).
La replica di Assobioplastiche
Ora l'associazione di categoria che rappresenta le bioplastiche risponde all'accusa:
"Anche se c’è chi stenta ad accorgersene si legge nella nota diffusa da Assobioplastiche - nel nostro Paese le cose sono cambiate negli ultimi decenni e la produzione dei beni è ora globale. E’ strano doverlo ricordare nel 2012. Ma forse utile.
Studi internazionali condotti da Frost & Sullivan e Lux Research identificano i principali player in BASF (Germania), Sphere (Francia), Novamont (Italia) e Natureworks (USA) che, rispettivamente, dichiarano una capacità produttiva di 60.000, 40.000, 120.000 e 140.000 tonanno.
A questi possiamo aggiungere, a titolo di esempio, FKuR (Germania), BIOP (Germania), Limagrain Cereal Ingredients (Francia), Cereplast (USA), Kingfa (Cina), Showa Denko (Giappone), Mitsubishi (Giappone). Questo link può essere consultato da chi è interessato ad avere la lista completa dei prodotti certificati secondo la norma EN13432 da uno dei maggiori istituti in questo settore.
Il distretto delle bioplastiche sta progredendo rapidamente in tutto il mondo ed in particolare in Italia, dove nascono nuove iniziative industriali e processi di reindustrializzazione. Se si alza la testa e si guarda cosa succede nel mondo, non possiamo che concludere che non si vedono monopoli ma opportunità, da cogliere. Tutto questo senza danneggiare l’ambiente, ma in modo coerente con il quadro normativo europeo che specifica in modo inequivocabile quali sono le caratteristiche di biodegradabilità e di sicurezza che devono avere i prodotti conformi alle direttive e alle
relative norme armonizzate, approvate dalla Commissione Europea, come la UNI EN 13432 sugli imballaggi biodegradabili e sui compost".
12 commenti
Scrivi un commentoGiovanni
06.03.2012 19:03
Credo sia apportuno precisare che la Norma Europea EN 13432 è stata approvata nel 2000. Quindi, è diventata EN 13432:2000. In Italia è stata recepita dall'UNI nel 2002 ed è diventata UNI EN 13432:2002. Si tratta semplicemente della stessa norma recepita in Italia dall'UNI nell'anno 2002. A conferma di ciò, le società certificatrici Europee come Vincotte e DIN Certco rilasciano il certificato di conformità per un prodotto rispetto alla Norma EN 13432:2000 perchè ha valore Europeo. In conseguenza di ciò, si è poi automaticamente conformi anche alla versione Italiana della stessa Norma
Sacchetto
06.03.2012 14:03
Riporto integralmente:
http://www.irispress.it/224905/ambiente-ferrante-pd-bioplastica-in-italia-ha-mercato-dinamico-e-innovativo
maurizio
06.03.2012 06:03
X carlo...infatti io avevo inserito anke il link x leggerlo tutto. si ha ragione l amico siciliano in sicilia la chiamerebbero in un altro modo.
produttore di sacchetti
05.03.2012 19:03
ahhhh e così non ci serebbe nessuno monopolio ???
E allora come mai hanno fatto di tutto per inserire la EN 13432:2002 , già perchè quel numero finale 2002 è un criterio MOLTO importante che mette fuori gioco tanti biopolimeti importati, e quindi di fatto allo stato attuale è un monopolio!
gianluca
05.03.2012 16:03
E una vergogna far passare il sacchetto bio compostabile come una panacea dell'inquinamento solo per interessi di denaro io il sacchetto biodegradabile addittivato lo riutilizzo l'altro no ,poi quanti sacchetti compostabili ho visto nella spazzattura mista,un macello!ma quelli però inquinano di sicuro l'ambiente. Allora come la mettiamo ,lasciamo stare le cose come stavano prima che tutto sommato era meglio ,lasciamo la scelta a chi vuole comprare uno o l'altro a patto che siano biodegradabili
Salvo
05.03.2012 12:03
Vorrei aggiungere una sola risposta alla relatrice di questo comunicato stampa, parafrasando la sua stessa conclusione "se si alza la testa e si guarda cosa succede nel mondo" ci si accorgerebbe che l'Italia è l'unico paese al mondo dove per Legge si stà obbligando ad usare solo il compostabile.... chiamatela pure " opportunità, da cogliere"... dalle mie parti, in Sicilia, si chiama in un'altro modo!!
Carlo
04.03.2012 22:03
Per Maurizio: il link che ha pubblicato è interessante... Il testo invece è non del titolare del blog ma del 34esimo commento... Il titolare del blog ha inserito in testa questo testo che mi pare interessante"
"Ricevo dal dr. Francesco degli Innocenti, della Novamont, una serie di considerazioni sul mio articolo sui sacchetti "biodegradabili". Sulla base di questi nuovi dati, sono più che contento di poter rettificare alcune mie considerazioni. Va detto che avevo scritto chiaramente che il mio articolo non era diretto contro la Novamont, che mi era parsa fornire informazioni sempre corrette, ma piuttosto contro un uso assai ‘allegro' dei termini come "ecologico" e "biodegradabile", per esempio, ma non solo, sui sacchetti del supermercato. Non avevo nessun dubbio, come ho scritto, che il MaterBi fosse stato testato in modo corretto e completo dalla Novamont."
Interessante tutta la discussione ma vediamola davvero tutta
http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2009/06/17/sacchetti-ecologici-la-risposta-della-novamont/
wglishoppers
04.03.2012 10:03
solo opportunità da cogliere".
per chi?
un azienda per imporsi sul mercato deve offrire un ottimo prodotto a prezzi contenuti e se aiuta l'ambiente meglio ancora.
i sacchetti compostabili sono scadenti e costosissimi. allora come si fa?
si chide l'aiuto del governo, che non potendo dare incentivi per la crisi fa una legge che impone a tutti l'utilizzo di questi sacchetti.
bravi.
come se il governo per aiutare la fiat vietasse l'acquisto di tutte le altre auto straniere.
ma in questo caso siamo italiani anche noi che diamo occupazione e paghiamo le tasse.
o forse no?
MAURIZIO
04.03.2012 09:03
ho trovato questo post su www.aspoitalia.it
http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2009/06/17/sacchetti-ecologici-la-risposta-della-novamont/
1) Bisogna dare atto e riconoscimento a Novamont prima nella persona di Raul Gardini e poi della Dr.ssa Catia Bastioli di aver dato un importante contributo alla scienza ed alla chimica mondiale sulla ricerca di nuove tecnologie produttive alternative alle risorse petrolchimiche o comunque nuovi input per la ricerca e la sperimentazione.
2) Attualmente in base alle dichiarazioni e dai dati certi e confermati da test pubblicati da Novamont già eseguiti e riconosciuti possiamo affermare che il Mater-Bi :
a) E' Biodegradabile in impianti di compostaggio industriale ad alte temperature cioè almeno a (+58°) (ISO 14855; EN 14046)
b) Non è Biodegradabile in impianti di compostaggio domestico o comunque in
impianti che lavorano a temperatura ambiente.
c) Non è Biodegradabile in discarica.
d) Non è Biodegradabile se viene interrato
e) Non è Riciclabile con la plastica tradizionale.
f) Non è Riutilizzabile N volte come la plastica tradizionale.
g) Non ha le stesse caratteristiche meccaniche della plastica tradizionale
3) Per produrre il Mater-Bi bisogna:
a) Utilizzare molta acqua
b) Utilizzare molti terreni per la coltivazione del mais
c) Grosso dispendio energetico per la produzione
d) Utilizzare poliesteri di natura petrolchimica
e) Ingenti costi per la produzione
f) Etc…….
Considerazioni :
A questo punto mi chiedo a cosa serve l'utilizzo di questo Mater-Bi se non esclusivamente per farlo finire in impianti di Compostaggio Industriali?
Viceversa ci aiuta
- Ad aumentare i prezzi delle derrate alimentari.
- A consumare molta acqua
- A bruciare i terreni
- A utilizzare comunque prodotti petroliferi
- A pagarlo il triplo o più rispetto al sacchetto tradizionale
- Ad accelerare a distruggere l'eco sistema
Vi siete mai chiesti quanti Milioni di Euro ci sono voluti e ci vogliono per mantenere questa BARCA?
Chi paga?
I fondi economici che utilizzano per questo scherzo da dove provengono?
Per quanto riguarda il messaggio che viene indicato sui sacchetti in Mater-Bi da parte della Grande Distribuzione (Esselunga, Coop, Iper, Despar, ecc..) Biodegradabile e Compostabile, a mio modesto parere è ingannevole perché come dimostrato e confermato anche dal Dr. Degli Innocenti, ad oggi Novamont Certifica Esclusivamente il Compostaggio Industriale (EN 14046, ISO 14855).
Signori miei secondo me la cosa peggiore è che su quei sacchetti c'è anche il simbolo di Legambiente!!!
Secondo voi i signori della Grande Distribuzione e Legambiente utilizzando questa tecnologia a cosa contribuiscono???
Salvaguardia ambientale?
Ecologia?
…………….grazie!
maurizio
04.03.2012 06:03
Ma scusate dopo tutto quello che hanno combinato qualcuno di noi sacchettari comprerebbe un granellino da loro???? tutti si rivolgerebbero altrove anche perche altri materiali sono nettamente migliori ele loro case produttrici sono state molto attente a non mettere in crisi il loro mercato interno vedi fracncia bioplast e germania basf prodotti che per essere lavorati sono nettamente migliori anke cn le macchine obsolete. ma quel numerino 2002 finito nel decreto e micidiale
maurizio
04.03.2012 05:03
Ma che bravibrava novamont. solo che nella norma chossa come mai hanno fatto mettere in aggiunta il n.2002 che stranamente hanno solo loro! strano come mai? e le caise intentate ad altri produttori tipp biotec? e il pagamento anticipato della merce all ordine? ma i lpro fornotori di mat prime si fanno pagare in anticipo? vergognarsi no eh?
Sacchetto
03.03.2012 16:03
Ancora una volta si sta sbagliando direzione.
Ho detto,scritto e ripetuto che il fantasma monopolio/oligopolio a mio parere non esiste, o meglio, con il passare dei mesi il mercato della bioplastica ha subito un'accellerata e ora in giro si trovano alcuni prodotti di notevole fattura, anche se, al momento, visto che i prodotti sono importati costano un pò!
Comunque, tra le tante motivazioni valide che ci sono e sono palesi, quella del monopolio è l'ultima...
Cambiamo strategia!