Le sorti del bike sharing affidate a un tavolo tecnico
Rischia di chiudere il servizio di biciclette a noleggio attivo a Roma dallo scorso giugno. Secondo la società spagnola che gestisce il sistema, il Campidoglio non avrebbe rispettato gli accordi iniziali. Scongiurata in extremis la chiusura con l'attivazione di un tavolo tecnico
23 March, 2009
Il bike sharing di Roma rischia grosso. La società spagnola Cemusa, che gestisce per conto del Campidoglio il servizio di biciclette a noleggio attivo dalla scorsa estate nel centro di Roma, ha infatti minacciato di chiudere bottega. La causa di questo ammutinamento? Il mancato rispetto, da parte del Comune, degli accordi iniziali, secondo i quali la Cemusa si sarebbe fatta carico di tutte le spese per i mezzi e le postazioni nella fase sperimentale del progetto, da giugno a dicembre 2008. A partire dal 2009, sarebbe dovuto subentrare un contratto con il Comune, che avrebbe pagato il servizio offerto dalla ditta spagnola in denaro oppure attraverso la concessione di spazi pubblicitari che la Cemusa poi avrebbe rivenduto a clienti. Ma a tre mesi dalla scadere del periodo di sperimentazione, non avendo ricevuto ancora dal Comune alcuna comunicazione, né l'avviso di una gara pubblica, la società spagnola aveva annunciato la chiusura definitiva del bike sharing.
Solo l'apertura in extremis del Campidoglio ha scongiurato, per il momento, la cancellazione del servizio di biciclette a noleggio. Nei prossimi giorni, un tavolo tecnico al quale siederanno l'assessorato all'Ambiente, l'Atac e, naturalmente, la Cemusa, proverà a trovare un accordo, che nelle intenzioni del sindaco Alemanno dovrebbe prevedere addirittura un potenziamento del bike sharing. Se la trattativa non dovesse risolversi positivamente, comunque, sarebbe disponibile a subentrare il presidente della provincia Nicola Zingaretti, intenzionato a non far morire un servizio che reputa «elemento fondamentale a sostegno dell'ecomobilità urbana, già ampiamente utilizzato nella maggior parte della capitali europee». Le associazioni romane di ciclisti e ambientalisti, che nei giorni scorsi avevano più volte protestato per il rischio di chiusura del servizio, continuano a trattenere il fiato.