Perizie chimiche e epidemiologiche: intervista al direttore dell’Arpa Puglia Assennato
Giorgio Assennato, direttore regionale dell'Arpa, docente di epidemiologia, da anni si occupa del caso Taranto. "Il loro lavoro possibile grazie ai nostri dati. L'analisi è stata fatta sul pm 10 e non sulle diossine e sul benzoapirene per ragioni tecniche". Da bari.repubblica.it del 4 marzo 2012 - Giuliano Foschini
05 March, 2012
Professore che valore hanno le due relazioni tecniche?
"Innanzitutto sono due lavori di assoluto valore da un punto di vista scientifico: noi non avevamo mezzi e competenze per sviluppare lavori di questo tipo. Sono fatti dai migliori esperti europei del settore. Per questo è giusto che sulla base di questi dati la Regione abbia chiesto al Ministero di riaprire la discussione sull'Aia".
Questa è la premessa. Nel merito, invece?
"Le perizie ci dicono una serie di cose. La prima è che le rilevazioni compiute in questi ultimi anni dall'Arpa sono corrette, visto che si sovrappongono completamente alle loro. Questo non era scontato. Tra l'altro i tecnici ci riconoscono che il loro lavoro è stato possibile grazie ai nostri dati, che prima non esistevano. Poi sull'inquinamento c'è un fattore importante: da due anni a questa parte, cioè dall'introduzione della legge sulle diossine, la situazione dell'inquinamento rispetto a qualche anno fa è infinitamente migliore".
L'Ilva non ha bisogno di fare più nulla, quindi.
"Al contrario. Deve fare molto di più e le istituzioni debbono vigilare perché lo faccia.
Penso per esempio alle barriere per le montagne di minerali: le hanno promesse anni fa, quelle da loro previste a noi non piacevano nemmeno, però non hanno fatto nulla. Ecco, devono fare qualcosa. E devono per esempio adeguare tutti gli impianti a standard che loro stessi hanno all'interno dello stabilimento: ci sono sezioni all'avanguardia e sezioni meno. Avere un unico livello, standardizzato chiaramente verso l'alto, servirebbe molto. In sostanza c'è ancora un margine rispetto alla migliore operatività".
Veniamo ai dati sanitari: trenta morti al giorno per l'inquinamento. C'è da avere paura?
"Quei numeri sugli effetti a breve termine me li aspettavo. Mentre è di grande interesse da un punto di vista scientifico il valore che dimostra come ci sia una differenza, nell'incidenza delle malattie, tra chi risiede nei quartieri a ridosso dello stabilimento e chi invece vive in altre parti della città. Questo non era affatto scontato, ed è un punto fondamentale sul quale ora cominciare a lavorare".
Perché l'analisi è stata fatta sul pm 10 e non sulle diossine e sul benzoapirene che sono due tra gli inquinanti più presenti nell'aria di Taranto?
"Immagino che la decisione sia scaturita da ragioni tecniche: la rilevazioni di diossine e di benzoapirene sono troppo recenti per poter stilare uno studio statisticamente attendibile. Tra l'altro, oggi il problema della diossina è di gran lunga migliore, quasi risolto. Il benzoapirene è sulla strada buona. Gli effetti a lungo termine dovrebbero essere limitati".
Ora cosa accadrà?
"Noi come Arpa continueremo a fare il nostro lavoro: monitoraggio e sostegno tecnico alle istituzioni. La Asl e il Comune dovranno fare le proprie valutazioni da un punto di vista sanitario. Il ministero da quello scientifico e autorizzativo. Io, da studioso, dico che con queste due perizie abbiamo una grandissima opportunità per fare in modo che le cose cambino per davvero".
Assennato: "C'è ancora molto da fare. Le barriere per i minerali dove sono?" - bari.repubblica.it del 4 marzo 2012 - Giuliano Foschini