Parma, prima settimana di pacchetto anti smog. Il commento di Legambiente
Pm10 sempre sopra i limiti a Parma negli ultimi dieci giorni. Unica eccezione, il primo blocco domenicale il 4 marzo. Legambiente: "Siamo davanti a soluzioni tampone, ma ben vengano le domeniche ecologiche. Limitarle ai motori pre euro 4 però, lascia circolare il 40% del parco auto. Si puniscono solo le famiglie meno abbienti"
07 March, 2012
Mentre Parma si prepara per il consueto blocco degli Euro 3 del giovedì, vediamo com'è andata la prima settimana del pacchetto anti smog varato dal Comune. Consultando i dati Arpa, vediamo che il mese di marzo è partito sotto i peggiori auspici: 132 mcg/m3 rilevati giovedì scorso, seguiti da 82, 54, 40, 58 e 52 nei giorni successivi. Unico dato inferiore alla soglia di legge i 40 mcg registrati domenica 4 marzo, la prima di blocco. Dunque ha funzionato?
"Siamo chiaramente in presenza di soluzioni-tampone, prese sull'onda della persistente cappa di smog sulla città - si legge nel comunicato diffuso da Legambiente Parma - e che pertanto necessitano di una migliore messa a punto. Ci pare comunque importante il messaggio educativo di attenzione alla salute e all'ambiente. In questo senso naturalmente va interpretato anche il voto favorevole del 55% dei 1300 cittadini che hanno approvato l'istituzione delle domeniche senz'auto nel mese di marzo". La prima, come previsto dal pacchetto, è stata quella del 4 marzo, e il blocco si ripeterà l'11, il 18 e il 25.
"Nel valutare i provvedimenti presi - prosegue l'associazione - bisogna anzitutto partire da un dato. Nei primi due mesi dell'anno si sono registrati 52 sforamenti (su 60 giorni) del limite consentito dalla normativa europea per le Pm10, le polveri sottili. E' un dato allarmante, carico di effetti sulla salute dei cittadini, in particolare dei bambini. Di conseguenza vanno presi provvedimenti che siano orientati alla riduzione dell'inquinamento che è dovuto essenzialmente all'attività antropica. In città significa 65% a carico del traffico, 10% del riscaldamento e 15% dell'industria e attività produttive.
Ben vengano dunque le domeniche ecologiche, per Legambiente, ma partendo dalla considerazione che la misura proposta dal Comune è "solo in apparenza ferrea".
"C'è sì l'estensione del blocco auto a tutta la città entro i confini della tangenziale - scrivono gli ecologisti - ma il blocco è limitato ai motori pre euro 4 e con molte deroghe. Difatti questa misura significa lasciare il via libera a circa il 40% del parco auto, mostrando due contrappunti: da un lato annacqua il provvedimento in funzione antismog dall'altro colpisce le persone e le famiglie che non hanno potuto o voluto cambiare auto negli ultimi anni. In altri tempi questa misura si sarebbe definita classista. E' un aspetto sul quale va prestata attenzione. Al proposito ricordiamo che recenti studi scientifici hanno dimostrato che le polveri sottili sono provocate per metà dalla combustione del carburante e per metà dal logorio dei pneumatici e dell'asfalto.
Peraltro la funzione delle domeniche senz'auto ha un grande risvolto: quello di chiamare tutti alla responsabilità di svegliarsi avendo una città più bella a disposizione e, quindi, l'invito di Legambiente è di lasciare l'auto in garage, anche chi avrebbe diritto a usarla".
"E' interessante e intelligente l'accensione dei varchi in fascia notturna - prosegue il comunicto - da tempo richiesto dalle associazioni ambientaliste in particolare per il fine settimana, poiché introduce una giusta regolamentazione nell'uso del centro storico che, a fini ludici, si può frequentare lasciando tranquillamente l'automobile nei parcheggi limitrofi oppure accedendovi in bicicletta, aspetto facilitato dalle temperature più miti verso la primavera".
Legambiente considera poi una propria piccola grande vittoria l'inserimento, nel pacchetto antismog, dell'ordinanza di chiusura delle porte dei negozi, che limita sprechi energetici e inquinamento. In base a stime dell'associazione l'apertura delle porte degli esercizi commerciali in inverno, grazie all'effetto di corrente cosidetto "lama di calore" nella zona di ingresso, portava a maggiori consumi variabili tra il 30 e il 70%, con inevitabili ricadute di smog.