Rigassificatore Brindisi, sentenza Tribunale: confiscata l'area portuale di lido Capobianco
Il Tribunale di Brindisi il 13 aprile ha decretato la confisca dell'area di Capobianco dove si sarebbe dovuto insediare il rigassificatore progettato dalla Brindisi Lng. E' questo il dato più rilevante della sentenza. Le 16 associazioni in un comunicato congiunto: “Avevamo ragione: la costruzione del progettato rigassificatore è sotto ogni profilo censurabile e inammissibile”
14 April, 2012
Il Tribunale di Brindisi il 13 aprile ha decretato la confisca dell'area di Capobianco dove si sarebbe dovuto insediare il rigassificatore progettato dalla Brindisi Lng. E' questo il dato più rilevante della sentenza emessa dal collegio presieduto dal giudice Giuseppe Licci che ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia.
I giudici hanno inoltre condannato Franco Fassio, presidente protempore di Bg Italia, a cinque mesi di reclusione (pena sospesa), hanno dichiarato prescritto il reato di corruzione per British Gas, Giovanni Antonino, Luca Scagliarini, Franco Fassio, Fabio Fontana, Antonio Manca, Mario Ravedati e Gilberto Dialuce, hanno assolto per il reato di falso ideologico Alfonso Gallo, Giovanni Antonino, Franco Fassio, Mario Ravedati e Donato Caiulo ed hanno rigetto le richieste di risarcimento delle parti civili presentate da Comune e Provincia di Brindisi, Regione Puglia, Legambiente, Italia Nostra e Wwf.
La sentenza emessa riconosce l'intervento dei termini della prescrizione per il reato di corruzione ma si pronuncia duramente per il reato di occupazione di area demaniale marittima.
Il suolo confiscato in data odierna era già sottoposto a sequestro nel febbraio 2007 nell’ambito delle indagini sulle presunte tangenti versate dai dirigenti della società all’allora sindaco Giovanni Antonino, in cambio delle autorizzazioni. La confisca dell'area dove Brindisi Lng aveva realizzato la colmata si accompagna alla disapplicazione delle autorizzazioni amministrative ottenute per la realizzazione del progetto.
Dopo il diniego del Nulla Osta di Fattibilità decretato il 4 Aprile scorso da parte del comitato tecnico regionale (Ctr), la sentenza odierna mette un grosso macigno sull'insediamento industriale ma la Brindisi Lng, che nel frattempo ha lasciato Brindisi ponendo in mobilità 20 dipendenti, annuncia ulteriori azioni di tutela in sede legale e lascia trapelare che avanzerà ricorso non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza.
Rigassificatore: le Associazioni sulla confisca dell'area di Capobianco
“Avevamo ragione: la costruzione del progettato rigassificatore è sotto ogni profilo censurabile e inammissibile”. Così in comunicato stampa congiunto Italia Nostra, Legambiente Brindisi, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, PeaceLink.
“Alla incompatibilità ambientale dovuta alla pericolosità dell’impianto per l’incolumità dei cittadini confermata di recente dal diniego dal Nulla Osta di Fattibilità da parte del CTR e alla inconciliabilità sociale per il suo insuperabile contrasto col modello di economia locale progettato dalle Amministrazioni locali e sostenuto dalla Regione Puglia si aggiunge ora la condanna penale dell’allora presidente pro tempore di British Gas Italia, Franco Fassio, per occupazione abusiva di area demaniale marittima con conseguente confisca dell’area interessata alla colmata già posta a suo tempo sotto sequestro.
Una pronuncia che, pur avendo dovuto prendere atto di alcune amare prescrizioni per gravi reati, conferma i nostri tanti rilievi sull’illegittimità dell’opera progettata e punta ad impedire la reiterazione del reato contestato. Da più di dieci anni la vicenda del rigassificatore pesa come una cappa di piombo sul destino del nostro territorio e ne impedisce le possibilità di sviluppo. Cosa aspettano le competenti Autorità ministeriali a prendere atto di una situazione oramai insostenibile e a revocare definitivamente la autorizzazione alla costruzione dell’impianto a suo tempo concessa e successivamente sospesa?”
Legambiente: "Ottima notizia. Riconosciute le nostre ragioni"
“Il pronunciamento del Tribunale di Brindisi è l'atto più significativo – ha dichiarato Legambiente in una nota congiunta firmata da Stefano Ciafani, vice presidente nazionale, Francesco Tarantini, presidente regionale, e Fabio Mitrotti, presidente del circolo brindisino - in un percorso caratterizzato da decisioni che hanno evidenziato le innumerevoli irregolarità amministrative e l'assenza dei requisiti di fattibilità. La nostra associazione, che fin dal 2001 si è schierata contro la realizzazione di tale progetto, non può che esprimere grande soddisfazione nel vedere riconosciute le ragioni della sua opposizione, sempre tecnicamente puntualmente motivate. L'augurio adesso – ha concluso la nota di Legambiente – è che la volontà della popolazione e delle istituzioni e la richiesta di investimenti che valorizzino le risorse del porto trovino riscontro nelle scelte che in primo luogo il Governo dovrà compiere”.
Una nota del WWF Puglia sulla confisca dell'area di Capobianco
Il WWF Puglia, considerati i ritardi con cui si è giunti alla pronuncia della sentenza di stasera del tribunale di Brindisi, esprime comunque piena soddisfazione per la decisione del Tribunale di Brindisi di procedere con la confisca dell’area ove avrebbe dovuto realizzarsi l’impianto di rigassificazione.
Appare evidente che, con ogni probabilità, se la sentenza fosse stata tempestiva, anche per i restanti capi di imputazione vi sarebbero state oggettive condanne.
La sentenza, rappresenta tuttavia il ripristino della legalità in un territorio ove le questioni ambientali rappresentano una priorità rispetto alle scelte di politica economica da sviluppare.