La Regione Lombardia ha il suo Piano casa. Tante le novità previste
Approvata la legge sulle modifiche al patrimonio edilizio della Regione Lombardia. Contenimento del consumo di suolo, recupero delle aree degradate, impulso all’edilizia, valorizzazione dell’edilizia sociale e ottimizzazione dei consumi energetici gli obiettivi che la giunta Formigoni si prefiggeva
07 March, 2012
Il vero titolo del progetto è Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. Tutti, però, lo chiamano semplicemente Piano Casa. Ieri il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la sua nuova legge sul patrimonio edilizio con 42 Sì e 23 No.
L’articolato recepisce le indicazioni del Piano Casa nazionale varato dal precedente governo e va a modificare la legge urbanistica regionale 12/2005.
Tanti gli interventi contenuti nel provvedimento. Vediamo i principali:
- Possibilità di sostituzione degli edifici esistenti, con ampliamenti fino al 30%. La novità è rappresentata dal fatto che gli interventi di sostituzione edilizia si potranno realizzare con la totale demolizione e ricostruzione dell’edifico, anche con le modifiche di sagoma, purchè il nuovo edificio si armonizzi con gli immobili esistenti. Nei casi di sostituzione edilizia con demolizione totale e ricostruzione, i progetti dovranno assicurare la copertura attraverso fonti rinnovabili del 20% del fabbisogno energetico per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.
- Ampliamenti di fabbricati industriali, terziari e alberghieri.
I Comuni potranno individuare degli ambiti in cui rendere possibili ampliamenti di edifici industriali o artigianali, purché ultimati entro il 18 luglio 2009, nella misura massima del 10% della superficie di pavimento esistente e fino a un massimo di 500 mq.
- Per favorire la realizzazione di alloggi sociali si potranno attuare ampliamenti del 40% della volumetria esistente, nel caso di edifici di proprietà pubblica, e del 20% nel caso di altri edifici, anche con eventuale variazione della destinazione d’uso. Ulteriori incrementi volumetrici (per un massimo del 10%) potranno essere consentiti per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.
- Il Comune avrà la possibilità di invitare la proprietà di aree dismesse o degradate a presentare una proposta di riutilizzo, con incrementi fino al 20% della volumetria o della superficie ammessi. Nel caso la proprietà dell’area non aderisca all’invito, il Comune potrà ridefinire la destinazione urbanistica dell’area, per acquisirla al patrimonio pubblico.
- Per quanto riguarda i sottotetti si potranno modificare la altezze di colmo e di gronda non oltre 1,50 metri dal limite di altezza massima degli edifici fissata dal Piano di Governo del Territorio.
- Per i fabbricati realizzati prima del 7 aprile 1989, sarà ammessa la realizzazione di autorimesse interrate in deroga alle norme sull'impermealizzazione del suolo.
- Per incentivare la rimozione e lo smaltimento dell’amianto si potranno modificare le falde fino ad una pendenza massima del 40% e i Comuni potranno ridurre fino al 50% il contributo di costruzione.
- Importante novità per quanto riguarda i piani attuativi. D'ora in poi saranno adottati dai Consigli comunali, nei Comuni fino a 15.000 abitanti e dalle Giunte Comunali nei Comuni più grandi.
- La Regione si propone di sostenere lo sviluppo di protocolli di certificazione energetica che valorizzino l’efficienza e l’uso di materiali locali, soprattutto in montagna.